mercoledì 16 luglio 2014

Un país normal, il documentario per il diritto di decidere della Catalogna

Il referendum del 9 novembre 2014, con cui le autorità catalane chiederanno ai loro cittadini se vogliono che la Catalogna sia indipendente dalla Spagna, è illegale (la Costituzione spagnola non prevede referendum). Mariano Rajoy continua a non ascoltare le petizioni di dialogo e confronto che arrivano da Barcellona, perché, sostiene, il referendum è illegale (e pazienza se è comunque risultato di istanze presenti nella società catalana, a cui, in qualche modo, bisognerà pure rispondere). Artur Mas, il presidente della Generalitat catalana si è rivolto anche al nuovo re, affinché assuma un ruolo da moderatore, che non gli corrisponde costituzionalmente, ma Felipe VI ha già fatto capire, nel suo discorso di insediamento e nei suoi primi atti, che concepisce la Catalogna, con la sua diversità, le sue autonomie e le sue peculiarità, solo in Spagna, perché "in una Spagna plurale c'è posto per tutti" e perché la lingua catalana è "il nostro catalano"

Ma a Barcellona il processo che conduce all'indipendenza va avanti, anche con campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica. E' uscito ieri sera il documentario Un país normal, in cui vengono intervistati molti volti noti, non solo della politica e non solo notoriamente indipendentisti, che chiedono sia riconosciuto 'il diritto di decidere'.

E' un concetto, quello del 'diritto di decidere', che fa molta presa, attualmente, sulla società spagnola, non solo per la questione catalana. Basti pensare al tentativo della minoranza repubblicana, subito dopo l'abdicazione di re Juan Carlos, di ottenere un referendum sulla forma dello Stato. La maggioranza attuale degli spagnoli non ha votato la Costituzione del 1978, veniva spiegato, e, dunque, ha il diritto di decidere se vuole vivere in una Repubblica o in una Monarchia. Il tentativo non è passato, anche perché le grandi manifestazioni annunciate sono state o non permesse o un flop (la forma dello Stato è un problema, oggi, solo per il 3% degli spagnoli).

In Catalogna l'idea di avere il diritto di decidere il futuro della regione ha fatto molta presa. Oggi molti catalani, non nazionalisti e non indipendentisti, difendono più il diritto di decidere che l'indipendenza da Madrid, che, comunque, non voterebbero. In Un país normal si vedono molti catalani famosi in tutto il Paese: il popolare presentatore Andreu Buenafuente, la giornalista Karmele Marchante, l'attore e presentatore Àngel Llàcer, il comico Berto Romero. Molti volti non associati all'indipendentismo, ma sì a favore del diritto di decidere.

"Io avevo capito che le cose si decidono votando" commenta nel video Romero. E il suo è il pensiero di migliaia di cittadini catalani. Ma non solo, perché, come si diceva prima, il diritto di decidere è un concetto che l'intera società spagnola reclama, su numerose questioni. La mancanza del referendum, come strumento di partecipazione della cittadinanza alla vita politica del Paese, è molto sentita; ricordo che quando in Italia si affermarono i referendum di giugno 2011, segnando l'inizio della fine della sintonia di Silvio Berlusconi con la società italiana, amici ed editoriali spagnoli invidiavano la possibilità che avevano gli italiani di partecipare alla vita politica, anche solo abrogando leggi non apprezzate. La crisi economica e sociale ha portato con sé una nuova consapevolezza per l'opinione pubblica: la sua partecipazione alla vita democratica del Paese, Catalogna indipendente o no, Monarchia sì o Monarchia no, è troppo scarsa.

Il documentario Un país normal, appartiene alla campagna #votarésnormal (votare è normale), che già nel suo nome è tutto un enunciato di intenzioni.

Il video, da youtube (e se la questione catalana vi interessa, non perdetevi i commenti su youtube, sono in catalano, ma con un piccolo sforzo si capiscono e altrimenti esiste sempre l'aiuto di translate.google.com!).