mercoledì 18 febbraio 2009

L'assassinio di Marta del Castillo, il primo omicidio 2.0 di Spagna

Dal giorno di San Valentino decine di sivigliani aspettano sulle rive del Guadalquivir, tra la Isla de la Cartuja e Cama (il Guadalquivir da cartolina è in realtà un canale chiuso del grande fiume andaluso). Aspettano che i sommozzatori trovino le tracce del corpo di Marta del Castillo, la 17enne ragazzina sivigliana uccisa dall'ex fidanzato 20enne Miguel Carcaño.
E' un delitto che ha mobilitato Siviglia. E quando Siviglia si muove, la Spagna la segue.
Marta era scomparsa il 24 gennaio. Era uscita nel pomeriggio per un appuntamento con l'ex fidanzato. In serata l'allarme: il suo cellulare era spento e lei non lo spegneva mai. La mobilitazione di parenti e amici del quartiere è iniziata in quella stessa serata. Tutti i giorni, da quel 24 gennaio, ci sono state foto del suo visetto adolescente sui giornali e in televisione. I suoi amici hanno organizzato una marcia al grido Todos somos Marta, Tutti siamo Marta, esigendo la sua liberazione da parte degli eventuali rapitori. L'11 febbraio, i giocatori della Spagna sono scesi in campo per l'amichevole contro l'Inghilterra indossando una maglietta bianca con la foto di Marta e lo slogan Todos somos Marta.
Marta era in realtà già morta. Lo ha confessato l'ex fidanzato Miguel, ironia del destino, il giorno di San Valentino, il giorno degli innamorati. Le indagini della Guardia Civil si sono concentrate subito sul gruppo di amici di Marta, che si vedeva in quartiere e anche su Facebook e su Tuenti, l'omologo spagnolo, molto più popolare tra i giovanissimi. Si sono concentrate quasi subito su Miguel e il suo passato difficilissimo di figlio educato e gentile di una donna violenta, cresciuto senza padre e con una madre sulla sedia a rotelle, armata sempre della cintura con cui lo picchiava se lui la guidava troppo lentamente. Aveva lasciato la scuola appena aveva potuto, Miguel, e si era messo a lavorare, sopravvivendo con i piccoli e precari lavoretti a cui sono quasi sempre condannati i giovani spagnoli, abbiano o non abbiano un buon livello di istruzione. Marta era stata la sua fidanzata per un mese la scorsa primavera. Lo aveva lasciato, anche su consiglio dei genitori, perché aveva scoperto che non era l'unica ragazza della sua vita, ma non avevano perso i contatti. Vivevano nello stesso quartiere e si frequentavano su Facebook e su Tuenti, condividendo messaggi e foto con il loro gruppo di amici (adesso una giudice ha ordinato la chiusura dei profili della giovane per evitare che le foto da lei pubblicate vengano diffuse dai media, come è stato fatto nei giorni scorsi, a danno suo e dei suoi familiari). Forse i genitori di Marta non sapevano che la loro storia, non era davvero finita, anche se loro due non stavano più insieme e Miguel ultimamente viveva con la famiglia della nuova fidanzatina, a Camas, una cittadina della prima cintura sivigliana, appena oltre il Guadalquivir.
Il 24 gennaio Marta è andata a casa di Miguel e hanno iniziato a litigare per motivi sconosciuti, ma gli inquirenti non escludono reciproche gelosie. Il litigio sarebbe degenerato e Miguel avrebbe ucciso l'ex fidanzata con un portacenere che non si trova più. In casa con lui c'era il fratellastro Javier, più grande di una ventina d'anni, sposato e con una figlia; il suo ruolo nella tragedia non è ancora chiaro, probabilmente Miguel sta cercando di proteggerlo. Quello che è certo è che non può più proteggere se stesso. Il cerchio intorno a lui si è chiuso il 13 febbraio, quando è stato arrestato con l'amico Samuel, amico anche di Marta, e il giorno dopo ha confessato il suo crimine.
Dopo aver ucciso Marta si è spaventato e ha chiamato Samuel e un altro amico, il minorenne Javier, per chiedere aiuto. Insieme hanno caricato il corpo di Marta nell'auto dei genitori di Javier e, superata l'Isla de la Cartuja, l'hanno buttato nel Guadalquivir. Poi Miguel è andato a Camas, a casa della fidanzatina, e Samuel e gli altri hanno iniziato a partecipare alle ricerche di Marta.
Adesso i media parlano del primo omicidio 2.0 della Spagna del terzo millennio. Nel suo profilo di Tuenti Marta appariva come un'adolescente sorridente, innamorata dell'amore e, per qualche tempo, di Miguel, di cui a maggio 2008, nelle poche settimane trascorse insieme, aveva pubblicato varie foto. Scriveva con il linguaggio abbreviato degli sms in voga anche tra i giovanissimi spagnoli, parlava di foto, feste, amici e progetti, come qualunque adolescente; ed era rimasta in contatto con Miguel dopo la rottura: si scambiavano frequentemente messaggi teneri e fotografie. E da Tuenti e da Facebook, dagli amici delle reti sociali sono arrivate le mobilitazioni più grandi. In Tuenti hanno creato il gruppo Desaparecida Marta del Castillo, in cui sono passate 800mila persone nei giorni della ricerca disperata; sono stati creati anche altri gruppi, sono state diffuse fotografie in tutto il web spagnolo. Il Correo de Andalucia segnalava alcuni giorni fa che su google c'erano già oltre 2,4 milioni di citazioni di Marta del Castillo.
E' tutto un mondo, questo delle reti sociali, estraneo ai genitori di Marta; in fondo quanti genitori sanno cosa fanno i figli adolescenti quando si mettono davanti al computer? L'unica cosa che sapevano era che se volevano punire Marta quando faceva qualcosa che non andava,dovevano toglierle il cellulare e impedirle di usare il computer per qualche giorno. Adesso che è tutto finito, o che forse inizia per tutti, vittime e carnefici, il vero inferno, sul profilo di Miguel su Tuenti arrivano gli insulti: Assassino! è la parola più ripetuta. "Vedrai cosa ti toccherà in carcere!" gli hanno urlato invece davanti al Tribunale di Siviglia. Mentre i genitori di Marta, nella loro prima apparizione pubblica dopo la notizia dell'uccisione della figlia, hanno chiesto l'ergastolo per il suo assassino e hanno annunciato che chiederanno un incontro a Zapatero per evitare che i colpevoli possano uscire dal carcere dopo pochi anni. Sulle rive del Guadalquivir, intanto, decine di sivigliani continuano ad aspettare il ritrovamento del corpo di Marta.