venerdì 30 marzo 2007

IV Congresso della Lingua: lo spagnolo, una lingua in movimento e in espansione

Dopo quattro giorni di lavori, si è concluso a Cartagena de Indias, in Colombia, il IV Congreso Internacional de la Lengua Española. L'appuntamento è per il 2010 in Cile, in una città non ancora stabilita, che potrebbe essere Valparaiso o Valdivia. Nell'attesa, le conclusioni del Congresso colombiano sono ottimistiche. Lo spagnolo è la quarta lingua più parlata del mondo e la seconda lingua di comunicazione internazionale. E, cosa più importante, che finalmente i latinoamericani stanno iniziando ad apprezzare e a valutare, è il più potente elemento di unione dell'intero subcontinente ispanico (è da tempo lingua obbligatoria nelle scuole brasiliane e nei prossimi anni oltre 15 milioni di giovani brasiliani parleranno con disinvoltura la lingua dei coetanei dei Paesi confinanti). 
Per il direttore della Real Academia Española (RAE) Víctor García de la Concha lo spagnolo è "alla base della comunità iberoameriana, che si può articolare a livello politico e sociale"; 19 Paesi si esprimono infatti in spagnolo. E' la lingua dei loro scambi economici e culturali, un potente fattore di identità, che può arrivare facilmente al mercato ispanico degli Stati Uniti. "E' un'arma e un vantaggio competitivo nel mercato ispanico, quello in più forte espansione" ha sottolineato l'economista colombiano Alejandro Gaviria. "Non sostituirà l'inglese come principale lingua del commercio, ma certo può diventare la seconda lingua ufficiale, accanto all'inglese" secondo José Luís García Delgado dellaReal Academia de Ciencias Morales y Políticas. 
La sfida più importante all'inglese deve però essere lanciata su Internet. Una conclusione unanime dei partecipanti al Congresso: su circa un miliardo di internauti, solo il 9% comunica in spagnolo; troppo poco per la quarta lingua più parlata del mondo (e della Rete). Ramón Tijeras, direttore del Centro virtual del Instituto Cervantes, ha commentato che "l'offerta dei contenuti in spagnolo è molto più bassa di quella in inglese che, attraverso Google e Yahoo, ci manipola con la sua visione del mondo, parziale e non corrispondente alla realtà.
Alla popolarità della lingua contribuiscono anche idoli dello sport come Fernando Alonso o della musica, come Juanes e Shakira. Il loro ruolo non è affatto secondario. César Antonio Molina, direttore del Cervantes di Spagna, ha chiesto ad Alonso che celebri le sue vittorie e si lasci andare alle sue emozioni solo in spagnolo. "Lui mi diceva, ma che importanza ha?! e invece ha moltissima importanza. Lui rappresenta in quel momento 500 milioni di persone che vogliono sentirlo parlare nella sua lingua, che è la loro". Tra i colombiani Juanes e Shakira, da tempo i cantanti pop più rappresentativi della lingua spagnola, torna di tanto in tanto una polemica (che non scalfisce affatto i loro ottimi rapporti e le loro collaborazioni in iniziative benefiche ed artistiche); Juanes canta solo in spagnolo, Shakira anche in inglese. Per Juanes la scelta è politica: vuole che la sua lingua sia conosciuta in tutto il mondo; per Shakira è commerciale e politica: vuole raggiungere tutti i mercati per far conoscere la sua musica. Proprio nei giorni del Congreso Carlos Vives, il popolarissimo rey del vallenato, ha invitato Shakira a bagnarsi "più nel rio Magdalena che nel Mississippi". Polemiche e battute tra colombiani, che parlano anche della musica come strumento di trasmissione e di popolarità di una lingua. 
L'avanzata del castigliano nel mondo la racconta un episodo da un pranzo privato a cui è stato invitato anche Bill Clinton, presente a Cartagena per partecipare all'omaggio a Gabriel Garcia Marquez. L'ex presidente americano ha raccontato di aver letto l'opera omnia di Gabo in inglese. Ma sua figlia Chelsea lo ha fatto in spagnolo, come milioni di giovani statunitensi, che parlano la lingua con disinvolura. 
La quattro giorni de IV Congreso è stata soprattutto un grande successo popolare: c'è stata un'intensa partecipazione dei colombiani; le conferenze e i seminari sono stati presi d'assalto (erano previsti 1500 partecipanti, ci sono state varie sessioni con oltre 5000 persone), sorprendendo intellettuali e accademici invitati. "Qualcosa si muove in America Latina, qualcosa di importante, che viene dal basso e non è mosso dai governi" ha commentato García de la Concha.