"Se me lo chiedi adesso, ti direi che non è possibile. Oggi ti dico che
non è possibile. Domani non lo so". E' bastata questa sola frase di Gastón Acurio, in un'intervista concessa al quotidiano El Comercio, per mettere in
subbuglio il mondo politico peruviano. Il celebre chef, uno dei più importanti
del mondo, il più famoso di Latinoamérica, il principale artefice dell'attuale successo internazionale della cucina peruviana, aspira a correre per la Presidenza della Repubblica,
alle elezioni del 2016?
Acurio, classe 1967, appartiene a una famiglia di attivisti politici, suo padre,
l'ex senatore Gastón Acurio Velarde, è stato Ministro delle Infrastrutture e
Opere Pubbliche del governo di Fernando Belaunde Terry. Sul suo profilo di
Facebook e nelle sue interviste, il famoso chef interviene volentieri a dire la sua sulla
situazione politica del Perù. Anche le sue scelte professionali sono, in fondo, una
dichiarazione politica: la difesa dei prodotti autoctoni contro quelli
geneticamente modificati delle grandi multinazionali, per valorizzare le mille culture del Perù, la difesa delle eccellenze
della gastronomia locale come risorsa culturale, turistica ed economica, l'impegno per utilizzare solo prodotti di una catena alimentare sicura, fatta di saperi solidi e antichi, che diano lavoro di qualità ai contadini, allevatori e pescatori, peruviani, l'esaltazione della qualità come risorsa, per creare posti di lavoro e vincere la povertà.
A Lima possiede vari ristoranti, con filiali in America e in Europa, ha una
rubrica televisiva in cui visita i ristoranti dei colleghi ed esalta i loro
sapori, ha una scuola di cucina, con cui aiuta i giovani peruviani di
talento, senza risorse economiche, ad avere un futuro migliore. Potrebbe vivere
a New York, a Londra, a Madrid o a Parigi, coccolato e vezzeggiato dai media,
come un Ferràn Adrià delle Ande, non molla Lima e il desiderio di fare del
Perù un Paese migliore, più ricco e più egualitario, anche attraverso tutte
le professioni e i saperi della catena alimentare.
Uno chef Presidente della Repubblica? I sonni dei politici di mestiere, che
sognano di prendere il posto di Ollanta Humala, sono agitati. Come può un uomo
senza passato politico, senza cultura politica, senza alcuna esperienza, diventare il Capo dello Stato? Gli osservatori delle cose limeñas sono
perplessi e sostengono che Acurio non ha ancora deciso se scendere o meno
nell'arena politica. "Sta tastando il terreno, non ha ancora deciso"
dice l'analista politico Antonio Zapata al quotidiano La República.
Per le elezioni è ancora presto, mancano due anni, i nomi dei possibili candidati sono gli stessi di una decina d'anni fa: gli ex presidenti Alejandro Toledo e Alan García, la figlia dell'ex dittatore Alberto Fujimori, Keiko. Non c'è rinnovamento, i cittadini sono insoddisfatti della classe politica, ovvio che un nome nuovo come quello di Gastón Acurio, uno dei peruviani più riconosciuti e più rispettati all'estero, desti curiosità e interesse. E' l'outsider perfetto: giovane, brillante, benestante, capace di dire no alla sua famiglia tradizionale, per inseguire il sogno di diventare cuoco e realizzarlo con il successo internazionale che ha raggiunto. Potrà essere più di questo?
Per le elezioni è ancora presto, mancano due anni, i nomi dei possibili candidati sono gli stessi di una decina d'anni fa: gli ex presidenti Alejandro Toledo e Alan García, la figlia dell'ex dittatore Alberto Fujimori, Keiko. Non c'è rinnovamento, i cittadini sono insoddisfatti della classe politica, ovvio che un nome nuovo come quello di Gastón Acurio, uno dei peruviani più riconosciuti e più rispettati all'estero, desti curiosità e interesse. E' l'outsider perfetto: giovane, brillante, benestante, capace di dire no alla sua famiglia tradizionale, per inseguire il sogno di diventare cuoco e realizzarlo con il successo internazionale che ha raggiunto. Potrà essere più di questo?
Nella stessa intervista a El Comercio, Acurio traccia la sua idea di Paese:
"Dicono che il fine di ogni società sia la felicità. Ma no. In realtà è
la libertà, colei che ti fa raggiungere la felicità. Qual è il ruolo dello
Stato e di chi è stato scelto per lavorare per lo Stato? Fare il necessario per
raggiungere questa libertà".
Davanti a tanta attenzione e a tanto revuelo, subbuglio, Acurio ha diffuso un
comunicato in cui ha ribadito il suo no alla candidatura elettorale, senza però
rinunciare a dire la sua sul Perù del prossimo futuro: "Il Paese avrà
bisogno di un presidente che sappia unire tutte le forze politiche, economiche e
sociali, per affrontare le sfide urgenti richieste. Solo così si potrà arrivare
al 2021 con il Perù che tutti sogniamo. (...) Lo dico tre volte
nell'intervista. Questo leader non sono io". Chiarissimo, come chiarissimo
che non smetterà di seguire il dibattito politico: "Sono un
cittadino che ama il proprio Paese, che sogna di vederlo ai più alti livelli e che
lavora per questo. (...) Come tutti, ho un'opinione, una lettura e una visione
del mio Paese. Ma solo questo". E poi conclude: "Il Perù avanza ogni
giorno grazie al lavoro di milioni di peruviani che si alzano per rendere
realtà i loro sogni, con i loro sforzi, la creatività e l'impegno. E
continuerà a essere così. Grazie a loro, non c'è marcia indietro. Sempre
avanti". Il che può essere uno slogan per una campagna elettorale.