domenica 22 luglio 2012

Il Ministro della Giustizia spagnolo contro l'aborto per malformazione del feto

Come se non fossero sufficienti per gli spagnoli la prima de riesgo, lo spread, che ha messo la Spagna sul bordo del rescate, o la disoccupazione, che ha falciato soprattutto la generazione più preparata della democrazia, arriva anche il Ministro della Giustizia Alberto Ruiz-Gallardón, che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano conservatore La Razón. Ci sono due risposte che hanno messo in agitazione la società spagnola e che riguardano la nuova legge sull'aborto che sta preparando:
"- Sulla legge sull'aborto, il suo Ministero continua con l'idea di tornare alla precedente?
Sì, il Tribunal Constitucional ha stabilito una dottrina su come bisogna regolare la protezione del concepito e ha stabilito che, non essendo un valore assoluto la vita del concepito, e che ci sono supposti in cui, entrando in conflitto con altri conflitti, il legislatore scelga gli uni o gli altri, non è neppure un valore che possa essere non protetto, che è, letteralmente, quello che ha stabilito una legge di datazioni. Per cui la legislazione tornerà a un sistema di supposti, che non sarà esattamente quello vigente precedentemente alla legge delle datazioni, perché l'esperienza ci dimostra che alcuni di questi aspetti devono essere rivisti.
- Quali sono alcuni di questi aspetti?
Le anticipo uno. Non capisco che non si protegga il concepito, permettendo l'aborto, per il fatto che abbia qualche tipo di dipendenza o di malformazione. Mi sembra eticamente inconcepibile che abbiamo convissuto per tanto tempo con questa legislazione. E credo che lo stesso livello di protezione che si dà a un concepito senza alcun tipo di handicap o protezione debba darsi a chi manca di alcune delle capacità che hanno gli altri concepiti".
Insomma, siamo alle solite. La destra non capisce che l'esistenza di una legge che regola i diritti, non obbliga tutti i cittadini ad attenersi alle sue indicazioni: se non si è omosessuali, non si è obbligati a sposare persone del proprio sesso (persino gli omosessuali che non hanno la minima intenzione di sposarsi non sono obbligati a farlo...), se si riconosce il diritto delle donne di diventare madri quando sentono di poterlo fare (lo stesso diritto che si prendono gli uomini che non intendono essere padri, sparendo dalla vita dei propri figli anche prima della loro nascita) e ci si dota di una legge che regola l'aborto, non significa che debba abortire anche chi ha credenze personali che impediscono l'interruzione della gravidanza o anche chi si sente prontissima per essere madre. Il fatto che il Ministro della Giustizia consideri qualcosa "eticamente inconcepibile" è del tutto irrilevante nella società plurale che lui deve garantire, in quanto Ministro di tutti i cittadini, anche quelli che si riconoscono in altre etiche e in altre morali e devono poter vivere secondo le proprie  non secondo quelle del Ministro. Ma questo è il problema di sempre, che devono affrontare tutti i Paesi in cui ci sono le destre al Governo e in cui, purtroppo, il potere delle Chiese e della religione sulla politica è ancora spropositato.
Il punto è l'enorme passo indietro che l'introduzione di una legge che impedisce l'aborto a causa della malformazione del feto implica per la Spagna. Non ci sono solo la crisi economica o l'imminente rescate che mettono in pericolo la sua presenza nel cuore dell'Europa, c'è anche il pericolo che la Spagna ritorni a essere "la riserva spirituale del Continente", così come si è letto su Twitter, dove si rievocano con allarme i tempi bui del franchismo. Di nuovo lontani dall'Europa e di nuovo ostaggi dell'oscurantismo della Chiesa Cattolica. E' questo il destino della Spagna, che solo cinque anni fa ci indicava la strada per il riconoscimento dei diritti sociali delle minoranze? A giudicare dalle reazioni che si leggono su Twitter e persino nei commenti agli articoli sui giornali della destra, se questo è il suo destino, gli spagnoli non lo accetteranno in silenzio. Sono gli stessi elettori del PP che scrivono a elmundo.es, chiedendo in quale punto del programma con cui il PP si è presentato alle elezioni, si parlava di abolire l'aborto per le malformazioni del feto e minacciando che se il partito continua a fare cose non previste nel programma lo pagherà alle prossime elezioni.
Sì, probabilmente per distogliere l'attenzione dalla prima de riesgo e dalla crisi (come se il 52% dei giovani disoccupati e i negozi che chiudono quotidianamente si potessero dimenticare con dibattiti e polemiche mediatici), il Governo ha deciso di far partire l'ennesimo dibattito sull'aborto. Ma, a parte le reazioni scomposte degli ultrà cattolici, che, con spirito misericordioso e compassionevole, si chiedono perché non hanno abortito le madri di chi è favorevole alla legge sull'aborto (sarà che non lo hanno fatto perché erano maternità desiderate?), la maggior parte degli utenti del web rifiuta il cambiamento della legge vigente, approvata dai socialisti un paio di anni fa, che permette di abortire senza fornire cause fino alla 22° settimana; il web rifiuta persino il ritorno alla legge precedente, approvata sempre dai socialisti negli anni '80 e che permette l'aborto in caso di pericolo di vita della madre, di violenza carnale e di malformazione del feto.
Su elmundo.es, che, pur essendo di destra, sembra aver abbandonato il Governo di Rajoy alla sua sorte e sembra voler rifiutare una legge così restrittiva, c'è un bell'articolo che dimostra come il Paese con la legge sull'aborto più permissiva, l'Olanda, sia anche quello con la percentuale d'aborto più bassa, 14 aborti ogni 100 parti (in Spagna ci sono 18 aborti ogni 100 nascite); in Olanda ci sono un ferreo sistema di educazione sessuale, una grande diffusione dei sistema anti-concezionali (la pillola è utilizzata dal 41% delle olandesi, in Spagna arriva al 18% delle donne), un efficace sistema di protezione delle famiglie, che finanzia il mantenimento dei figli fino alla maggiore età. Tutto quello che, insomma, manca in Spagna, grazie anche alla presenza della Chiesa Cattolica, che rifiuta l'educazione sessuale e i sistemi anticoncezionali.
Su Zona Critica di eldiario.es c'è una bella lettera aperta diretta da una madre al Ministro Gallardón, in cui gli chiede conto delle sue parole circa "la protezione del concepito con malformazioni". Come intende proteggere questi nascituri, un Governo che non sta mostrando alcuna sensibilità sociale né sta favorendo alcuna politica di conciliazione degli orari? Una delle prime leggi saltate a causa dei tagli alle spese sociali per ridurre il deficit, fa notare l'articolo, è stata quella che offriva autonomia e assistenza alle persone non autonome a causa di qualche malformazione, di qualche malattia degenerativa o qualche incidente. Era uno dei fiori all'occhiello dello Stato Sociale pensato dai socialisti, l'ultima gamba su cui doveva posarsi il welfare, per garantire a tutti i cittadini l'uguaglianza di opportunità. Come si può difendere un concepito con malformazione, se si tolgono le risorse per garantirgli una vita dignitosa?
Ma non è solo questo, perché se fosse solo questo sembrerebbe che un feto malformato venga abortito per questioni economiche o di sofferenze familiari. E invece no. In gioco c'è molto di più. "C'è l'idea che la donna non sia un essere autonomo e pensante, in grado di decidere da sola sul proprio corpo" come hanno scritto in tanti su Twitter, non solo donne, fortunatamente. Ed è quest'idea di dover mantenere perennemente sotto tutela le donne, come se fossero minorenni, che è indignante e che rende questi ultracattolici non troppo diversi dai talebani musulmani.