mercoledì 20 luglio 2011

E le autorità usano la Polizia contro gli indignados, per far eseguire gli sfratti

Gli indignados e la Plataforma de Afectados por la Hipoteca erano riusciti a fermare il primo tentativo di sfratto della disoccupata 53enne Maria Josè, madre di una figlia 24enne disoccupata e di un figlio 25enne invalido al 77%. Era stato uno dei primi sfratti impediti dalle persone che accorrono quotidianamente laddove li richiamano le reti sociali, per evitare che decine di famiglie finiscano in mezzo a una strada. Era il 6 luglio e sembrava che gli indignados e la Spagna avessero tracciato un nuovo cammino.
Ma oggi non è andata bene e Maria José è stata sfrattata dalla sua casa di Madrid per il mutuo di 150mila euro acceso alla Caja de Ahorros del Mediterráneo e aumentato di 50mila euro per tasse e interessi dovuti ai ritardi nei pagamenti. La famiglia della donna sopravvive con 600 euro al mese, impossibile pensare di pagare anche il mutuo.
Sin dalle prime ore della mattina il richiamo è iniziato su Twitter, per invitare chiunque potesse a raggiungere la periferia madrilena e impedire lo sfratto di Maria José. Ma subito dopo il lancio dell'appello, è arrivata la sorpresa: intorno alla casa della famiglia da sfrattare il Tribunal Superior de Justicia di Madrid aveva fatto porre un cordone di sicurezza che teneva a distanza le decine di persone che stavano convenendo. "Il perimetro di sicurezza è di 1 km! Un gruppo con un megafono informa gli abitanti della zona dell'abuso" scriveva questa mattina acampadasol su Twitter "Dieci unità anti-disturbi per sfrattare una madre e suo figlio invalido". 
Lo sfratto è avvenuto tra le urla di rabbia degli indignados: "Basta sfratti!", "Casa, un diritto elementare!", "No alla frode delle ipoteche!", "Non un passo indietro, non uno sfratto in più!", "Vergogna! Vergogna!" gridavano i cittadini del movimento 15-M. Mentre, riportano le cronache, anche molti dei poliziotti che tenevano a bada gli indignados, avevano le lacrime agli occhi, per la famiglia che, con molta dignità, abbandonava la sua casa.
Non appena ha lasciato il suo appartamento, Maria José si è avvicinata ai media e ai concittadini che la aspettavano. Non sei sola! le hanno urlato gli indignados. Mentre, alle tv, Maria José ha detto: "Non me ne vado perché sono morosa, me ne vado perché sono povera".
Il suo avvocato, Rafael Mayoral, ha giudicato eccessivo lo spiegamento della Polizia, per fare eseguire lo sfratto, e si è chiesto "perché era così urgente lasciare una famiglia in strada e mettere una casa vuota in mano delle banche, perché le autorità si stanno accanendo contro le vittime dei mutui spazzatura e perché non si offre a Maria José un appartamento dell'Istituto della Casa di Madrid, per questioni di necessità". Gli indignados davvero non hanno lasciato sola Maria José e, subito dopo il suo sfratto, si sono recati alla Junta Muinicipal del suo quartiere (indirizzo prontamente pubblicato su Twitter, nel caso qualcuno avesse voluto raggiungerli), per chiedere una soluzione abitativa per la sua famiglia.
In queste ultime settimane gli indignados e la Plataforma de Afectados por la Hipoteca, che appoggiano con la loro presenza, sono riusciti a fermare decine di sfratti in tutta la Spagna, l'ultimo, questa mattina, a Siviglia, grazie anche, bisogna riconoscerlo, alla decisione del BBVA di bloccare il processo almeno fino a settembre. Per questo le autorità hanno iniziato a ricorrere ai cordoni della Polizia, lo hanno fatto sia a Madrid che a Murcia e in entrambi i casi sono riuscite a eseguire lo sfratto.
Ci sono poi notizie che non aiutano l'immagine delle banche. Acampadasol ha retwittato una notizia che ha fatto il giro del web in poche ore: 6000 dirigenti del Banco Santander, la banca più importante della Spagna, riceveranno nei prossimi giorni, 122 milioni di euro in azioni, per aver raggiunto gli obiettivi stabiliti dalla banca. Non è una bella cosa, mentre i media fanno a gara per raccontare i casi patetici di persone in attesa di sfratto; lo fanno quelli della destra, per mettere alle corde il già provatissimo Governo di José Luis Rodriguez Zapatero e dimostrare quanto sia socialmente insensibile; lo fanno quelli della sinistra, per dimostrare la crudeltà e l'insensibilità delle banche, che distribuiscono dividendi milionari tra i propri dirigenti e sfrattano migliaia di persone che non possono più pagare i mutui perché hanno perso il lavoro.
E sì, viene da stare dal lato del più debole, dal lato di chi al dramma della disoccupazione aggiunge quello della perdita della casa, mentre in Spagna ci sono 400mila appartamenti vuoti, in attesa di un crollo dei prezzi della maledetta bolla immobiliare che ha distrutto l'economia del Paese. Ma viene anche da pensare. Come si può chiedere un mutuo, quando non lo si può pagare? Negli anni scorsi, soprattutto negli anni ottimisti ed edonisti dei governi di José Maria Aznar, le televisioni erano piene di pubblicità di finanziarie. Colpiva moltissimo, alla mattina, vedere tutte queste entità che ti offrivano soldi a tassi irrisori per qualunque cosa, la macchina, il viaggio di nozze, l'arredamento di casa; alle casalinghe suggerivano anche prestiti di 5mila euro da richiedere di nascosto dal marito, "poi ci aggiustiamo tra di noi", che ti chiedevi come potevano pagarli, dato che per definizione le casalinghe non hanno redditi propri, senza pensare all'orrore di invitare una coppia a spezzarsi, perché non è bello che un partner chieda un prestito all'insaputa dell'altro. Vedevi questa facilità di chiedere prestiti e di vivere al di sopra delle proprie possibilità che ti chiedevi come potevano restituire tutti quei soldi. Era la prima domanda che ti facevi. Possibile che non se la facessero quelli che quei prestiti chiedevano? Possibile che nessuno, per quanto la Spagna avesse superato il reddito pro-capite italiano e avesse nel mirino quelli di Francia e Germania, si chiedesse "e cosa succede se perdo il lavoro"? Ha ragione Alfredo Pérez Rubalcaba, quando nel suo nuovo movimentismo chiede anche responsabilità alle banche, che hanno concesso prestiti a chi non era in grado di restituirli, ma, per quanto siano dolorosi i casi degli sfrattati e per quanto il Governo debba urgentemente trovare una soluzione per non lasciare decine di famiglie in mezzo alla strada (gli indignados suggeriscono di requisire per qualche tempo i 400mila alloggi vuoti e metterli in affitto a prezzi convenzionati, una soluzione possibile a cui il Governo non ha ancora dato risposta), non bisogna dimenticare che voler vivere sopra le proprie responsabilità comporta rischi pericolosi. Compreso lo sfratto.