domenica 21 giugno 2015

10 anni dopo le nozze gay: Zapatero, la Spagna adesso è più decente

All'indomani del milione in piazza San Giovanni, a Roma, per il Family Day, El Mundo celebra 10 anni di matrimonio egualitario facendo incontrare José Luis Rodriguez Zapatero con la prima coppia omosessuale spagnola che si è sposata, Carlos Baturin ed Emilio Menéndez. L'incontro avviene a casa della coppia, nel quartiere madrileno di Chueca, il quartiere rilanciato dalla comunità omosessuale e adesso considerato uno dei più trendy della capitale. Carlos ed Emilio vivono al sesto piano di un edificio senza ascensore e al balcone hanno una bandiera dell'arcobaleno, listata a lutto, per la recente scomparsa di Pedro Zerolo, uno dei leaders socialisti della comunità omosessuale e strenuo difensore dei suoi diritti.

L'idea di celebrare i 10 anni della legge con l'incontro tra il Presidente che fortissimamente la volle e la prima coppia che ha potuto utilizzarla, è stata una gran bella idea. Se si mettono i volti, se si ascoltano le storie, al posto di numeri anonimi e di freddi codici, si capisce molto di più il senso di un fenomeno. Baturin e Menéndez sono stati legati per 30 anni, prima di poter legalizzare il proprio amore e conquistare diritti e doveri, l'uno verso l'altro. Si sono sposati l'11 luglio 2005 e ricordano quel giorno con affetto, senza dimenticare un certo timore perché "non sapevamo come avrebbe risposto la gente. Tenete conto che siamo una generazione che le ha prese, per essere quello che è, così quando ci hanno detto che c'erano 100 giornalisti... Emilio e io ne abbiamo parlato 'se diventiamo così visibili, domani ci menano per strada'" ricorda Carlos. E invece. "Quando siamo usciti dal Municipio c'era molta gente e risulta che erano dell'associazione dei residenti, che si erano riuniti per proteggerci, perché non si sapeva cosa sarebbe successo".

E Zapatero, che ricorda: "Le prime settimane mi passavano informazioni di tutti i matrimoni che si stavano celebrando. Ho vissuto momenti molto emotivi. Ricordo sempre, credo che fu il giorno stesso o il giorno dopo dell'approvazione della legge, una coppia gaditana ripresa da Telecinco, che era fantastica. Uno era proprietario del bar e l'altro era il cameriere, stavano insieme da 20 anni. Avevano già la loro età, una sessantina, dieci anni fa, ed era fantastico vedere la loro spontaneità e come la gente li applaudiva. Mi sono reso conto che la legge avrebbe avuto consenso popolare, perché non appena la gente vedeva le storie d'amore, amore libero, per di più, applaudiva".

Carlos ed Emilio tornano a quando il PP ha tentato di far cancellare la legge dalla Corte Costituzionale, finendo sonoramente battuto, perché il Tribunal Constitucional ha rifiutato l'incostituzionalità per 8 voti a 3. "Confidavo che il Tribunal non l'avrebbe cancellata e che il PP non avrebbe cercato di cambiarla perché penso sapesse che godeva di un grande sostegno" dice adesso Zapatero. Mentre Carlos ripensa alla palestra, la stessa che frequentava con il magistrato Javier Bermudez, che lo tranquillizzava e gli diceva di non temere il Tribunal Constitucional. "Sapete che sono ottimista, i diritti, quando si conquistano, è difficile che si riperdano. Una delle cose che mi rendono più felice è che ci sono varie coppie che mi hanno detto di aver letto, nella cerimonia di nozze, il mio discorso del giorno dell'approvazione della legge" dice Zapatero "Ho sempre detto che è stato uno dei miei discorsi più importanti, forse il migliore che ho fatto, quando ho detto che la Spagna sarebbe stata un Paese più decente. Ho cercato molto la parola, ci ho pensato molto, il Paese è più decente".

Si legge Zapatero e si pensa al Family Day italiano. Non pensate male, anche in Spagna ci sono state manifestazioni cattoliche e conservatrici contro la legge del matrimonio omosessuale; il PP, non appena arrivato al Governo, ha tentato la carta dell'incostituzionalità, con scarso successo. Ma dieci anni dopo, nessuno potrebbe immaginarsi la Spagna senza la sua legge per il matrimonio omosessuale. Per lo stesso Zapatero questa legge è la sua "maggiore opera come presidente del Governo, dal punto di vista di quello che rimane, come momento storico. La cosa più fantastica di questa legge è che in un giorno, un atto con appena 15 o 16 parole nel Codice Civile ha reso felici migliaia di persone, dando loro uguaglianza e dignità. E' una cosa molto difficile da ottenere con qualunque altor misura di Governo. Penso al giorno in cui si è ottenuto il voto delle donne o alla conquista dei diritti civili negli USA. E' stata una sfida di questo tipo, così la vedrà la Storia".

