sabato 1 marzo 2014

Il mistero della morte di Lady Di in Puente de Vauxhall, l'ultimo libro di Javier Sebastián

La sorella Loretta Maria Semposki partecipa a un grande esperimento sulla capacità di memoria che hanno alcuni cervelli privilegiati del mondo. Così racconta i dettagli degli eventi a cui ha preso parte, alcuni piuttosto delicati, a una donna di cui non conosce l'identità e da cui è separata da uno schermo. Anni dopo spariscono due dei sei quaderni delle sue memorie. Il colonnello Dolado dell'MI6, i servizi segreti britannici, contatta così la monaca che ha preso gli appunti, affinché ricostruisca le conversazioni perdute, mentre un'altra fazione dell'intelligence si impegna a impedirlo. A rendere la faccenda interessante c'è un fatto: la sorella Loretta è stata amica e consigliere spirituale della principessa Diana del Galles. Cosa conservavano, dunque, i due volumi di memorie perduti? Quali segreti nascondevano? Potrebbero aiutare a chiarire i misteri sulla morte di Lady Di?
Tranquilli, non siamo davanti all'ennesima versione sulla morte di Diana Spencer. E' questo il punto di partenza di un giallo scritto da Javier Sebastián, autore, tra gli altri, de Il ciclista di Chernobyl; il libro si intitola Puente de Vauxhall ed è pubblicato da Editorial Destino (lo trovate in vendita online su lacasadellibro.com). "Un giorno mi sono immaginato Diana sola a Kensington Palace, annoiata e in pigiama. E allora mi sono reso conto che tutti facciamo ricostruzioni di personaggi popolari senza dare loro umanità" ha detto lo scrittore spagnolo ai media. Ed è da questo desiderio di umanizzare Diana che è partito il suo libro. Un libro di cui la Principessa è sì protagonista, ma rimanendo sempre sullo sfondo. Perché al centro del libro, c'è la trama che avrebbe potuto condurla alla morte. "E' la storia di tre donne che sono spie senza saperlo e il cui lavoro finisce con il portare Diana al Ponte dell'Alma" spiega Sebastián, che si è sempre sentito affascinato dalla figura della Principessa del Galles. "Per me rappresenta il dolore della vita. Era una donna che nessuno rispettava. C'è una frase di una delle sue biografie che dice che doveva essere destabilizzante che tutto il mondo la amasse mentre in casa la disprezzavano. E questo le è successo sin da bambina, dato che nella sua stessa famiglia lei era la tonta, mentre il fratello era il furbo".
Nel suo giallo, Sebastián ricostruisce gli ultimi giorni della Principessa, senza criticare le indagini ufficiali: "Ci sono cose che non sono chiare, ma bisogna rispettare le indagini dell'Operazione Paget, diretta da Lord Steven, uno degli alti dirigenti di Scotland Yard, che ha concluso che tutto è stato un incidente". Nel libro, più che un incidente, la morte di Lady Di è un'abile operazione condotta in porto dall'MI6 con la complicità inconsapevole di una monaca, che finisce in clausura, di una ragazzina di 15 anni, sua allieva, e della voce narrante, anch'essa femminile.
Troppe le cose che non sono chiare nell'incidente: la Mercedes di Diana e Dodi rubata una settimana prima e mai controllata prima di essere utilizzata, i radar spenti sul tragitto che stavano percorrendo, l'autista Henri Paul che aveva nel sangue almeno otto bicchieri di whisky, secondo le analisi, e nelle immagini video camminava come se fosse sobrio, il foglio autografo di Diana, pubblicato da The Sun, in cui annunciava che l'avrebbero uccisa in un incidente automobilistico, la lentezza dei soccorsi, l'imbalsamazione del suo corpo prematura. Tutti indizi di un possibile complotto nella sua morte.
Sebastián li ha uniti e ha messo a tirare i fili una spia che sembra un uomo grigio e anonimo, e che non spiega le mezze verità, le ambiguità, i sospetti, i dubbi, i misteri e i moventi che ancora oggi circondano la morte della Principessa. E' un thriller di spionaggio ed è l'omaggio a una donna "addolorata e ferita, incapace di governare la sua stessa vita. E' una metafora di quello che succede a tutti noi esseri umani".