lunedì 23 novembre 2009

Carmen von Thyssen difende la sua collezione d'arte dalle mire del figlio Borja

Probabilmente la baronessa Carmen von Thyssen non si aspettava che, firmato il Patto di Basilea con i figli del barone Heini per spartirsi l'eredità (a loro le industrie di famiglia, a lei la collezione d'arte con nessuna possibilità di impugnare gli accordi perché chi ci prova viene automaticamente escluso), i problemi ereditari sarebbero arrivati dal suo unico figlio naturale, il 29enne Borja, adottato dal barone poco dopo il loro matrimonio.
Da qualche tempo madre e figlio si parlano attraverso la copertina di Hola. Nell'ultima dedicata alla loro storia, Borja ha accusato al madre di nascondergli parte dell'eredità lasciatagli dal barone e di sentirsi molto deluso; da parte sua Carmen, che non si aspettava il colpo basso, ha denunciato il figlio, l'invisa nuora Blanca Cuesta e il loro avvocato per la sottrazione di alcuni documenti che custodiva nella sua casa madrilena de La Moraleja. "Sono molto tranquilla, è l'unico modo che ho di proteggermi e di proteggere quello che amo. Non posso dire di più perché è tutto sotto segreto istruttorio".
Probabilmente più dei problemi ereditari creati da Borja e da Blanca (secondo la baronessa è quest'ultima che ha manipolato il figlio fino a trasformarlo fisicamente, muscoloso e tatuato, e caratterialmente, meno docile e meno propenso al lavoro), Carmen preferirebbe parlare del Museo Thyssen Bornemisza, di cui è l'anima e che in questa stagione, grazie alla mostra Lágrimas de Eros è uno dei più frequentati di Madrid. Nel 2011 termina il prestito gratuito che ha concesso alla Spagna per esporre la sua collezione personale al Museo Thyssen, insieme a quella ceduta dal barone Heini negli anni 80. "Stiamo negoziando con il Ministero della Cultura il futuro dell'accordo, come sempre si avanza lentamente, con progressi e stop; il prestito gratuito finirà il 22 febbraio 2011 e bisogna arrivare a un nuovo accordo, se non succede niente, che non vedo perché debba succedere qualcosa" diceva qualche giorno fa la baronessa al quotidiano La razón.
Per la sua collezione Carmen non contempla la vendita: "Ho eredi e sono loro che decideranno più avanti. La cosa importante è che la mia collezione è legata al Museo Thyssen non solo per il legame di affetto con mio marito, che è la persona da cui ho imparato tutto quello che so di arte, ma anche perché sono unite quadro per quadro, dalla pittura del XIX secolo all'impressionismo e l'espressionismo. Se si separasse da quella che ha creato Heini, il Museo Thyssen soffrirebbe molto, per cui non concepisco altra soluzione che rimangano unite. I negoziati vanno bene e la formula del prestito è la più appropriata. Di fatto è quella utilizzata il primo anno del Museo Thyssen, quando si è comprata la collezione di mio marito. Bisogna capire una cosa che è fondamentale: devo pensare alla mia vita e non posso prestarla gratis per sempre".
Il pensiero corre ai suoi eredi, il figlio Borja, con il nipotino Sacha, e le due gemelline adottate un paio di anni fa. "Il mio dovere come madre è controllare che sia tutto in ordine e ben chiaro. Sto operando con un occhio al futuro, che è come bisogna fare quando parliamo di cose di così grande valore, e lo faccio per i miei figli; non continuerò con il prestito gratuito, è una cosa finita ed è comprensibile che voglia fare un passo ulteriore".
Ed è a questo punto che i litigi con Borja, che denuncia dalla copertina di Hola di essere stato escluso da parte dell'eredità del barone e chiede gli sia consegnata la proprietà di due quadri, entrano in gioco. Non offrono quella che si suole definire una "buona immagine" e possono rappresentare un ostacolo nei negoziati con il Ministero della Cultura. La baronessa ne è consapevole e chiarisce subito eventuali dubbi circa la proprietà dei quadri della sua collezione: "Conviene chiarire alcune cose perché alcune persone ne traggano le conseguenze. Il quadro di Goya Una mujer y dos niños junto a una fuente non apparterrà a nessuno finché sono viva. Né a mio figlio né a nessuno ed è tutto chiarito dagli avvocati. Le mie cose si governano sotto le leggi inglesi, perché così si sono rette quelle del barone e in questo stesso modo la sua collezione è stata portata a Madrid, secondo le leggi inglesi. Cosa vuol dire? che per la legislazione inglese non esiste la figura dell'eredità legittima. Così se qualche mio erede aspira a qualche opera della mia collezione deve aspettare che io non ci sia più e spero di esserci per ancora molto tempo". Insomma, se Borja chiede prima del tempo due quadri della collezione materna è perché "è mal consigliato. Forse questo gli servirà di lezione nella vita, meglio adesso che più tardi, perché la collezione Thyssen è troppo importante per giocarci".
Carmen continua a confidare nella "grande preparazione culturale" del figlio, che conosce perfettamente la collezione "è stato varie volte nel Museo" e "saprà essere all'altezza del suo cognome" nel futuro, quando non sarà più Carmen a vegliare su una delle più importanti collezioni d'arte private del mondo. Per ora a vigilare sul suo futuro c'è ancora lei, fiera come una leonessa al difendere gli interessi familiari e il legato del marito. Verrebbe quasi da dire, grazie al Cielo.