Fino
a pochi mesi fa era impensabile e improponibile. Terrorizzato
dall'indignazione popolare per la crisi e dalla rabbia scatenata contro
José Luis Rodriguez Zapatero, il PSOE tendeva a nascondere il suo
ultimo ex Presidente del Governo (e per gli stranieri che continuano
ad ammirare i profondi progressi sociali compiuti dalla Spagna sotto Zapatero, era davvero difficile anche solo nominare il
leader socialista, senza scatenare la sarcastica reazione
dell'interlocutore spagnolo). Ma adesso basta.
Il 17 aprile
saranno 10 anni dall'insediamento di José Luis Rodriguez Zapatero
alla Moncloa (e un paio di giorni prima saranno 10 anni dal suo magnifico
discorso alla Camera, quello del 'non raggiungeremo l'utopia, ma
ci indicherà la direzione", una delle migliori sintesi di quello
che dovrebbe essere il socialismo europeo del XXI secolo; se volete leggerlo, in spagnolo, elmundo.es lo conserva ancora in .pdf). Celebrare
o non celebrare l'anniversario? Festeggiare la vittoria alle
elezioni, il 24 marzo 2004, giusto tre giorni dopo il decennale degli
attentati alla Stazione di Atocha di Madrid sembrava, giustamente,
inopportuno. Il 17 aprile è una data sufficientemente lontana
dall'anniversario dell'attentato terroristico e non è offensivo per
la sensibilità delle vittime celebrare la vittoria socialista.
Così, dopo
averci molto pensato, il PSOE ha deciso di rivendicare i governi di
José Luis Rodriguez Zapatero. Non avranno saputo affrontare la crisi
economica, avranno proposto soluzioni inadeguate, rinnegando i valori
di sinistra, come ancora oggi rimproverano a ZP i suoi stessi
elettori, ma l'eredità lasciata in materia di diritti individuali e
conquiste sociali è ormai patrimonio di tutti gli spagnoli. Ed è ancora più
significativa se paragonata alle azioni del Governo di Mariano Rajoy.
Zapatero e il PSOE hanno dato agli spagnoli le leggi sull'Uguaglianza, sul Matrimonio Omosessuale, sul Divorzio Express, sulla Dipendenza (garantiva indipendenza economica ai disabili e ai familiari che li assistono), sull'Aborto (fino ad allora era ammesso solo in tre circostanze, con questa legge è libero fino alla 22° settimana). Sono leggi che il PP ha cercato di bloccare (ha portato il Matrimonio Omosessuale alla Corte Costituzionale, dove è stato sonoramente sconfitto), ha svuotato (la legge di Dipendenza), ha cercato di cambiare (la controriforma della legge sull'Aborto sta provocando continui appelli al ripensamento, non solo da parte delle donne, ma anche dei medici, dei magistrati e di numerose associazioni).
Zapatero e il PSOE hanno dato agli spagnoli le leggi sull'Uguaglianza, sul Matrimonio Omosessuale, sul Divorzio Express, sulla Dipendenza (garantiva indipendenza economica ai disabili e ai familiari che li assistono), sull'Aborto (fino ad allora era ammesso solo in tre circostanze, con questa legge è libero fino alla 22° settimana). Sono leggi che il PP ha cercato di bloccare (ha portato il Matrimonio Omosessuale alla Corte Costituzionale, dove è stato sonoramente sconfitto), ha svuotato (la legge di Dipendenza), ha cercato di cambiare (la controriforma della legge sull'Aborto sta provocando continui appelli al ripensamento, non solo da parte delle donne, ma anche dei medici, dei magistrati e di numerose associazioni).
Dunque, alla vigilia delle elezioni
europee del 25 maggio, il PSOE intende rivendicare quelle leggi e
quell'idea di società e di libertà individuale. Lo fa per cercare di risalire la china, per marcare la differenza e la distanza dal modello di società che il PP sta imponendo, per dimostrare che non è vero che PP e PSOE sono la stessa m.
