mercoledì 21 novembre 2007

Pomeriggi d'inverno al Corte Inglés di Siviglia

Piove, piove, piove in questo autunno andaluso che alla mattina nasconde la Giralda, il campanile della Cattedrale, con una foschia che sa più di gennaio che di novembre.
Cosa fare nei pomeriggi di pioggia, quando la programmazione televisiva non va oltre qualche telenovela improbabile e le ormai indigeribili chiacchiere sulla separazione dell'Infanta Elena? Una soluzione possibile è un salto al Corte Inglés, materno anche in queste grigie giornate autunnali, sempre più fredde, dato che il concetto di riscaldamento nelle case sivigliane è sui generis. Negli edifici del centro non ci sono termosifoni, i sivigliani si riscaldano con stufette elettriche, coperte e scialli. Nada más, niente di più. Non credo aver mai sofferto il freddo tanto quanto negli inverni andalusi. E quando l'ho fatto notare a un'amica sivigliana mi ha risposto sorpresa: "Ma Siviglia si deve difendere dal caldo, non dal freddo!" Per questo è pronta a gelare da novembre a gennaio.
Meno male che uno studente tedesco, che aveva lo stesso problema di freddo, pur provenendo dal Nord (sarà che il freddo è freddo a tutte le latitudini) mi ha suggerito molto praticamente: "Va' al Corte Inglés, lì si sta al caldo!" Benedetto sia il Corte Inglés che ai sivigliani offre maternamente qualunque prodotto e a noi stranieri anche un po' di calore.
Il Corte Inglés più antico e più famoso è quello di plaza del Duque de la Victoria, una delle piazze cittadine più frequentate, tra la Campana, da cui iniziano le commerciali calles Sierpes e Tetuán, e lo storico quartiere di San Lorenzo. Una delle caratteristiche del Corte Inglés è che quasi sempre occupa edifici di 4-5 piani costruiti appositamente, che all'esterno appaiono come grandi cubi grigi, senza finestre, animati solo dal logo verde del grande magazzino. Un'altra caratteristica, piuttosto singolare, è che questi orribili cubi quasi mai stonano con l'architettura circostante e hanno addirittura una loro grazia. Costruito negli anni '20, il Corte Inglés di Plaza del Duque  è diventato immediatamente un punto di riferimento cittadino, nelle strette vie adiacenti, soprattutto sul lato della plaza de la Concordia, ci sono code interminabili, a fila indiana, per entrare nei suoi parcheggi sotterranei. Ovviamente ha fatto fuori il piccolo commercio dei dintorni: adesso occupa due lati della piazza. Nell'edificio storico si trova davvero di tutto, nel punto di vendita di fronte vende musica, DVD, libri e tecnologie moderne.
Farsi un giro da perditempo al Corte Inglés significa passare ore senza annoiarsi. Nel settore riservato ai giornali c'è l'invito, ovviamente disatteso, a non leggere e a non aprire le riviste. Davanti ai quotidiani c'è sempre un certo numero di pensionati che legge l'ABC (El Pais ed El Mundo, nonostante la fama planetaria, non riscuotono lo stesso successo), le signore sfogliano di nascosto le patinate Hola e Diez Minutos e io sorrido felice ai titoli della Gazzetta dello Sport, l'unico quotidiano del giorno che arriva, succeda quel che succeda, semplicemente perché sono in italiano. Poi ci sono gli occhiali da sole e gli articoli in pelle, i grandi e sofisticati cappelli da cerimonia da provare davanti agli specchi. Tutto è sempre molto lindo y glamour, anche i bonbon che attirano i bambini davanti alle commesse annoiate.
Ecco, le commesse del Corte Inglés. Su di loro c'è stata un tempo tutta una letteratura. A Siviglia mi dicono che entrare a lavorare al Corte Inglés, il sogno di molti perché è un "posto sicuro", l'incubo di altri perché i benefit diminuiscono a ogni rinnovo del contratto, non è così facile, ci vuole un enchufe, la solita raccomandazione. Le ragazze che ci riescono indossano la divisa blu della casa e si muovono disinvolte tra un reparto e l'altro, con un'aura sofisticata e un sorriso gentile ma distante. "Superba come una commessa del Corte Inglés" ho letto una volta. E da allora ci faccio caso. Le commesse del Corte Inglés sono diverse.
Sull'altro lato di plaza del Duque si possono trovare gli ultimi film in DVD, gli ultimi CD, i best seller del momento. Questo sì, a un prezzo più alto che altrove. Non ho mai capito perché, ma se una viena chiquita, un panino tipico del sud, costa in una panetteria 0,20 centestimi, al Corte inglés costa 0,30; se l'ultimo disco di Juanes lo si trova a 14 o 17 euro, al Corte Inglés non scende dai 18,50 euro. Il trucco che mi hanno rivelato a Siviglia è andare al Corte inglés e vedere se il tal libro o disco è uscito e quindi andare a comprarlo altrove. Mentre si girovaga in cerca di musica si possono ascoltare i brani del momento, scelti dagli stessi dipendenti. Ricordo una scena di qualche anno fa. Era appena uscito México en la piel, il disco di Luis Miguel dedicato alla musica mariachi, e al Corte Inglés non si ascoltava altro. Finisce e una commessa, evidente fan del messicano, avvicina colleghi e chiede: "Lo rimettiamo?" Uno di loro la guarda horrorizado e dice "Ancora?!" allora lei si indispettisce e gli fa: "Sì, perché è un problema?" e aggiunge risoluta "Riascoltiamo Luis Miguel!" A volte anche le algide commesse del Corte Inglés perdono il controllo.