Centinaia di persone hanno protestato ieri davanti al ristorante Andrés Carne de
Res di Bogotà, uno dei più importanti dell'America Latina (il 24° dei 50
migliori ristoranti del subcontinente, secondo la rivista britannica
Restaurant) contro il proprietario
Andrés Jaramillo, per le sue parole sulla violenza sessuale. Le manifestanti erano tutte in minigonna.
Tutto è iniziato il 2 novembre, quando un gruppo di giovani ha cenato nel
ristorante e, secondo una denuncia presentata alla Polizia, una delle ragazze è
stata violentata. Per cercare di ridimensionare il dramma, che avrebbe
danneggiato il suo ristorante-discoteca, a Chia, uno dei quartieri della notte
bogotana, Jaramillo ha commentato: "Una ragazza arriva con una maglietta e
sotto una minigonna. A cosa sta giocando? e poi dopo, per togliersi la colpa del
peccato dice che l'hanno violentata". La frase non è ovviamente passata
inosservata e ha suscitato grande indignazione, su Twitter ci sono stati vari
hashtag che hanno indirizzato la rabbia delle colombiane.
La conduttrice televisiva Vicky Dávila ha lanciato #MePongoMinifaldaYQue (mi metto la minigonna e allora?): "Se sei una donna promuovi #mepongominifaldayque! e se sei uomo anche!" ha scritto dal suo account, pubblicando poi le immagini di tutte le volte in cui è apparsa al notiziario di RCN, una delle più importanti catene televisive del Paese, in minigonna. E' stata imitata da altre donne, che hanno pubblicato le loro foto in minigonna e da molti uomini, che hanno sostenuto la campagna su Twitter manifestando il diritto di vestirsi come si vuole, senza per questo essere violentate. "Viviamo in una società che insegna alle donne a stare attente a non essere violentate e non agli uomini a non violentare" è stato uno dei tweets di commento.
La conduttrice televisiva Vicky Dávila ha lanciato #MePongoMinifaldaYQue (mi metto la minigonna e allora?): "Se sei una donna promuovi #mepongominifaldayque! e se sei uomo anche!" ha scritto dal suo account, pubblicando poi le immagini di tutte le volte in cui è apparsa al notiziario di RCN, una delle più importanti catene televisive del Paese, in minigonna. E' stata imitata da altre donne, che hanno pubblicato le loro foto in minigonna e da molti uomini, che hanno sostenuto la campagna su Twitter manifestando il diritto di vestirsi come si vuole, senza per questo essere violentate. "Viviamo in una società che insegna alle donne a stare attente a non essere violentate e non agli uomini a non violentare" è stato uno dei tweets di commento.
Le proteste nelle reti sociali hanno dato vita alla manifestazione di ieri,
davanti al ristorante di Jaramillo. Tutte in minigonna, per dimostrare contro il
ristoratore e la sua mentalità machista. "Ma la cosa che mi fa più male
è che molte donne la pensano come lui" ha commentato una delle
manifestanti. "La minigonna non è un invito" e "Quando diciamo
no è no" sono stati tra gli slogan più ascoltati nella manifestazione.
Mentre molti presenti hanno chiesto un cambio culturale nei rapporti uomo donna,
soprattutto nella mentalità maschile. Secondo l'Alta Consejería para la Equidad de la
Mujer dichiarazioni come quella di Jaramillo "comportano un messaggio di
giustificazione della violenza sessuale sulla donna, in cui si responsabilizza
la donna della possibile aggressione a causa del suo abbigliamento".
Nei giorni scorsi, vista l'ondata di proteste e indignazione, Jaramillo ha
chiesto scusa in un comunicato: "Ammetto di essermi espresso in modo
sbagliato, dato che con le mie parole non sono riuscito a riflettere la mia
filosofia di vita né il mio modo di agire, come persona". E ha aggiunto:
"Voglio chiedere scusa alle donne e agli uomini che si sono sentiti offesi
dalle mie dichiarazioni. Ma soprattutto alle donne, che durante tutta la mia
vita ho ammirato e rispettato".
Un messaggio di scuse che non ha fermato le proteste, anche degli uomini. In tanti erano presenti al sit-in di protesta.