lunedì 29 novembre 2010

La Reina del Sur diventa una telenovela di Telemundo e Antena 3

Sono iniziate a Málaga, e continueranno nella Costa del Sol fino a dicembre inoltrato, le riprese de La reina del Sur, la coproduzione ispano-statunitense che porterà sugli schermi della spagnola Antena 3 e della statunitense Telemundo il celebre libro di Arturo Pérez Reverte. In realtà spagnoli e ispanici degli Stati Uniti e dell'America Latina, non vedranno lo stesso prodotto finale: Telemundo sta girando una vera e propria telenovela da 70 episodi, che dovrebbe andare in onda nel primo trimestre del 2011, sull'onda del successo delle narco-novelas colombiane, da Sin tetas no hay paraiso a El Cartel, Antena 3 manderà invece in onda un adattamento in 13 episodi della stessa produzione. Inutile dire che gli aficionados di Arturo Pérez Reverte e i nuovi fans che Teresa Mendoza conquisterà sullo schermo spagnolo, correranno su Internet a cercarsi la versione lunga di Telemundo.
La reina del sur narra la storia di Teresa Mendoza, la giovane fidanzata di un narco messicano, che scala tutti i gradini del narcotraffico fino a convertirsi nella sua regina, con interessi illeciti in tre continenti, in continuo movimento e in continua lotta per la sopravvivenza in un mondo spietato e machista, in cui il narcotraffico si mescola alla politica e il lecito e l'illecito hanno confini ambigui, tra amori, tradimenti, morte, dolore e, soprattutto, quando Teresa scopre la verità, vendetta. La protagonista di questa miniserie è una messicana doc, Kate del Castillo, che probabilmente i cultori delle telenovelas ricorderanno di aver visto in Ramona, l'ultima telenovela di Eduardo Palomo, e in La mentira, accanto a Guy Ecker, e che gli amanti del cinema forse ricorderanno nel dolente film messico-statunitense La stessa luna (ma era anche la moglie di Antonio Banderas in Bordertown). Per questo personaggio la bella Kate, che aveva giurato non avrebbe più interpretato una telenovela perché "non devi fare niente, solo essere bella e soffrire", è tornata alle produzioni che l'hanno lanciata: "Teresa è un sogno per qualunque attrice" assicura "avevo letto il libro e confesso che stavo dietro al ruolo da quando hanno iniziato a parlare di progetti, poi mi avevano detto che a Hollywood volevano fare un film con altre attrici e mi sono dimenticata della cosa. Più tardi mi hanno detto che Telemundo aveva i diritti e aveva lavorato fianco a fianco con Arturo Pérez Reverte e che il ruolo era mio. Non ci potevo credere!" Teresa, dice Kate, "è un modello di donna, anche se io non sono affatto d'accordo con il mondo in cui si muove, il narcotraffico, ma ha molte sfumature, le sue circostanze l'hanno resa forte. E' molto umana, si sbaglia e si contraddice come tutti e deve affrontare le sue paure e i suoi errori. Non ha niente da perdere perché non ha mai avuto niente e questo la rende un'eroina. Non perde il tempo né vuole fare bella figura con qualcuno, se assomigliassimo a lei sarebbe fantastico".
Sono messicani anche gli attori che interpretano due personaggi chiave. El Güero Dávila, il grande amore di Teresa, è interpretato da Rafael Amaya. Ma è Epifanio Vargas, l'ambiguo protettore della protagonista, che ci regala uno dei grandi attori del Messico, Humberto Zurita, appena visto nella produzione italiana Terra ribelle nei panni del bandito Lupo. Le ambizioni politiche di questo personaggio sono tutto un simbolo delle commistioni tra narcos e politica. "E' un progetto fantastico, da un libro che ho adorato; quando l'ho letto ho pensato che sarebbe stato bello farne una versione teatrale, ma non è altro che un'idea per ora" ha detto Zurita ai media (adesso l'attore sta lavorando al suo debutto alla regia cinematografica con il film Me olvidarás, di cui sarà anche protagonista con la moglie Christian Bach e il figlio Sebastián Zurita: "E' una meravigliosa storia sull'adozione da parte di coppie gay, su esseri umani che vogliono essere e sono felici con le loro scelte sessuali" ha detto. Se ne riparlerà).
Di questa coproduzione ispano-statunitense ha parlato anche Arturo Pérez Reverte dalla Fiera Internacional del Libro di Guadalajara, dove ha presentato il suo ultimo libro, El Asedio. "Ho suggerito agli sceneggiatori di introdurre nuovi personaggi, narcos più giovani, di una nuova generazione, che non ha codici ed è più spietata" ha detto lo scrittore, che è parso piuttosto pessimista sulla spirale di violenza che vive il Messico a causa del narcotraffico. "Quando ho scritto La reina del sur c'erano ancora dei codici, adesso è tutto in mano a generazioni che non hanno formazione, sono oggi vivo e domani Dio dirà". Il pessimismo che sente per la situazione che vive il Messico e l'ammirazione che prova per i giornalisti che rischiano la vita per informare i propri lettori gli hanno fatto cambiare idea anche sui narcocorridos, le canzoni del nord messicano che esaltano le gesta dei narcos e che da loro vengono usate come strumento per inviare messaggi ad amici e rivali: "Il narcotraffico oggi non è più lo stesso. Adesso è come il colombiano dei tempi peggiori di Pablo Escobar, una guerra sporca in cui non c'è rispetto né per le donne né per i bambini, non ci sono codici né norme ed è comprensibile che dubitino sia giusto dare spazio ai corridos. Prima ero favorevole alla loro diffusione libera, ma in questo momento non lo so".