Ci sono voluti quasi due anni dalle elezioni del 2011 e la crescente
impopolarità del Governo di Mariano Rajoy e del PP, a causa degli scandali di
corruzione del partito, per questo piccolo sorpasso del PSOE sul PP. Secondo il
sondaggio realizzato da Metroscopia per El Pais, il primo realizzato
considerando una partecipazione al voto del 62% e considerando non tanto la
temperatura elettorale quanto il risultato stimato se si celebrassero le
elezioni in questo momento, il PP otterrebbe il 30,1% dei voti, il PSOE il
30,5%.
Che questo risultato sia tutta colpa del PP, senza alcun merito del PSOE, lo dimostra il paragone con le elezioni di novembre 2011: da allora il PP ha perso il 14,5% dei voti, il PSOE ha guadagnato l'1,8%. Decisamente poco perché Alfredo Pérez Rubalcaba e i suoi uomini possano essere soddisfatti, vista l'insoddisfacente situazione economico-sociale della Spagna e visti gli scandali in cui è coinvolta la cupola del PP, scoperta con vari milioni di euro in Svizzera (l'ex tesoriere Luis Bárcenas) e con stipendi in nero per varie decine di migliaia di euro all'anno (buona parte dei dirigenti, compreso il Presidente del Governo Mariano Rajoy).
Che questo risultato sia tutta colpa del PP, senza alcun merito del PSOE, lo dimostra il paragone con le elezioni di novembre 2011: da allora il PP ha perso il 14,5% dei voti, il PSOE ha guadagnato l'1,8%. Decisamente poco perché Alfredo Pérez Rubalcaba e i suoi uomini possano essere soddisfatti, vista l'insoddisfacente situazione economico-sociale della Spagna e visti gli scandali in cui è coinvolta la cupola del PP, scoperta con vari milioni di euro in Svizzera (l'ex tesoriere Luis Bárcenas) e con stipendi in nero per varie decine di migliaia di euro all'anno (buona parte dei dirigenti, compreso il Presidente del Governo Mariano Rajoy).
Il disgusto degli elettori del PP si traduce, commenta El Pais, nell'astensione
(questo spiega anche perché il sondaggio è stato fatto considerando una
partecipazione al voto del 62%, 9 punti in meno rispetto alle scorse elezioni); due
elettori popolari su tre ritengono che il partito non stia collaborando con i
giudici per chiarire gli scandali e il 73% considera un errore cercare di
distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dal caso Bárcenas, insistendo sui
primi segnali di ripresa economica. Il 64% degli elettori popolari non si fida
di Mariano Rajoy. Il presidente fatica a conquistare la fiducia dell'opinione
pubblica in generale: il 70% degli intervistati non crede al suo ottimismo
sull'economia e continua a pensare che la disoccupazione manterrà le stesse
cifre.
Il crollo della fiducia degli elettori nel PP e l'incapacità del PSOE di
approfittare degli errori dei conservatori, danno ancora una volta vantaggio a
UPyD e IU, il partito centrista e l'alleanza post-comunista, che sono le vere
rivelazioni di questi anni di crisi. Entrambi hanno praticamente raddoppiato i
propri voti dalle elezioni del 2011: IU oggi verrebbe votata dall'11,6% degli
elettori (nel 2011 raggiunse il 6,9%), UPyD tocca il 9% delle stime di voto, dal
4,7% del 2011.
Se questi risultati dovessero diventare realtà alle prossime elezioni politiche
del 2015, sarebbe il tramonto del bipartitismo spagnolo: a meno che non si
voglia arrivare a una Grande Coalizione, del tutto inimmaginabile oggi, né il
PP né il PSOE sarebbero oggi in grado di governare da soli, senza un'alleanza
con UPyD e IU, diventati adesso più indispensabili dei tradizionali partiti
nazionalisti catalano e basco. Alle scorse elezioni la somma dei voti di PP e
PSOE ha raggiunto il 73,3%, oggi arriva appena al 60%.