giovedì 3 marzo 2011

Carlos Slim apre il Museo Soumaya a Città del Messico: le sue collezioni gratis per il pubblico

Carlo Slim in America come Heini von Thyssen in Europa? Il magnate messicano che contende a Bill Gates il titolo di uomo più ricco del mondo (il suo patrimonio personale è stimato intorno ai 53,5 miliardi di dollari), ha inagurato due giorni fa, in presenza di oltre 300 ospiti, tra cui il presidente del Messico Felipe Calderón, con la moglie Margarita, e Gabriel Garcia Marquez, il Museo Soumaya, che raccoglie parte delle sue sedici collezioni d'arte. "Non ha senso essere collezionisti d'arte se non si può condividere questa passione con gli altri" ha detto Slim ai media per spiegare perché ha deciso di aprire un Museo. Più o meno le stesse ragioni del barone Thyssen, quando ha ceduto la sua collezione alla Spagna, perché fosse pubblicamente esposta.
La differenza è che il Museo Soumaya è gratuito e il Thyssen di Madrid no. "E' uno spazio che potrà essere visitato da giovani e bambini e da tutta la famiglia, ci auguriamo sia uno dei più importanti per Città del Messico e sarà sempre gratuito" ha detto Carlos Slim, che ha chiarissimo il ruolo propedeutico del Museo: "L'idea di collezionare è nata per avere disponibile nel Messico una collezione che permetta a molti messicani che non possono viaggiare, di avere accesso all'arte, goderla e conoscerla".
La passione per l'arte e per il collezionismo gli è stata trasmessa dalla moglie Soumaya, scomparsa nel 1999, a cui Carlos Slim ha voluto dedicare il nuovo Museo, sin dal nome. Ma non è stato solo il suo vedovo a ricordare Soumaya, durante l'inaugurazione. "Intuiamo che questo grande Museo è anche un'espressione d'amore e di gratitudine a una moglie, a una madre, a una nonna che non c'è più e di cui si sente la mancanza. Sono sicuro che la signora Soumaya, sia dove sia, deve guardare a questo Museo con lo stesso affetto con cui è stato fatto e dev'essere pienamente orgogliosa di questa magnifica opera da lei iniziata e che oggi, finalmente, si contempla da qui e può essere visitata da tutti i messicani come lei. Sono sicuro che lei ha sempre voluto questo" ha detto il presidente Felipe Calderón.
Il Museo è ospitato in un avveniristico edificio alto 47 metri e disegnato dall'architetto Fernando Romero, genero di Carlos Slim e fondatore del Laboratory of Architecture: sono oltre 6000 mq distribuiti su sei piani in un edificio che ha la forma di un cubo compresso e ruotato, la cui facciata è composta da 16mila esagoni brillanti di 13 forme diverse. E' una struttura brillante e all'avanguardia, dotata di strumenti per poter garantire a tutte le opere, appartenenti a periodi e culture diversi, le migliori condizioni di umidità e temperatura per la loro protezione: la sua realizzazione ha richiesto un investimento di 800 milioni di pesos messicani (circa 47,7 milioni di euro). Sull'asse centrale si trovano tutti i servizi, compresi gli ascensori, e le strutture tecniche; intorno ad esso si muovono le rampe e le scale che portano ai sei livelli del Museo. All'interno verranno ospitate 6200 opere d'arte della Fundación Carlos Slim: solo il 10% di una delle collezioni più importanti del mondo. Solo la collezione delle opere di Augusto Rodín che Slim ha ceduto al suo Museo vale il viaggio a Città del Messico: è la più importante del mondo, preceduta solo da quella della Francia. Tra gli altri artisti europei presenti nel Museo Soumaya, anche Tintoretto, El Greco, Rubens, Picasso, Renoir, Gibran, Miró, Dalí, Van Gogh, Monet, Cézanne, Matisse, Leonardo. Poi ci sono le collezioni americane, che iniziano con preziosi reperti dell'epoca pecolombiana e continuano con medaglie, monete e biglietti dell'epoca coloniale, per poi continuare con i lavori di Diego Rivera e Rufino Tamayo.
Nel vestibolo del Museo ci saranno Il Pensatore di Augusto Rodin, una preziosa scultura in bronzo di Laocoonte e un murale di Rufino Tamayo, che introducono così a una delle raccolte private più eclettiche che il pubblico possa visitare. In questo piano del museo ci sono anche un ristorante, un auditorium per 350 persone e un negozio di Telmex, una delle controllate di Carlos Slim, e un negozio del Museo; nel piano sotterraneo i laboratori e gli uffici. Il primo piano raccoglie lavori in oro e argento, con la più importante collezione di monete dell'epoca coloniale messicana; al secondo piano, reperti in ceramica, conchiglia e pietra dell'arte mesoamericana; al terzo ci saranno opere dei maestri europei e ispanici. Il quarto piano è dedicato al paesaggio, con lavori di artisti viaggiatori e un itinerario nel Messico indipendente, attraverso reliquiari, ritratti, oggetti di arte applicate. Al quinto piano dialogheranno arte europea e messicana del XX secolo, con opere di Diego Rivera, José Clemente Orozco, David Alfaro Siqueiros da una parte e Joan Miró, Salvador Dalí e Pablo Picasso dall'altra; qui verranno anche ospitate le mostre temporanee che il Museo organizzerà. Il sesto piano è dedicato a Rodin, con la mostra La era de Rodin, che esibisce le sculture del maestro francese. I collegamenti tra un piano e l'altro del museo sono gestiti con ascensori, scale e rampe.
L'importanza del Museo negli itinerari artistici di Città del Messico è chiara a tutti. Il presidente Felipe Calderón lo ha efficacemente sintetizzato nel suo discorso, il giorno dell'inaugurazione: "Con questo edificio, di architettura audace, il Messico si colloca all'avanguardia della cultura mondiale".
All'inaugurazione del Museo c'è stata un'autentica sfilata di personalità messicane del mondo politico ed economico, la presenza che ha destato più curiosità è quella di Emilio Azcárraga, proprietario di Televisa, uno dei principali competitors del Grupo Carso di Slim nel settore delle telecomunicazioni; a gestire la serata è stato chiamato il conduttore statunitense Larry King, che era, con il presidente Calderón e con il Premio Nobel Garcia Marquez, accanto a Slim al momento dell'inaugurazione.
Su quien.com c'è una galleria fotografica lunghissima con buona parte di ricchi e famosi che hanno partecipato all'inaugurazione.
Da youtube un bel video di 13 minuti che racconta graficamente e intuitivamente la genesi del Museo (così, senza bisogno di parole, è tutto più facile, anche per chi non capisce lo spagnolo)