Già da tempo
numerosi dirigenti chiedevano di recuperare la figura di José Luis
Rodriguez Zapatero e di difendere le sue leggi. Da qualche tempo,
l'ex Presidente del Governo, il più discreto e il più silenzioso
degli ex premier, l'unico che nelle interviste si rifiuta di
commentare l'azione politica di Mariano Rajoy, ha ripreso ad avere un
certo protagonismo nei comizi del partito. Una delle prime a
recuperarlo e a volerlo al proprio fianco è stata Susana Diaz, la
Presidente della Junta de Andalucia. E' stata lei, appartenente a
un'altra generazione, simbolo del rinnovamento necessario nel
socialismo spagnolo, a rivendicare per prima l'orgoglio socialista: "Abbiamo sbagliato, dobbiamo chiedere scusa per i nostri errori, ma
rivendichiamo quello che siamo, i valori che difendiamo, ritroviamo
il nostro orgoglio" ripete nelle interviste e nei comizi.
A novembre José
Luis Rodriguez Zapatero ha presentato El dilema, il libro in cui spiega i suoi ultimi 600 giorni di Governo, la vertigine di quei
giorni in cui ogni decisione invisa ai mercati significava
un aumento vertiginoso dello spread. "Ho difeso la sovranità della
Spagna" ha detto nelle interviste, per spiegare la decisione di abbandonare le politiche sociali e introdurre
l'austerità nella Piel de Toro. La sovranità era la sua ossessione,
evitare a tutti i costi il rescate, il salvataggio, una parola che
per mesi in Spagna è stata come un incubo. E' entrata anche nella
satira e nel sarcasmo del linguaggio comune, ma adesso non fa più
paura. E i socialisti potrebbero rivendicare anche il merito di
questo: Zapatero ha sacrificato la propria carriera politica, per
evitare alla Spagna il rescate.
Potremmo discutere se è bene che un leader socialista rinunci ai propri valori, alla solidarietà in nome dell'austerità. Ma bisognerebbe essere onesti fino in fondo: se in Europa i governi progressisti sono in netta minoranza, se ogni decisione contraria agli interessi finanziari costa decine di punti di spread e la reazione furiosa di Berlino, forse è in tutta Europa che bisognerebbe votare in modo diverso. Forse bisognerebbe evitare di votare con la pancia e fare in modo che a Bruxelles e a Strasburgo non vadano populisti e qualunquisti, ma maggioranze che difendono la solidarietà contro l'austerità, un'Europa che vuole l'unione politica e fiscale e non un'Europa che difende gelosamente le prerogative degli Stati (più forti).
Forse, al votare, il 25 maggio, bisognerebbe ricordare questi ultimi anni, chi e quali idee hanno imposto austerità, crisi e povertà alle classi disagiate e a tutti i Governi dei Paesi in crisi; bisognerebbe pensare ad Atene, a Madrid, a Lisbona, alla loro rabbia e al loro dolore; bisognerebbe ricordare che un'altra Europa è nelle nostre mani, dando maggioranze forti a chi crede nella solidarietà e propone leggi per le libertà individuali e il progresso sociale (di tutti).
Forse, al votare, il 25 maggio, bisognerebbe ricordare questi ultimi anni, chi e quali idee hanno imposto austerità, crisi e povertà alle classi disagiate e a tutti i Governi dei Paesi in crisi; bisognerebbe pensare ad Atene, a Madrid, a Lisbona, alla loro rabbia e al loro dolore; bisognerebbe ricordare che un'altra Europa è nelle nostre mani, dando maggioranze forti a chi crede nella solidarietà e propone leggi per le libertà individuali e il progresso sociale (di tutti).
Il PSOE non ha ancora stabilito la data della Festa per i
10 anni di Zapatero: il 17 aprile cade durante la Settimana Santa,
per cui, commentano i media spagnoli, è molto probabile che la data
prescelta sia il 26 aprile. Rotta a Sud Ovest non mancherà, ZP!