In Italia non abbiamo un Presidente del Consiglio che sostiene il matrimonio omosessuale, per lui vanno bene le unioni civili e queste promuoverà, sul modello tedesco, i suoi alleati non vorrebbero neanche questo, ma, Matteo, prendi nota e pensa a tutti i Carlos e gli Emilio che anche in Italia stanno aspettando. Se non proprio Zapatero, regalaci qualcosa del genere.


giovedì 18 giugno 2015

Felipe VI celebra il primo anno di regno con i cittadini esemplari

Va bene, a questo punto è lecito amarli. Il 19 giugno 2015, domani, insomma, Felipe e Letizia di Spagna celebreranno il loro primo anno come Reali di Spagna. Già alcuni giorni fa, la Casa Reale aveva fatto sapere che non ci sarebbe stata alcuna festa speciale: la situazione economica spagnola, non così splendida come la racconta il governo di Mariano Rajoy, non lo permette e disoccupati, pensionati e sfrattati non avrebbero apprezzato una festa, mentre loro non arrivano a fine mese.

Ma la Zarzuela è andata oltre e ha annunciato che, sebbene senza festa, l'anniversario della proclamazione di Felipe VI non passerà inosservato. Il Re e la Regina consegneranno le Medaglie al Merito Civile ossia, spiega El Mundo, "nel loro primo anniversario si circonderanno degli eroi quotidiani, che nella loro vita quotidiana mantengono un comportamento esemplare nei loro ambiti". Un altro gesto più che simbolico, che sottolinea il valore dell'esemplarità nella vita quotidiana e l'importanza che gli dà la nuova Monarchia spagnola. I premiati sono oltre 30 cittadini, di età compresa tra i 30 e gli 82 anni, attivi nei più diversi ambiti della società: tra di loro ci sono imprenditori, medici, avvocati, cooperatori, funzionari, immigrati. Tutti impegnati a far sì che questo mondo sia ogni giorno migliore.

Il desiderio della Casa del Re è che il giorno della proclamazione di Felipe VI sia il giorno della consegna delle Medaglie al Valore Civile, un modo di indicare che è il Re a rendere omaggio alla società e non viceversa. Il Re come primo servitore della Spagna, in fondo, come insiste a descriversi Felipe VI.

L'atto è previsto per domani, 19 giugno, alle ore 12, suppongo che ci sarà una diretta del Canal 24 horas. Se siete interessati, tenete sotto controllo www.rtve.es.


Ada Colau contro sfratti e malnutrizione infantile. Rajoy annuncia il cambio

Non ci sono soldi e non c'è consenso. Ergo, Barcellona rinuncia a presentare la sua candidatura per l'organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 (il progetto, ispirato a Torino 2006, coinvolgeva le valli dei Pirenei ed era piuttosto affascinante). E' una delle prime decisioni del nuovo sindaco della città, Ada Colau, sostenuta da Podemos, PSOE ed ERC (la Sinistra Repubblicana Catalana). La nuova giunta indignada barcellonese ha una chiara attenzione verso i cittadini più colpiti dalla crisi economica.

Nel programma dei primi giorni ci sono infatti un censimento dei bambini con problemi di malnutrizione, in modo che possano partecipare ai programmi per ricevere l'assistenza elementare. In Spagna, nonostante i proclami di successo del governo di Mariano Rajoy e della troika, che considerano il Paese sulla buona strada, un terzo dei bambini vive sotto la soglia di povertà (un terzo, in Europa, cara troika, ma che vi frega, visto che chiedete la riduzione delle pensioni più basse, in Grecia?!). Colau intende modificare anche i criteri per l'accesso agli aiuti, che, modificati lo scorso anno, hanno lasciato 4500 bambini senza assistenza.

Ada Colau è stata presidente della più importante piattaforma spagnola di lotta contro gli sfratti, in questa veste ha raggiunto una certa popolarità nazionale, dato che gli sfratti sono stati un grandissimo dramma, causa di rabbia e rancore sociale. E la sua attenzione verso gli sfratti e gli sfrattati non è venuta meno: ha già annunciato la convocazione della commissione che si occupa degli sfratti, in cui si trovano numerose associazioni della città e, soprattutto, importanti enti finanziari, come Catalunya Caixa, Bankia, Caixa Bank o BBVA, che controllano numerosi appartamenti vuoti.

