domenica 22 luglio 2012

Matilde Asensi presenta La conjura de Cortés e dice addio a Catalina Solis

E' appena uscito in Spagna La conjura de Cortés, il libro con cui Matilde Asensi conclude la trilogia di Martin Ojo de Plata, il pirata dei Caraibi sotto i cui panni si nasconde Catalina Solis. Nei tre libri, Tierra firme, Venganza en Sevilla (usciti in Italia con i titoli Terra ferma e La vendetta di Siviglia) e quest'ultimo, La conjura de Cortés, Matilde Asensi ripercorre il Siglo de Oro spagnolo, rompendo, come molti scrittori contemporanei, il mito di un secolo di grandi conquiste e ricchezze (su Rotta a Sud Ovest si è già parlato di Venganza en Sevilla). "E' stato un secolo magnificato ed elevato all'orgoglio nazionale, ma non è stato proprio così. Il popolo era povero, viveva in miseria e affamato, dato che le ricchezze delle Americhe servivano per pagare i debiti della Corona e degli eserciti dell'impero in cui non tramontava mai il sole, però in cui la gente non aveva da mangiare" ha detto nelle interviste ai media spagnoli.
Anche sulla conquista dell'America la scrittrice alicantina ha molto da ridire: "Non siamo stati i nazisti del XVI secolo, che abbiamo sterminato gli indigenas. Perché dovevamo ucciderli se ci servivano per lavorare nei campi e nelle miniere? Siamo arrivati, abbiamo conquistato i territori e, come in tutte le conquiste, ci sono stati morti, da una parte e dall'altra. La popolazione indigena ha iniziato a morire per le malattie portate dagli europei, come la varicella, la febbre o la scarlattina. Noi abbiamo il senso di colpa e a loro si insegna che noi siamo stati i cattivi. E' falso, frutto di una manipolazione, perché la verità è sempre nel mezzo. Siccome il libro avrà molti lettori nel Messico, ho voluto spiegare loro cosa è successo davvero. I nostri antenati non hanno rubato niente, sono stati la Corona e la Chiesa. Si sono spesi tutto in guerre religiose, nel mantenimento della corte e nella costruzione di cattedrali e statue. La gente del popolo non ha visto niente. Non possiamo sentirci colpevoli. Loro sono indipendenti già da 200 anni e continuano a essere immensamente ricchi, grazie alle loro risorse naturali".
Una simile descrizione del Siglo de Oro, con la ricchezza che è passata per la Spagna, senza che gli spagnoli abbiano saputo approfittarne per cambiare il loro modello economico e per investire a lungo termine, rimanda immediatamente all'attualità del Paese, con le grandi ricchezze create dalla bolla immobiliare, finite nelle mani di pochi e causa dell'attuale rovina. "La pena che sento è che in quattro secoli noi spagnoli non siamo cambiati troppo: eravamo un popolo povero e affamato e torniamo a esserlo e tutto grazie ad alcuni politici nefasti. Come nel Siglo de Oro, mentre arrivavano le ricchezze americane, la Spagna era in miseria" commenta Asensi "Hanno fatto tutto molto male: ci hanno portato sul bordo dell'abisso e regalano iPads a se stessi nel Congreso, mentre la gente perde la casa, i bambini non possono comprarsi i libri di testo e le farmacie non vendono le medicine perché non vengono pagate. Che poca vergogna, hanno!" Però poi Asensi ammette che non tutto è colpa dei politici: "La società ha vissuto al di sopra delle sue possibilità, soprattutto perché ti mettevano in mano i soldi per il mutuo della casa e ti davano anche più del necessario" (bastava farsi due conti e rendersi conto che la restituzione dei mutui era insostenibile, Matilde, non tutto è colpa di politici e banchieri!)
Della nuova avventura di Catalina Solis, sappiamo che avrà al centro l'apparizione di una mappa che rivela come trovare il leggendario tesoro di Hernán Cortés; approfittando di questo ritrovamento, Catalina potrà scoprire i traditori che stanno congiurando contro la Corona spagnola e potrà anche liberarsi di nemici che credeva già vinti. Però la protagonista della trilogia, ormai 23enne, avrà davanti un "nemico" inaspettato: l'amore, che metterà in grave pericolo gli equilibri conquistati. E sarà Alonso, il giovanissimo picaro che l'ha guidata nei meandri della Siviglia del Siglo de Oro, abituato a qualunque trucco pur di sopravvivere, e che ha suscitato in lei inaspettate gelosie, l'oggetto del suo amore? Matilde Asensi dice solo che "Catalina è passata dai 16 anni del primo romanzo ai 23 di questo, ha più forme e curve, per cui i vestiti da uomo non nascondono più che è una donna. E' maturata, è diventata più forte, non sarebbe stato credibile, perché se a quest'età non ti innamori, sei un po' strano, visto che tutti ci siamo caduti".
Il personaggio di Catalina è ispirato a Isabel Barreto, moglie di Álvaro de Mendaña, lo scopritore delle isole Salomone, che, durante la traversata, alla morte del marito, prese il comando della flotta e, vista l'opposizione dell'equipaggio, si travestì da uomo. Il travestimento delle donne non era un fenomeno raro nel Siglo de Oro, spiega Matilde Asensi: "Ci sono stati casi in tutta Europa. Un ammiraglio dell'Armata britannica, per esempio, risultò essere una donna alla sua morte. Le donne di quell'epoca dovevano uscire coperte e accompagnate. Uscivano solo per andare a Messa e a 13 anni cercavano loro un marito di 50, che era già rimasto vedovo varie volte, perché la morte durante il parto era frequente. Un orrore che vedevano sin da bambine, in madri e zie. L'unica alternativa a questo era il convento. Quelle che sceglievano di travestirsi da uomini erano donne decise e coraggiose, e questa decisione non implicava alcuna ambiguità sessuale. Non sono state molte, ma sufficienti perché la letteratura del Siglo de Oro abbia raccontato spesso il fenomeno".
La conjura de Cortés conclude la trilogia, si diceva. Una trilogia con storie avventurose che sembrano destinate più al pubblico giovanile che adulto e che però sono ricche di dettagli e pensieri che aiutano i lettori adulti a scoprire le contraddizioni, le ingiustizie e le miserie della Spagna del XVI e XVIII secolo; non sono contraddizioni del passato: a causa di quegli errori e a causa di quelle ricchezze americane distribuite subito ai banchieri fiorentini e tedeschi e alle reti di corruzione che tenevano in piedi lo Stato, la Spagna ha perso mano a mano influenza e potere in Europa e si è rinchiusa in se stessa e nella propria miseria, tornando in Europa solo negli anni 80 del XX secolo. Asensi non pensa riprendere il personaggio di Catalina e del suo alter ego, Martin Navares, detto Martin Ojo de Plata. Un po' la stanchezza che le produce il dover usare il linguaggio del Siglo de Oro, un po' l'esigenza a tornare a esprimersi nello spagnolo del XXI secolo, un po' la consapevolezza che "costa sempre tantissimo separarsi dai personaggi, ma è una legge di vita e tutto si cura". Con La conjura de Cortés vengono al pettine tutti i nodi e si conclude l'intera saga, in modo che non possa essere ripresa. La scrittrice non ha alcuna intenzione di iniziare un'altra trilogia né, riguardo questa appena terminata, ha intenzione di cedere i diritti per una versione al cinema: "Nessun regista spagnolo è in grado di fare un film d'avventure, firmerei solo se si proponessero Steven Spileberg o George Lucas".