mercoledì 20 luglio 2011

Rinviato a giudizio per corruzione, si dimette Francisco Camps, presidente della Comunitat Valenciana

Alla fine le pressioni del suo stesso partito, che lo ha difeso strenuamente finché ha potuto, sono state tali che Francisco Camps non ha più potuto resistere e si è dimesso dalla presidenza della Comunitat Valenciana, quasi due mesi dopo la sua terza rielezione, per maggioranza assoluta.
Alle elezioni del 22 maggio, in realtà, Camps non avrebbe dovuto presentarsi, per ragioni di opportunità politica, e ancora adesso ci si chiede perché Mariano Rajoy gli ha permesso di candidarsi e ha cacciato il Partido Popular in questa imbarazzante situazione. L'ormai ex presidente della Comunitat Valenciana è coinvolto nella trama di corruzione Gürtel, che le indagini, iniziate a Madrid, hanno rivelato avere ramificazioni anche a Valencia. Al centro della rete c'è l'imprenditore Francisco Correa, che, a suon di mazzette e regali, è riuscito ad avere numerosi incarichi di organizzazione di eventi nelle Comunidades Autónomas governate dal Partido Popular, ai cui dirigenti era vicinissimo. Con rapporti personali fino ai più alti dirigenti popolari, Correa ha fatto tremare lo stesso José Maria Aznar, essendo amico del genero Alejandro Agag ed essendo stato tra gli invitati di nozze al sontuoso matrimonio di Agag e Ana Aznar. Ha fatto tremare anche l'attuale numero 3 del PP, Ana Mato, il cui ex marito.Jesús Sepúlveda, ex sindaco di Pozuelo de Alarcón, paesone alle porte di Madrid, ha ricevuto in regalo da Correa una Jaguar. Ma il dirigente popolare che più di tutti si è trovato invischiato in questa trama è Francisco Camps.
A Valencia Correa e il suo uomo forte nel capoluogo, Alvaro Pérez, hanno ricevuto numerosissimi incarichi, attraverso la società Orange Market; tra i vari eventi ospitati dalla città e su cui Orange ha ottenuto commissioni e incarichi ci sono la visita del Papa del 2006, il Gran Premio di Formula 1, lo stand della Comunitat Valenciana in Fitur, la più importante manifestazione fieristica del turismo in Spagna. Il tutto per milioni e milioni di euro di denaro pubblico (solo per il video montato e gestito durante la visita del Papa, Orange Market ha fatturato 1,5 milioni di euro, per esempio).
Camps si è trovato coinvolto nella trama quando i magistrati che indagavano sui casi di corruzione a Madrid si sono trovati tra le mani fatture per 30mila euro per abiti a lui pagati. Dunque, in cambio di trattamenti di favore e incarichi, Correa e i suoi uomini pagavano gli abiti di Francisco Camps. Los trajes de Camps sono da due anni il simbolo della corruzione nella politica spagnola. E da due anni le opposizioni (e il buonsenso) chiedono le dimissioni di Camps: è infatti accettabile che il  presidente di una delle regioni più importanti di Spagna sia accusato di corruzione? Ok, un italiano, che ha alla Presidenza del Consiglio dei Ministri accusato di reati molto più gravi, non dovrebbe neanche meravigliarsi, ma tutte le persone per bene sanno e si rispondono che no, non è accettabile che il presidente di qualunque regione, piccola o grande, possa anche essere sospettato di corruzione. E' la vecchia storia della moglie di Cesare, che non solo dev'essere onesta, ma deve pure sembrarlo.
Le dimissioni di Camps sarebbero probabilmente arrivate nel 2009, quando è stato scoperto il suo coinvolgimento nella trama di corruzione, se non fosse stato per Mariano Rajoy. Il presidente del PP e la cupola del partito hanno fatto quadrato intorno al valenciano, giurando sulla sua onestà e la sua onorabilità. Camps ha detto all'epoca una frase diventata famosa, che ormai lo perseguita: "Io i miei abiti me li pago da solo". La vicenda avrebbe potuto essere chiusa con il termine della legislatura, evitando di ricandidare il presidente sospettato di corruzione. Ma ben prima della campagna elettorale Camps ha iniziato a scalpitare, dichiarando la volontà di riprensentarsi. Rajoy, come troppo spesso fa, ha taciuto a lungo, per poi cedere e autorizzare la sua presenza nella lista di Valencia, ormai a ridosso della chiusura dei tempi utili per la loro presentazione. Durante la campagna elettorale il leader del PP ha addirittura raggiunto Valencia per sostenere il candidato e assicurargli ancora una volta la sua fiducia.
