Le chiavi con cui i lettori entrano nel blog, offrono spunti
interessanti: in tanti entrano cercando libri su Siviglia o libri che
si svolgono a Siviglia.
Mi è capitato di parlare varie volte di parlarne, ma non ho mai scritto un post
sulla letteratura che sceglie Siviglia come sfondo delle sue avventure. E' bene
rimediare, soprattutto alle soglie dell'estate, la stagione che più di tutte
invoglia alla lettura. E buona parte dei libri che si svolgono a Siviglia sono
scorrevoli e piacevoli, mantenendo desta l'attenzione fino all'ultima pagina.
Perfetti per le spiagge o i lunghi spostamenti in treno o in aereo.
In italiano sono usciti vari libri:
- La pelle del tamburo di Arturo Pérez Reverte. E' uno dei miei libri
preferiti in assoluto e il migliore che ho letto dedicato a Siviglia, perché la
città è grande protagonista, con le sue idiosincrasie e le sue abitudini. Il
giovane e ambizioso sacerdote Lorenzo Quart, viene inviato dal Vaticano a
Siviglia per indagare su una serie di morti misteriose, legate a una
speculazione edilizia che si vorrebbe fare sui terreni di una piccola chiesa
del Barrio de Santa Cruz; in città il sacerdote entra in contatto con antichi
casati aristocratici, banchieri ambiziosi, preti disillusi e suore ambigue.
Rimane affascinato dalla duchessa Macarena Bruner, una delle donne più
mediatiche della città, divorzianda da un banchiere e legata a un torero per
dispetto, e dalla madre, duchessa per diritto proprio e donna dalle mille
sorprendenti risorse (se vi capiterà di intravedere nelle due dona Cayetana de
Alba e sua figlia Eugenia, non sarete stati i soli). Intorno a loro anche
un'altra Siviglia, più trianera, più copla, flamenco y olé. La cosa bella è che
chiunque abbia vissuto a Siviglia può riconoscere tantissime cose della città,
nei personaggi del libro; e chi non è mai stato a Siviglia può farsi un'idea
realistica di mentalità, passioni e idee dei sivigliani. Nel desincanto
e nelle amarezze, nella ribellione e nelle sorprese, si intravede l'animo
romantico di Pérez Reverte. Soprattutto si ama il suo grande affetto per
Siviglia, per le sue debolezze e per questa capacità che ha di rimanere sempre
uguale a se stessa e di amarsi come poche, nel suo provincialismo e nelle sue abitudini, nonostante sia così cosmopolita, grazie a turismo ed Erasmus.
Dello stesso autore, se amate l'avventura, c'è L'oro del Re, un'avventura del Capitano Alatriste: è il Siglo de Oro, Siviglia è il porto delle Americhe e il capitano è incaricato di creare una formazione di uomini avventurosi che vegli senza scrupoli sull'oro del Re in arrivo dalle colonie americane e diretto ai debiti del sovrano. E' un ritratto senza sconti della Siviglia del Siglo de Oro: la città più ricca dell'Europa dell'epoca, che costringeva i propri abitanti alla picaresca, la sopravvivenza di espedienti e piccoli imbrogli, la miseria che sfociava nella violenza e nella prostituzione, a causa delle enormi disuguaglianze sociali e della mediocrità della sua classe dirigente. Ci sono alcuni passaggi, del giovanile amore tra l'ingenuo Íñigo e la furba Angélica, che ritornano alla mente, passeggiando per Santa Cruz; a volte, dietro il Patio de Banderas, non è difficile immaginarsi il fruscio delle gonne di Angélica, che gioca con il il tenero aspirante amante.
Dello stesso autore, se amate l'avventura, c'è L'oro del Re, un'avventura del Capitano Alatriste: è il Siglo de Oro, Siviglia è il porto delle Americhe e il capitano è incaricato di creare una formazione di uomini avventurosi che vegli senza scrupoli sull'oro del Re in arrivo dalle colonie americane e diretto ai debiti del sovrano. E' un ritratto senza sconti della Siviglia del Siglo de Oro: la città più ricca dell'Europa dell'epoca, che costringeva i propri abitanti alla picaresca, la sopravvivenza di espedienti e piccoli imbrogli, la miseria che sfociava nella violenza e nella prostituzione, a causa delle enormi disuguaglianze sociali e della mediocrità della sua classe dirigente. Ci sono alcuni passaggi, del giovanile amore tra l'ingenuo Íñigo e la furba Angélica, che ritornano alla mente, passeggiando per Santa Cruz; a volte, dietro il Patio de Banderas, non è difficile immaginarsi il fruscio delle gonne di Angélica, che gioca con il il tenero aspirante amante.
