mercoledì 13 gennaio 2010

Barcellona si ispira a Torino 2006 e vuole i Giochi invernali 2022

Barcellona ci riprova e chissà se stavolta avrà dietro di sé la Spagna reduce dalle delusioni di Madrid 2012 e 2016. Il capoluogo catalano ha annunciato oggi la propria candidatura all'organizzazione delle Olimpiadi Invernali 2022. Se riuscisse ad aggiudicarsela sarebbe la prima città ad aver organizzato le Olimpiadi estive, nel 1992, e, giusto trent'anni dopo, quelle invernali.
Dici Barcellona 92 e pensi a quel magico anno in cui la Spagna organizzò non solo le Olimpiadi, ma anche l'Expo di Siviglia, con il primo AVE che univa la città andalusa a Madrid. Dire 1992 è rievocare il momento di massimo splendore della nuova Spagna democratica quando, tra Felipe González, le nuove infrastrutture, la movida guidata da Pedro Almodóvar, le grandi riqualificazioni urbanistiche promosse dalle Olimpiadi, il Paese mostrava al mondo la propria rinascita e suscitava sorpresa ammirazione per la capacità di uscire, in soli 15 anni, dalla più oscurantista delle dittature fasciste per proiettarsi direttamente nel cuore dell'Europa più vivace, atlantica ed europeista. Forse Barcellona ha bisogno di rivivere un sogno come fu quell'anno spettacolare di cui fu indubbiamente protagonista di primo piano (buona parte della sua fama di città cosmopolita, avanguardista, aperta e tollerante viene non tanto da Erasmus, ché non abbiamo tutti 20 anni, ma dall'immagine offerta nel 1992).
Come si presenta il progetto barcellonese? Tiriamo fuori un po' di orgoglio torinese, ogni tanto. Il sindaco Jordi Hereu, che ha presentato la candidatura barcellonese questa mattina dal Museo Olimpico y del Deporte, intende utilizzare "il cambio di filosofia" del Comitato Olimpico Internazionale, che ha organizzato gli ultimi Giochi in grandi città vicine alle montagne e ha detto che l'esempio da seguire è Torino 2006. Come già Torino con le Alpi nel 2006, infatti, Barcellona punta sulla vicinanza ai Pirenei per organizzare le gare indoor in città e le competizioni sulla neve nelle vicine stazioni sciistiche. Torino modello di Barcellona, come, in fondo, Barcellona lo è stata nelle grandi riqualificazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Torino negli ultimi anni.
Il progetto non è ancora noto nei dettagli, per cui non si esclude niente. E' quasi sicuro che parteciperanno le stazioni sciistiche della Cerdanya, probabilmente qualche prova potrebbe coinvolgere anche il vicino Principato di Andorra, che ha manifestato interesse a partecipare; anche se è allo stato embrionale, il progetto prevede, insomma, il lancio sulla scena internazionale delle stazioni sciistiche più vicine al capoluogo (sembra esclusa al momento la presenza della più famosa e mondana Baqueira Beret, nella Vall d'Aran, in provincia di Lleida e quindi geograficamente troppo distante). Quella che è certa è la divisione dei ruoli lanciata da Torino: alla città le cerimonie di apertura e chiusura e le competizioni al coperto, alla montagna le gare sulla neve. "Sorprenderemo il mondo, questa città mediterranea può organizzare anche i Giochi Invernali" ha detto Hereu.
La candidatura di Barcellona è destinata a scontrarsi con quella di Saragozza Jaca, che è già stata presentata in altre occasioni, ma Hereu non è apparso preoccupato, dichiarandosi "rispettoso" di tutte le candidature e disposto a lottare lealmente per la vittoria della sua città. I tempi prevedono che il Comitato Olimpico Spagnolo scelga la proprio città candidata a giugno 2013. Quindi, a ottobre del 2015, sarà il Compitato Olimpico Internazionale a decidere dove si svolgeranno i Giochi Invernali 2022. Germania, Romania, Canada e Nuova Zelanda hanno già annunciato l'intenzione di competere con una propria candidatura. Bona sort a Barcellona, sarebbe bello rivederla sulla cima del mondo, trent'anni dopo.