Quale tsunami siano state le elezioni lo sappiamo tutti. A Valencia, dove la trama Gürtel ha toccato vari dirigenti conservatori, non solo il presidente Camps, il PP ha ottenuto la maggioranza assoluta. La crisi economica ha potuto più della corruzione del PP, hanno lamentato gli sbigottiti dirigenti socialisti. Il resto è storia recente.
La scorsa settimana il Tribunal Superior de Justicia de la Comunidad Valenciana ha mandato a giudizio Francisco Camps per corruzione, per aver ricevuto abiti in regalo per 30mila euro, ed è stato l'inizio della fine. Mariano Rajoy si è chiuso in un silenzio inespugnabile, Francisco Camps è letteralmente sparito dalla circolazione, El Mundo si è aggiunto ai grandi quotidiani della sinistra a chiedere le dimissioni del President. E quando è sceso in campo Pedro J. Ramirez, il potentissimo direttore di El Mundo, per dire su Twitter che ormai non ce n'era, l'unica strada dignitosa erano le dimissioni, si è capito che Francisco Camps aveva i giorni contati.
E' stato oggi che la situazione è precipitata. Si sono rincorse voci per tutto il giorno. Si è detto prima che per evitare il giudizio Camps avrebbe ammesso la propria colpevolezza e avrebbe pagato una multa, ma non si sarebbe dimesso. Lo si è invano aspettato in Tribunale, dove non si è presentato, ma sì lo hanno fatto i suoi due colleghi, l'ex vicepresidente del Consiglio Victor Campos e l'ex Capo di Gabinetto dell'Assessorato al Turismo Rafael Betoret, anch'essi accusati di aver ricevuto abiti in cambio di favori e che hanno ammesso la loro colpevolezza. E, giustamente, Ignacio Escolar si chiedeva oggi su Twitter chi consiglia le strategie al PP, visto che adesso si trova con due dirigenti che si sono dichiarati colpevoli e un presidente dimissionario che si proclama innocente e come difenderà chi.
Nel pomeriggio, poi, si sono moltiplicate le voci di dimissioni di Camps, deciso a difendere la sua innocenza anche in Tribunale. Dicono che lo abbia convinto alle dimissioni una conversazione con l'ex Ministro Federico Trillo, probabilmente inviato da Mariano Rajoy a cerare di risolvere la sempre più imbarazzante situazione di Valencia. Un President accusato di corruzione ancora in carica era infatti facilissima arma nelle mani del PSOE nel caso di una campagna elettorale giudicata ormai imminente.
Così nel tardo pomeriggio Francisco Camps è apparso davanti ai media (ma la Comunitat Valenciana non ha dato il tempo alle tv per organizzare una diretta) per annunciare le sue dimissioni. Le ha definite "un sacrificio politico e familiare affinché Mariano Rajoy sia il prossimo Presidente del Governo" e una decisione "ferma, personale e sentita". Camps ha ribadito la sua innocenza e ha assicurato che "non potranno dimostrare niente perché non c'è niente", ma adesso si sente libero "per difendersi dove corrisponde da tutte queste infamie" e, ha sostenuto, "molti dovranno abbassare la testa per le assurdità che hanno detto in questi due anni". Camps ha difeso con forza il titolo che tocca al presidente della Comunitat Valencia, Molto Onorevole, che ha "portato con orgoglio" ed essendo tale, molto onorevole.
Adesso la storia personale di Francisco Camps si separa da quella della Comunitat Valenciana: il primo potrà difendersi in Tribunale da tutte le accuse e dimostrare la sua eventuale innocenza, la seconda potrà riprendere il cammino con una dirigenza si spera rinnovata, dopo due anni vissuti pericolosamente, sul filo della legalità e dell'imbarazzo. Dopo giorni di silenzio è arrivato anche il riconoscimento di Mariano Rajoy, con un comunicato ripreso integralmente da tutti i media: "La decisione adottata da Francisco Camps" scrive "non pregiudica affatto la sua presunzione d'innocenza né ridimensiona il suo impegno impeccabile al fronte della Generalitat, che i valenciani hanno appena riconosciuto democraticamente. La sua rinuncia non opaca né contraddice l'opinione che ho sempre avuto di Francisco Camps e la sua onorabilità; opinione che chiaramente condivide la maggior parte dei valenciani, come è stato appena dimostrato nelle elezioni di maggio. Al contrario, credo che suppone un esercizio di responsabilità politica e di esemplarità politica che lo nobilitano".
Rimane da pensare che tutto questo è successo per 30mila euro di abiti ricevuti in regalo e che sì, anche per storie come questa, la Spagna continua a essere un Paese invidiabile.