El cóndor pasa compie 100 anni. E' stata presentata per
la prima volta nel Teatro Mazzi di plaza Italia, a Lima, il 19 dicembre 1913. Se si legge solo il titolo, non dice niente. Se si ascolta la
melodia, la si riconosce immediatamente, con un successo senza frontiere
passato per Simon&Garfunkel (If I could, il titolo della loro versione) e
Gigliola Cinquetti. (Il condor). Si conoscono ben 4mila versioni della canzone,
in vari generi e in varie lingue.
E' considerato uno degli inni musicali del Perù, grazie alle atmosfere andine
che rievoca, soprattutto nelle versioni che esaltano gli strumenti a fiato. Dal
2004 è Patrimonio Culturale del Perù, all'essere "un tema di evocazione,
ispirazione e rimpianto della maestosità dell'impero degli incas".
El cóndor pasa appartiene a una zarzuela dallo stesso titolo scritta dal
peruviano Daniel Alomía Robles;
in essa si racconta dell'oppressione straniera su un gruppo di indigenas,
costretto a lavorare nelle miniere del Cerro de Pasco, nelle Ande del Perù
centrale, fino alla ribellione e alla liberazione finale. "Il libretto è
stato scritto dallo scrittore Julio Baudouin, che l'ha ambientato nelle
miniere. E' un tema molto contemporaneo, perché, 100 anni dopo, nel Perù ci sono
sempre conflitti sociali legati all'attività mineraria, che non riesce a
stabilire buone relazioni con il suo intorno sociale" ha detto il direttore dell'Istituto di Etnomusicologia della Pontificia Universidad Católica del Perú Renato Romero a
EFE.
La canzone ha avuto un po' l'evoluzione del Va' pensiero: presto è diventata
autonoma dall'opera che l'ha lanciata, fino a raggiungere un grande successo
internazionale e a diventare un inno per i peruviani, una musica in cui si riconoscono e ritrovano la propria identità.
A renderla malinconica e rievocativa, la scala musicale utilizzata, la
pentatonica, la più nota nella cultura incaica. Il suo formato musicale
originale, secondo il direttore d'orchestra Wilfredo Tarazona, "era
abbastanza modesto, perché impiegava strumenti di corda come il violoncello e
il contrabbasso, a fiato come il flauto, il trombone, la tromba e il clarinetto
e una percussione". Ma questa 'modestia' non ha impedito il successo: il
condor, l'uccello nobile dei cieli delle Ande, che passa sul villaggio
ribellatosi all'oppressore, alla fine dell'opera, è un vero e proprio inno alla
libertà e ai forti legami con la terra, con le Ande, con il Perù.
Poco più di un mese fa PromPerù, l'Ente del Turismo Peruviano, ha lanciato un
video per celebrare i 100 anni di El cóndor pasa, in cui propone alcuni dei più
bei paesaggi del Perù sullo sfondo della musica.
Il video potete vederlo qui, da youtube; più in basso, un video della canzone, cantata da Placido Domingo
(su youtube avete l'imbarazzo della scelta, tra le numerose versioni offerte, anche in quechua e in italiano)