- La vendetta di Siviglia di Matilde Asensi. E' stata una delle piacevoli sorprese di qualche tempo fa; un libro comprato e letto semplicemente perché
si svolge a Siviglia e poi capace di raccontare una Spagna inaspettata, che in
genere non arriva mai a chi conosce superficialmente il Paese. Siamo nel Siglo
de Oro, alla seconda puntata della trilogia di Catalina Solís, giovane di buona
famiglia spagnola trasformatasi in pirata con il suo alter ego Martin Ojo de
Plata, per difendere l'onore della propria famiglia. Dopo l'avventura ai
Caraibi di Terra Ferma (che non è necessario aver letto, per leggere La
vendetta di Siviglia: io non l'ho letta), Catalina torna in Spagna, a Siviglia,
per salvare suo padre dalle prigioni del Re. Ma arriva in tempo solo per
promettergli di vendicare la sua morte, avvenuta in un'oscura e infraumana
prigione sivigliana. Per compiere la sua promessa, Catalina usa il suo tesoro e
si trasforma in una ricchissima vedova appena arrivata dai Caraibi: si muove
abilmente nell'alta società sivigliana, dalla religiosità ipocrita e
dall'esibizionismo spaventoso della sua ricchezza, e si fa aiutare, per la sua
vendetta, dai pícaros dell'altra Siviglia, quella che sopravvive miseramente nelle
strade, senza dimora e senza lavoro, nonostante l'incessante arrivo dei tesori
delle colonie americane. Così, in una storia d'avventure e vendette, si
scoprono le basi d'argilla dell'impero spagnolo, le ragioni della sua fragilità
e della sua caduta, nonostante la disponibilità delle maggiori ricchezze mai
prodotte in terra americana. Una storia che, come ama ricordare Arturo Pérez
Reverte, con una certa rabbia e molta amarezza, si è appena ripetuta: la Spagna della
democrazia, che ha avuto a disposizione i grandi finanziamenti europei e ha
creato grandi ricchezze con la bolla immobiliare, non ha saputo costruirsi
alternative, non ha saputo diversificare la sua economia ed è precipitata
nuovamente nella povertà, ancora una volta a causa del'inettitudine della sua classe dirigente. La storia si
ripete.
- La serie dell'Ispettore Falcón (in italiano sono usciti L'uomo di Siviglia,
La moschea delle ombre) di Robert Wilson. Quattro libri che raccontano le
indagini del tormentatissimo ispettore Javier Falcón, figlio di un famoso
pittore spagnolo dalla vita rocambolesca e avventurosa, in una Siviglia che non
è proprio da cartolina. Non ho ancora letto i suoi libri, il più famoso dei
quali è L'uomo di Siviglia, ma mi sono stati raccomandatissimi e ho intenzione
di leggerli. Anche perché se i precedenti sono libri di autori spagnoli, questi
sono scritti da un inglese, in inglese, e sarà dunque interessante leggere lo
sguardo sulla città di uno straniero. Da questi libri è stata tratta anche una
serie televisiva britannica, Falcón, che, ho appena scoperto, si può vedere
anche nel web, sottotitolata in italiano.
A chi capisce lo spagnolo vorrei segnalare due libri ancora, che ho molto
amato, scritti da due giornaliste sivigliane, Nerea Riesco e Eva Diaz Pérez. Il
primo, El elefante de marfil, di Nerea Riesco, si svolge tra il 1755 e la
Guerra d'Indipendenza spagnola dell'inizio del XIX secolo e si ispira a una
leggenda, che vuole che un re cristiano e un re moro si siano giocati a scacchi
il controllo di Siviglia. Nel libro è il possesso della Giralda, il campanile
di Siviglia, antico minareto musulmano, che dipende da una partita a scacchi
non ancora terminata, nonostante siano passati secoli dalla caduta dei regni
islamici in Andalusia. Sullo sfondo di questa partita, la storia di una
famiglia di tipografi imprenditori, guidata da magnifiche donne, e di una
Siviglia decadente, provinciale e sempre povera, dopo aver perduto anche il
porto esclusivo delle ricchezze americane, passato a Cadice a causa del
Guadalquivir non più navigabile. Ci sono anche passaggi dedicati a Carmona,
deliziosa cittadina a circa 40 km da Siviglia e raggiunta dai protagonisti del
libro dopo ore e ore di cavalcate. Il secondo libro più che un libro che si
svolge a Siviglia è un omaggio di Eva Diaz Pérez alla propria città;
probabilmente stanca di vederla ritratta secondo stereotipi, la giornalista di El
mundo ha scritto Sevilla, un retrato literario, in cui riscopre il ruolo di
Siviglia nella letteratura, andando a cercare i luoghi e la topografia in cui
si sono mossi i protagonisti dei libri ambientati in città e i loro stessi autori, da Castiglione a
Lord Byron, da Jorge Luis Borges a Marguerite Yourcenar. Un ritratto insolito,
che scopre quanto Siviglia sia stata e sia fonte di ispirazione per la
letteratura.