sabato 7 settembre 2013

Madrid non sarà sede olimpica nel 2020. La delusione della Spagna

Il principe Felipe ci ha messo l'anima. Il suo discorso appassionato è stato la cosa migliore vista durante la presentazione delle tre città candidate a ospitare le Olimpiadi del 2020 (se capite lo spagnolo, potete vedere il futuro re su youtube.com), le lodi che ha ricevuto su Twitter fanno pensare che la Spagna abbia scoperto il suo futuro Capo di Stato ("Da oggi sono felipista!" ha proclamato Pedro J. Ramirez, direttore di El Mundo). Ma non è stato sufficiente. Alla prima votazione c'è stato un pareggio tra Madrid e Istanbul, al secondo posto, e nello spareggio la capitale spagnola è stata eliminata.
Le Olimpiadi 2020 saranno cosa tra Istanbul e Tokyo e Madrid torna a casa sconfitta, per la terza volta consecutiva. E continua a essere l'unica capitale occidentale a non aver mai ospitato i Giochi Olimpici. Dopo aver tentato l'avventura olimpica per il 2012, il 2016 e il 2020, è giusto che ora Madrid si prenda una pausa e riveda le sue strategie. E' una delle città più indebitate d'Europa, i suoi servizi sociali vengono mano a mano privatizzati, sia per ideologia che per mancanza di fondi; le Olimpiadi potevano essere una grande occasione per la risalita, ma potevano essere anche causa di un'ulteriore caduta verso debiti e corruzioni. Visto che il COI di questi anni non vuole una Madrid olimpica, meglio tentare altre strade e altre vetrine internazionali per splendere nel mondo. Almeno per qualche anno.
Rimane il dispiacere per la delegazione spagnola, che per una settimana ha lavorato instancabilmente, sorretta da un entusiasmo spagnolo (anche se il 91% di appoggio popolare alle Olimpiadi, venduto a Buenos Aires, non se l'è creduto nessuno). Alla presentazione di oggi, nel primo pomeriggio argentino, erano tutti vestiti di rosso, il colore nazionale, il colore della passione e dell'entusiasmo, che hanno cercato di trasmettere con video e discorsi, in un inglese che è stato impeccabile solo quando è toccato a Felipe (che ha parlato anche in francese e in spagnolo) e a Pau Gasol. I signori con le cravatte rosse, le signore tutte con vestiti rossi, tutti spagnoli più che mai.
Dispiace per loro, dispiace per la Puerta de Alcalá, dove Madrid stava aspettando i risultati per festeggiare, perché poi, nella sconfitta, viene sempre da stare al lato degli spagnoli desilusionados. E c'è dispiacere per i Principi, Felipe appassionato e credibile, Letizia splendida (e in secondo piano) in rosso; se i loro rapporti personali sono tesi e inesistenti, come vuole l'ultimo gossip, l'hanno nascosto benissimo, mostrando complicità, sorrisi e dimostrando come la rappresentazione del loro Paese sia più importante dello stato del loro matrimonio.
Lo siento, Madrid, de verdad.