lunedì 27 agosto 2012

La Spagna piange i piccoli Ruth e José Bretón, uccisi dal padre 10 mesi fa

Una delle ultime volte in cui sono stata a Córdoba, nel tiepido ottobre dell'anno scorso, sui pali della luce e alle pareti della città racchiusa nelle mura arabe, c'erano i manifesti di due bei bambini, Ruth e José Bretón Ortiz, appena scomparsi in un parco-giochi cittadino, mentre erano con il padre José. Ne parlavano tutti i programmi televisivi, in quei giorni, di Ruth y José, c'erano appelli a chi li aveva rapiti, affinché li restituisse alla madre, c'era la portavoce di Ruth Ortiz, la madre dei bambini, talmente sconvolta da non voler incontrare i media, che chiedeva tranquillità e assicurava che tutta la famiglia era sicura che i bambini fossero vivi, da qualche parte. Da allora, basta dire Ruth y José o los dos niños cordobeses, i due bambini cordobesi, e tutta la Spagna sa di chi si sta parlando.
Non mi appassionano le tragedie familiari, soprattutto quando diventano carne da macello dei magazines televisivi, con le facce di circostanza di presentatori che cercano la lacrima del pubblico e poi cedono la linea alla pubblicità, per ridere alla successiva intervista con il comico del momento. Per cui Ruth y José sono sempre rimasti come un sottofondo, mai approfondito e limitato ai titoli dei giornali. In Spagna, però, non è mai stato così: ci sono state numerose concentrazioni per chiedere la liberazione e la verità su Ruth y José, il loro papà è uno degli uomini più odiati del Paese, perché è l'unico che sa la verità e non la dice, nelle reti sociali, quando il caso torna d'attualità, si accendono i dibattiti sulla pena di morte e si esprimono tenerezza e pena per il destino sconosciuto di questi due bambini, 6 anni lei e 2 lui, che le foto vogliono davvero belli e sorridenti. Sono passati dieci mesi dalla loro scomparsa.
Le indagini della Polizia hanno a lungo considerato tutte le ipotesi, dubitando sempre della versione paterna: al parque dove José Bretón assicura di aver perso i figli, dopo essersi allontanato un momento per prendere qualcosa in auto, i bambini non sono mai arrivati. Nessuno li ha visti, nessuna telecamera ha registrato la loro presenza; qualcuno ricorda solo di aver visto il padre che li cercava, altri non ricordano nemmeno lui. Ma José e Ruth, sono tutti sicuri, non sono mai stati lì.
Si è parlato di rapimento da parte di qualche banda organizzata sia per una richiesta di riscatto sia per avviare i bambini a qualche attività illecita. Si è parlato di vendette familiari: i genitori dei due bambini si erano appena separati, anche se in termini cordiali, e magari la famiglia paterna e cordobese ha voluto "vendicarsi" di quella materna e onubense (di Huelva), nascondendo i bambini da qualche persona di fiducia. Si è parlato di assassinio da parte del padre, come una vendetta nei confronti della ex moglie, che ha voluto la separazione.
La Polizia ha cercato i bambini nella finca Las Quemadillas, alle porte di Córdoba, proprietà dei nonni paterni, dove José Bretón è stato visto nelle ore della loro scomparsa. Si sono scandagliate le acque del Guadalquivir, in cerca dei loro corpi. Si sono analizzate le ceneri dei falò all'aperto nella finca. Si sono fatti scavi nelle zone de Las Quemadillas con la terra appena rimossa. E a ogni fallimento della Polizia per Ruth Ortiz e per i suoi parenti si riaccendeva la speranza: se non li trovano, è perché sono vivi.
Poi si è arrivati all'arresto di José Bretón, accusato di aver ucciso i figli e aver nascosto i corpi. Ma lui, ormai in carcere da mesi, non ha cambiato versione: ha perso di vista i figli mentre erano ai giardinetti, qualcuno li ha rapiti e lui vuole ritrovarli. In carcere ha sempre colpito per freddezza e lucidità; qualche giorno fa ha detto a un compagno in carcere che i figli sono affidati a una persona di fiducia, alla ex ha detto di andarlo a trovare in carcere, se vuole sapere dove sono i bambini, agli inquirenti ha confermato la sua versione, senza cambiarla di un millimetro. Nell'ultima delle pochissime interviste concesse ai media Ruth Ortiz ha ammesso di aver perso le speranze di ritrovare in vita i suoi bambini.
Oggi i giornali aprono con la notizia che l'Unidad de Delincuencia Especializada y Violenta (UDEV) della Polizia ha confermato alla madre che Ruth e José sono morti: in uno dei falò de Las Quemadillas sono stati trovati resti ossei che secondo un'analisi esterna, voluta dagli Ortiz e affidata all'antropologo Echevarría Gabilondo, appartengono ai due bambini (gli studi della Polizia li avevano attribuiti a roditori e avevano escluso la loro origine umana). Secondo Canal Sur la Polizia ha trovato il DNA di Ruth e José in altri posti, non ancora resi noti, della finca. La notizia, che spegne tutte le speranze di trovare ancora in vita Ruth y José, ha aperto oggi tutti i telegiornali e i media spagnoli. Ed è davvero triste. Si parla sempre di Medea, ma quanti bambini pagano in questi anni l'incapacità dei loro padri di accettare la fine del matrimonio con le loro madri e quale follia si deve nascondere nelle menti di questi uomini, se sono capaci di uccidere i propri figli per far soffrire le donne che hanno osato lasciarli.
Adesso l'avvocato di José Bretón, José Maria Sánchez, manifesta "sorpresa" per questo nuovo rapporto, perché "in primo luogo questi resti sono stati analizzati dalla Polizia scientifica in due occasioni e sono stati categorici nel dire che erano resti di animali e non umani, poi per quanto ci hanno detto, non è stata fatta alcuna prova del DNA. La Polizia ha detto due volte il contrario, per questo mi sorprende che, davanti a questo nuovo rapporto, dicano che la Polizia scientifica lo considera vero. Se così fosse, la Polizia Scientifica non ne esce benissimo".
Probabilmente la guerra tra i genitori di Ruth y José continuerà ancora a lungo; o José Bretón ammette la verità e rivela una volta per tutte cosa è successo l'8 ottobre 2011, e fa giustizia ai suoi bambini, o sentiremo ancora parlare a lungo di questa tragedia familiare. Quello che c'è adesso è che questa è la notizia più triste che potesse arrivare. L'estate spagnola non poteva finire peggio. Che gli dei diano protezione a Ruth y José.