martedì 6 aprile 2010

I tre segreti del sistema scolastico finlandese

Tempo fa avevo letto su El Mundo un bell'articolo sul sistema scolastico finlandese, considerato uno dei migliori del mondo. Mi aveva colpito perché è probabilmente quello che si avvicina meglio all'effettiva parità di opportunità tra studenti ricchi e poveri. Mentre gli altri sistemi prevedono infatti l'accesso agli studi solo attraverso il pagamento di tasse o rette e una serie di borse di studio per gli studenti più meritevoli, quello finlandese è completamente gratuito, con una serie di esami per passare da un livello all'altro. Cosa succede? Che i sistemi adesso in voga in Occidente permettono di studiare a tutti i ricchi, dotati o meno di talento, perché papà paga, e solo ai più meritevoli dei poveri, in base alle borse di studio, facendo di fatto una selezione in base al censo e non al merito. Mentre il sistema finlandese, garantendo l'accesso gratuito a tutti, permette gli studi a tutte le classi sociali, selezionandole attraverso gli esami di passaggio da un livello all'altro.
Al momento non conosco un sistema migliore di selezione del merito che quello messo in atto dalla socialdemocrazia (ma va?!) finlandese. Il problema? Che per finanziarlo bisogna pagare le tasse, cosa indignante per molti Capi di Governo occidentale e per i loro seguaci.
El Confidencial presenta oggi un bell'articolo che illustra le principali caratteristiche del sistema educativo finlandese.

E' il sistema scolastico più prestigioso del mondo, sistematicamente situato nei primi posti del ranking dell'eccellenza, nel rapporto PISA, elaborato dall'OCSE. Parliamo di un Paese in cui il 71% dei suoi 5,3 milioni di abitanti ha un titolo universitario, essendo i suoi laureati molto richiesti in settori come l'ingegneria e l'architettura, e che conta su un sistema molto solido di formazione professionale, che permette di scegliere tra 75 titoli di base, che possono essere frequentati tanto negli istituti quanto nei centri di lavoro, mediante un contratto di apprendistato e che danno gli strumenti per entrare nei corsi di studio di grado superiore. Forse, come dice Eva Hannikainen, funzionaria culturale dell'Ambasciata ella Finlandia, visto che il suo Paese manca di risorse naturali, i suoi abitanti sanno meglio di altri che l'istruzione è la miglior ricchezza del Paese.
Il vantaggio che offre il modello finlandese ai suoi studenti arriva dalla spesa pubblica, che tra il 1998 e il 2002, ha rappresentato il 6,2% del PIL (la media dei Paesi OCSE è 5,3%). Così l'insegnamento pubblico è gratuito sotto tutti i punti di vista, dal materiale fino alle spese della mensa; la scuola deve garantire persino il trasporto, nel caso in cui i bambini debbano arrivare da distanze superiori ai 5 km. Sono gratuiti anche gli studi universitari, compresi quelli destinati agli adulti che, avendo un lavoro, vogliono riciclarsi o semplicemente migliorare la propria formazione. "Studiare in Finlandia non è un problema di soldi" afferma Hannikainen, visto che il sistema gratuito si appoggia in elevati aiuti agli studenti, compresi adulti.
Ma questi vantaggi economici sarebbero poco pratici se non si appoggiassero su una base solida, come è un sistema pedagogico adeguato. E contano su questo, secondo quanto afferma José Antonio Marina, scrittore, filosofo e fondatore dell'Università dei Genitori, specialmente in riferimento a "uno stupendo insegnamento elementare e medio", che sottolinea per vari elementi nuovo.
Il primo consiste nel fatto che la scolarizzazione inizia a 7 anni, più tardi che altrove. Secondo Hannikainen, "c'è chi lo attribuisce, e c'è qualcosa di vero, al fatto che ai finlandesi piace che i bambini continuino a essere bambini finché possono e che giochino il più possibile. Ma è anche vero che fino ai 7 anni i bambini non arrivano a questa maturità intellettuale che permette loro di assimilare e comprendere l'informazione che ricevono".
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La seconda grande caratteristica del sistema finlandese è l'attenzione personale dedicata a ogni bambino, specialmente quelli in ritardo. Come afferma Eva Hannikainen, uno dei maggiori successi delle scuole finlandesi è che prestano molta attenzione all'evoluzione dell'alunno sin dall'inizio, cercando di risolvere i problemi di ordine accademico nei primi anni di scolarizzazione, dato che "è molto più facile risolvere le difficoltà a 7 anni che a 14". Anche quando sono in classe con gli altri, i ragazzi in ritardo hanno un tutore personale e lezioni di sostegno, secondo i diversi livelli di necessità. "Così si ottiene che non si allontanino dal livello della classe, senza che questa rallenti".
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Il terzo elemento significativo su cui conta il sistema finlandese, secondo Marina, è il lavoro integrato di tutti i livelli del sistema educativo. Mentre in Spagna sono separati, lì sono abituati a organizzare come un tutto, "per cui la collaborazione per migliorare i piani di studio è molto grande".
Ma, senza dubbio, l'aspetto più importante è il grande valore che ha la figura del professore. Anche se il suo stipendio medio, intorno ai 3400 euro, non è elevato, il prestigio di cui gode nella società finlandese, fa sì che questa professione sia tra le più richieste dagli studenti. Come racconta Eva Hannikainen, sono ammessi alle facoltà meno del 10% degli aspiranti "e stiamo parlando di un corso di 5 anni, che richiede una formazione molto esigente e che non è affatto facile, dato che li si sta preparando perché diventino, più che professori, esperti in educazione". Nonostante i teorici inconvenienti, dice Marina, "gli alunni più brillanti sono soliti dedicarsi all'insegnamento infantile, dato che si considera la tappa decisiva perché il resto del processo formativo sia buono". Cosa che prova che, "oltre alla vocazione influisce molto nella scelta delle professioni, il prestigio sociale".