Forse hanno ragione i culé, i tifosi del Barça, quando si godono con
gusto le loro vittorie perché sanno che buona parte della Spagna le soffre. Stamattina un po' tutti i giornali, a parte i catalani, ovviamente,
raccontano l'eliminazione del Barcelona de las seis copas dalla Coppa del Rey, la
Coppa di Spagna, praticamente, con un certo compiacimento, che non si avverte tanto nelle
parole, quanto nell'atmosfera. Solo El Mundo ammette
che la squadra di Pep Guardiola non poteva vincere per sempre, che la sconfitta sarebbe prima o poi arrivata e che, in fondo,
è venuta nella meno importante delle competizioni a cui partecipa il Barça, la coppa
nazionale.
La sconfitta è arrivata per mano del Sevilla, a Siviglia,
nonostante la vittoria del Barça (ha pesato il 3 a 2 per i sevillistas al Camp
Nou). Se è stato umile, generoso ed equilibrato nella vittoria, Guardiola ha dimostrato di
esserlo anche nella sconfitta (se questa filosofia di rispetto e riconoscimento degli
avversari che il Barça di Pep sta affermando con vigore, fosse anche dei media e dei tifosi spagnoli quando
parlano della Selección, a vedere la Spagna del calcio affermarsi
potrebbe produrre la stessa allegria che produce vedere il Barça sulla cima del mondo).
La prima cosa che Pep ha detto ai media è stata: "Congratulazioni al Sevilla" E
poi ha analizzato la partita ringraziando i suoi giocatori perché "hanno dato tutto,
sono troppo orgoglioso di loro per potergli rimproverare qualcosa". Più che
l'eliminazione, che "fa parte dello sport e non siamo
invincibili", l'allenatore dei catalani ha voluto sottolineare che "siamo stati
quello che siamo. Ci abbiamo provato fino alla fine e quando cadi così, non ci sono rimproveri da fare, solo imparare dagli errori. Ho la sensazione di non essere stato
all'altezza dei giocatori, di non averli portati dove meritano stare per la loro
qualità". Come si fa a non amare un uomo che parla così
dopo aver vinto sei coppe in un anno nel suo primo anno da allenatore di una grande squadra?
Si capisce perché a Barcellona siano pazzi di lui. Poco prima della partita di Siviglia,
quando il barcellonismo sapeva già di essere davati a una situazione disperata perché,
come dicono adesso i tifosi del Barça a chi si burla della
loro sconfitta, il Sevilla non è l'Alarcón (e che tacciano i
madridisti!), sul web sono stati pubblicati alcuni disegni che esaltano Pep Guardiola e la
sua leadership. Non li ho riportati per scaramanzia, ma adesso che è andata si può. Yes,
we Pep! è lo slogan che accompagna questa foto obamiana
che mi è molto piaciuta. Non ha ancora deciso se cercherà nuove sfide in Inghilterra o in Italia, come è giusto che sia (anche perché
è meglio lasciare prima dell'inevitabile declino),
ma probabilmente non sarà più così amato, Pep Guardiola.