Nei giorni scorsi Mariano Rajoy ha violentemente attaccato Pedro Sanchez, il giovane Segretario Generale del PSOE, che ha evitato qualunque accordo con il PP, come aveva promesso, cercando, sin dalla sera delle elezioni del 24 maggio, possibili alleanza con Podemos. Di fatto il PP si è trovato estromesso dal potere in oltre la metà delle Regioni e delle Città in cui governava, pur essendo risultato, varie volte, il partito più votato. Per il Presidente del Governo, Sanchez ha ridato fiato alla sinistra più radicale e populista, senza rispettare la volontà dei cittadini, che hanno ridato fiducia al PP. Molti leaders del Partito Popular, in questi giorni, hanno cercato di giocare con le paure degli spagnoli, ricorrendo addirittura alla Guerra Civile. Il PP è il partito che impedisce l'apertura delle fosse comuni, in cui i franchisti seppellirono i repubblicani giustiziati spesso senza processo, perché non intende "riaprire vecchie ferite"; di fatto, quando approvò la Legge della Memoria Storica, José Luis Rodriguez Zapatero fu duramente attaccato, proprio perché rievocava le divisioni degli anni della dittatura, cercando di dare giustizia ai repubblicani e alle loro famiglie; Rajoy ha svuotato la legge, privandola dei necessari finanziamenti per riaprire le fosse, identificare i resti e restituirli alle famiglie. Bene, questo partito, che "non vuole riaprire vecchie ferite", ha accusato il PSOE di aver ricreato il Frente Popular all'allearsi con Podemos; il Frente Popular è l'alleanza progressista che vinse le elezioni che, nel 1936, portarono alla proclamazione della Seconda Repubblica; la destra spagnola identifica la Seconda Repubblica con politiche anticlericali, chiese incendiate, instabilità varie, fino alla Guerra Civile.

Sostenere che il PSOE e Podemos sono un nuovo Frente Popular, ergo, che con la sinistra al potere la Spagna è in grave pericolo e che torneranno chiese incendiate, instabilità e Guerra Civile, è irresponsabile, indegno e incivile. Soprattutto se usano questi paragoni personaggi come Esperanza Aguirre, ex presidente della Regione di Madrid, potentissima lideresa di Madrid, che hanno problemi con la giustizia, devono rendere conto di milioni di euro entrati misteriosamente nei propri conti corrente, che vogliono rimanere attaccati al potere e non sanno accettare la propria fine politica. La crisi economica e politica, l'incapacità del PP di assicurare una certa giustizia sociale nella gestione dell'emergenza, hanno cambiato il volto della Spagna e hanno duramente sconfitto le politiche d'austerità, lodate dalla troika. Questo è il senso delle elezioni perdute dal PP e con cui il PP deve fare i conti, accettando che la sua insensibilità sociale ha fatto sì che altre formazioni entrassero nei Parlamenti regionali e locali e che il PSOE, anch'esso duramente punito dagli elettori, abbia guardato a queste formazioni, piuttosto che a un'impopolare Grande Coalizione.

Dopo le elezioni del 24 maggio, per qualche tempo Mariano Rajoy ha tentato di resistere alle richieste di cambiamento, provenienti dalla sua stessa base e dalla stessa dirigenza del PP. Il Presidente del Governo tende a non affrontare i problemi, nella speranza che si risolvano più o meno da soli (sta facendo la stessa cosa con i nazionalismi basco e catalano, che aspettano una risposta politica da molto tempo e meno male che c'è re Felipe, con la sua presenza, a far sentire loro che la Spagna c'è e li rispetta e li vuole con sé). Ma dai leaders regionali sconfitti e dai media affini le pressioni non sono cessate e il Presidente del Governo ha annunciato per oggi nuovi cambiamenti. Anche nel Governo. Vedremo.

lunedì 15 giugno 2015

Un itinerario nel Barrio de Santa Cruz, per trippando

Oggi ho iniziato a collaborare con il blog di viaggi Trippando, nato da un'idea della vulcanica Silvia Ceriegi e centro di una community appassionata di viaggi. Silvia, le sue idee e la community sono le ragioni per cui ho iniziato questa collaborazione. E di quale città potevo mai parlare, nel mio primo articolo? Sevilla, por supuesto, Siviglia, ovviamente! Non perdetevi l'itinerario per Santa Cruz, pensato per chi, quest'estate, sarà alla ricerca disperata di ombra, nelle belle strade di Siviglia!
http://www.trippando.it/siviglia-un-itinerario-nel-barrio-di-santa-cruz



Sondaggio di El Mundo: per Felipe VI una popolarità da record

Per celebrare il primo anno di regno di Felipe VI, El Mundo pubblica oggi un sondaggio di Sigma Dos appositamente realizzato e davvero incoraggiante per il re e per la Monarchia. E' l'ultimo di una serie di sondaggi, che, già dallo scorso ottobre, segnalano alla Zarzuela che la direzione intrapresa è quella giusta.


