martedì 2 ottobre 2012

Il Museo Reina Sofia di Madrid celebra i 75 anni del Guernica con una mostra sugli anni 30

La regina Sofia inaugura oggi Encuentros con los años 30, una delle mostre più importanti della stagione culturale madrilena, voluta dal Museo Reina Sofia per celebrare i 75 anni di Guernica, il suo quadro più importante, dipinto da Pablo Picasso per denunciare la violenza nazista sui cieli della cittadina basca.
Le opere esposte sono 400, provenienti da musei di tutto il mondo, e aiutano a esaminare "questo decennio del XX secolo, come un periodo turbolento, in cui arte e potere si allearono e confrontarono e che, per molte cose, risulta chiave per capire il nostro stesso presente". Il comunicato stampa del Museo sulla mostra spiega che "la produzione artistica di quest'epoca,  segnata tanto da un crescente clima di violenza politica quanto dall'apparizione di importanti innovazioni tecnologiche, specialmente nell'ambito della comunicazione e dei trasporti, non deve concepirsi solo come un'estensione d'inerzia delle avanguardie dei due decenni precedenti e/o in relazione al suo rapporto, particolarmente conflittivo, con le narrative propagandistiche, ma anche come un momento in cui si mette in discussione e si riformula la modernità, in cui iniziarono a generarsi idee e oggetti che sfidavano i limiti tra discipline, mezzi e nazioni". Sono, in fondo, gli anni in cui si affermano, come arti, anche il cinema e la fotografia, come la stessa mostra madrilena evidenzia.
"E' una visione piuttosto restrittiva considerare gli anni 30 come un periodo minore, un momento eclettico in cui l'arte era solo strumentale" ha commentato ai media il direttore del Reina Sofia Manuel Borja-Villel. In realtà, spiega, furono anni "di grande intensità e creatività. Gli artisti dell'avanguardia entrano in conflitto con i loro stessi fantasmi e cercano soluzioni, a partire dall'astrattismo, dal surrealismo e dal realismo".
Il ruolo della Spagna, in quegli anni inquieti, non fu affatto marginale. E le collezioni permanenti del Reina Sofia lo testimoniano: i quadri e le opere che fanno da contorno al Guernica, il grande gioiello del Museo, aiutano a capire i movimenti artistici spagnoli, influenzati da Francisco Goya. "E' un'occasione in cui la collezione permanente e l'esposizione temporane sono perfettamente integrate" commenta Borja-Villel "Quello che qui si può vedere, tra le tante cose, è come l'egemonia culturale fosse precedente al dominio politico e come si stabilisse una relazione molto complessa e ambigua con il potere".
Jordana Mendelson, commissaria della mostra, preferisce parlare di incontri, che aiutano a spiegare i movimenti in corso negli anni 30. "Sono gli incontri tra artisti, a volte, il motore della creazione; possono essere incontri tra artista e modella, tra individuo e gruppo, o tra diversi stili espressi tra i gruppi", senza dimenticare cosa implica l'incontro "tra l'artista e il popolo per la sfera pubblica". Per questo la mostra dà spazio anche ai cartelloni e alle esposizioni internazionali, veri e propri "spettacoli propagandistici a cui gli artisti tentavano di partecipare".
La mostra del Reina Sofia è articolata in sei sezioni. La prima è Realismos, in cui si trovano artisti come Siqueiros, Ben Shahn, Guston, Beckman, si continua con Abstracción, in cui gli artisti presenti sono Hans Arp, Moholy-Nagy, John Cage, Merce Cunningham, Joaquín Torres García; Surrealismo offre quadri di Óscar Domínguez, Breton, Roland Penrose, Magritte, Picasso, Matta, Miró, Dalí. Le ultime sezioni sono dedicate alla Seconda Repubblica, alla Guerra Civile e all'Esilio, eventi fortemente spagnoli, ma con grandi implicazioni anche in Europa, per tutto quello che la Guerra Civile ha significato nell'immaginario europeo e per il contributo che gli esiliati spagnoli hanno dato alla cultura dei Paesi che li hanno ospitati.
E' l'ultima sezione, quella dedicata all'Esilio, che mette al centro il quadro a cui la mostra rende omaggio, il Guernica, dipinto da Pablo Picasso per il Padiglione Spagnolo della Expo Internazionale di Parigi, nel 1937. Intorno a lui, asse centrale del Museo e della Mostra, tutta la parabola della tragedia della Guerra Civile: la denuncia della guerra, la forza degli esiliati, il rifiuto (e l'impossibilità) del ritorno nella Spagna franchista, la celebrazione della democrazia.
Sono passati 75 anni e a volte sembra di essere di nuovo al punto di partenza (o quasi).
La mostra sarà aperta fino al 7 gennaio, c'è tempo, dunque, fino a tutte le vacanze di fine anno per visitarla; info nel sito del Museo Reina Sofia, in inglese e in spagnolo.