mercoledì 13 giugno 2007

I Paesi delle Ande contro la FIFA e il divieto di giocare oltre i 2500 metri

La FIFA ha stabilito che non si può giocare al pallone oltre i 2500 metri: secondo i dottori consultati l'altezza costituisce un rischio per la salute per gli atleti non abituati alla scarsità di ossigeno. Dunque Bogotà (2800 m), La Paz (3600 m), Cuzco (3400 m) e Quito (2850 m), solo per fare un esempio, non potranno più ospitare le partite delle loro nazionali. La cosa ha suscitato vivaci proteste nei Paesi andini, dove non hanno grandi campioni che superano le frontiere, ma sono calientes e appassionati di calcio esattamente come i loro colleghi europei o brasiliani o argentini. Oltre alle proteste formali, anche gli esempi pratici. Nemmeno troppo velatamente danno la colpa della misura, che impedisce anche a squadre più potenti, come la boliviana Wilstermann, di giocare in casa le partite delle coppe sudamericane,  alle più potenti federazioni argentine e brasiliane. E infatti i brasiliani sono stati i primi a commentare che la decisione della FIFA va appoggiata perché se è stata assunta, parola di Robinho e dell'allenatore Dunga, "qualche ragione ci sarà".
Il presidente della Bolivia Evo Morales ha preso la cosa giustamente molto sul serio e dopo aver giocato una partitella con alcuni membri del governo a 5400 metri, ha partecipato a un'altra con alcuni membri del governo e alcuni giocatori della nazionale boliviana presente a USA94, a 6500 metri. Il segretario della Federazione Boliviana del Calcio Pedro Zambrano ha spiegato alla BBC che la partita del presidente "è una dimostrazione che giocare in alto non ha ripercussioni sulla salute. Vogliamo dimostrare che giocare non a 3500, ma a 6000 metri non crea alcun problema".
Il Ministro dello Sport, l'ex capitano della nazionale boliviana Milton Melgar, manifesta preoccupazione soprattutto perché "è una misura che discrimina gli abitanti delle Ande. Perché se il problema fosse davvero la salute, bisognerebbe fare studi in tutte le regioni, a tutte le altezze, e in tutti i climi, per vedere quali aree sono davvero pericolose. Non possono discriminare in questo modo il 70% dei boliviani e gli altri Paesi andini su un tema come fare sport nel posto in cui sei nato e vivi". I boliviani, per esempio, ricordano ancora quella partita a Recife, contro il Brasile, con 42°C e quasi il 90% di umidità: condizioni così estreme per gli andini (e non solo) che persero per 6 a 0. Si vieteranno anche le condizioni estreme dei climi tropicali e/o umidi? e se è pericoloso giocare oltre i 2500 metri, che dire della finale di USA94 disputata a mezzogiorno a Los Angeles a luglio? e saranno problematiche anche le partite sotto zero in Russia o quelle sotto il sole africano?
E' un argomento molto serio, come si vede. Perché se si stabilisce che non si può giocare al pallone oltre determinate altezze, prima o poi sarà legittimo stabilire che si potrà giocare solo in certi Paesi e magari solo in determinate aree, dotate di un clima temperato, e solo in determinate stagioni dell'anno. La discriminazione verso gli altri popoli, che vivono in condizioni estreme, è evidente.
Nel forum della pagina web ispanica della BBC le reazioni sono sorprese e in linea di massima contrarie alla decisione della FIFA. Per esempio, Luis da Buenos Aires (dunque non direttamente interessato) scrive: "Mi sembra che la FIFA stia creando una nuova categoria per i mondiali di calcio. In altre parole adesso il campione del mondo sarà determinato solo dall'essere campione sotto i 2500 metri, è un'assurdità. Un campione è campione nel Mar Morto o nel Tibet". Gli andini sono i più sorpresi, i più indignati e anche i più addolorati; Carlos da La Paz, la capitale più alta del mondo, scrive: "La misura adottata è inumana, visto che il calcio si è sempre caratterizzato per la sua universalità; adesso con l'idea di proteggere gli atleti, annullando le gare negli stadi a più di 2500 metri sul livello del mare, stanno proteggendo Paesi potenti che non hanno bisogno di favori antisportivi, anche perché a La Paz si sono giocate eliminatorie e campionati sudamericani senza nessuna difficoltà o emergenza medica". Da Bogotà Angela fa notare che "non è l'altura a creare problemi alla salute dei giocatori, ma la mancata preparazione per i cambi, in Europa giocano d'inverno, con temperature piuttosto basse, perché non possono giocare in altura? non diciamoci fesserie, visto che ci sono tanti atleti che si allenano a più di 2500 m per migliorare il rendimento, a Bogotà 200mila persone escono la domenica nelle piste ciclabili ad allenarsi senza problemi di salute".
Il 14 giugno la Bolivia e gli altri Paesi si appelleranno ad Asunción alla Confederazione Sudamericana di Calcio. La stessa che li ha lasciati soli davanti alla FIFA. In ogni caso, mucha suerte.