L'approvazione per la Corona è oggi del 61,5%, superiore, addirittura, all'appoggio di cui godeva prima della caduta di re Juan Carlos nel Botswana e di tutte le crisi seguite, quando era del 60%; rispetto all'ultimo sondaggio effettuato sotto il regno di Juan Carlos, a gennaio del 2014, la ripresa è di ben 10 punti (in quel sondaggio l'indice di approvazione era stato del 49,9%). In quello stesso sondaggio di un anno e mezzo fa, la popolarità di Juan Carlos era risultata essere del 41,3% e aveva segnato il punto più basso della Monarchia in democrazia. Felipe ha un'approvazione del 74,7%, sommando il 52% di chi ha una buona opinione di lui e il 22,7% di chi ha un'opinione ottima; il miglior risultato di Juan Carlos è stato 76% nel 2012.

Interessante il commento di El Mundo: "Come ci sono sempre stati più juancarlistas che monarchici in Spagna, Felipe VI può vantarsi di aver generato una legione di felipistas, tra i quali, in modo significativo, si trovano più della metà degli elettori di Podemos". Nel mio ebook, Felipe e Letizia - Un anno sul trono di Spagna, segnalo come Pablo Iglesias, il giovane leader di Podemos, sia una sorta di specchio di una generazione, nata in democrazia, che ha un rapporto di repulsione-fascinazione con la Monarchia e con Felipe VI. E riporto un interessante pasaggio del blog El Mundo de Zarzuela di elmundo.es: "Nonostante il referendum sulla forma dello Stato nel programma, il contestatario leader di Podemos potrebbe passare per un politico neutrale sulla monarchia. Non ci sono state occasione, tentazione o provocazione del detrattore della casta, in cui abbia messo nello stesso sacco anche il giovane Monarca. E' che sa che, se da qualche parte è iniziata in Spagna la rigenerazione istituzionale, è stato dalla Corona. Questo è il vantaggio del nuovo Re".


Una contraddizione resa evidente anche dal sondaggio di El Mundo. Il 53,5% di chi ha votato Podemos appoggia infatti Felipe, con un'opinione buona (42,9%) o molto buona (10,4%) e il 55,5% lo considera un buon sovrano. Gli unici che il nuovo re non seduce sono gli elettori di Izquierda Unida, decisamente antimonarchici, dato che il loro rifiuto per l'istituzione è passato dal 72,1% di giugno dell'anno scorso al 76,5% di giugno 2015 e i favorevoli alla Corona sono passati dal 22,6% al 20,7%. Felipe VI riceve una sorta di ovazione dagli elettori del PSOE: l'80% lo sostiene e il 70% è favorevole alla Monarchia (e teoricamente i socialisti sono repubblicani, anche se, come disse una volta Felipe Gonzalez, si sentono "a proprio agio con un re"); se i numeri del successo socialista di Felipe non vi avessero convinto, pensate che in uno stesso sondaggio per El Mundo, a giugno 2014, gli elettori del PSOE favorevoli alla Monarchia erano il 52,7%; un balzo di una trentina di punti. Sono monarchici e felipistas anche gli elettori del PP, il cui sostegno alla monarchia è passato dall'80,3% all'89,4%, e di Ciudadanos, che sostengono la Monarchia al 74,2% (non ci sono termini di paragone, perché è la prima volta che vengono interpellati).

Non sono però solo rose: il successo della Monarchia e di Felipe VI è soprattutto nelle generazioni più anziane. Tra i più giovani, il nuovo re ha conquistato consensi, circa il 54% di chi ha meno di 30 anni dice di appoggiare la Monarchia per la prima volta e il successo del sovrano raggiunge il 66%, ma il 43% dei più giovani rifiuta il sistema ereditario della Monarchia e tra di loro il 63,2% vota per Podemos.

Sono dati davvero incoraggianti per Felipe, che tra quattro giorni, il 19 giugno, celebra il primo anniversario della sua ascesa al trono; sono incoraggianti anche perché il sondaggio è stato effettuato tra il 9 e l'11 giugno, poco prima, dunque, della sua decisione di togliere all'Infanta Cristina il titolo di Duchessa di Palma di Maiorca, a causa dello scandalo di corruzione in cui è coinvolta. Avendo ottenuto la misura un consenso diffuso, chissà se avrebbe influito sulla popolarità del Re. Se il primo anno è stato un successo, adesso bisogna conquistare le generazioni più giovani, con il lavoro e gli sforzi quotidiani, che Felipe ha promesso per "rendere gli spagnoli orgogliosi del loro nuovo re".