venerdì 18 gennaio 2008

Il teatro Grand Splendid di Buenos Aires è diventato El Ateneo, una delle librerie più belle del mondo

Il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato recentemente la sua lista delle 10 librerie più belle del mondo. Ho avuto così l'opportunità di scoprire alcuni gioielli, come la prima in classifica, la Boekhandel Selexyz Dominicanen di Maaestricht in Olanda, ricavata in un'antica chiesa gotica, o la seconda, la porteña El Ateneo. La sua storia inizia nel 1919, nell'Avenida Santa Fé 1854 di Buenos Aires. Qui l'impresario Max Glücksman fece costruire un cinema teatro di molto fascino, il Grand Splendid: 4 file di palchi per 550 posti e una platea di 500 persone, impianto di riscaldamento e una cupola affrescata dall'italiano Nazareno Orlandi. Per ottant'anni l'edificio è stato uno dei teatri più importanti della capitale argentina, poi la crisi e, nel 1999, la chiusura. Per la città la perdita di un punto d'incontro culturale e la solita domanda di queste circostanze: che fare della struttura? Meno male che nel febbraio del 2000 il Grupo Ilhsa, che possiede una trentina di librerie in tutto il Paese è intervenuta e ha firmato un contratto di 10 anni per trasformare l'antico tatro in una moderna libreria. L'unica condizione impostagli: che il Grand Splendid non perdesse la sua struttura originaria. E dopo 3 milioni di pesos di investimento per la ristrutturazione firmata dall'architetto Fernando Manzone, ecco El Ateneo, una delle librerie più amate e più famose di Buenos Aires.
Sono tre piani con moquette rossa, collegati da moderne ed efficienti scale mobili, sul palcoscenico un maestoso pianoforte a coda che accompagna i miniconcerti di jazz che El Ateneo organizza e un piccolo caffé per sfogliare libri bevendo qualcosa, in platea e nei palchi, oltre a divani e poltrone per la lettura, 120mila titoli, tra cui 1200 di poesia e 4000 in altre lingue; al piano inferiore El Ateneo Junior con i libri per i più giovani e un arredamento più colorato e allegro ("sopra" sono stati mantenuti il rosso e dorato del Grand Splendid).
El Ateneo è oggi uno dei luoghi turistici più visitati di Buenos Aires: i turisti, incantati, scattano foto dai palchi, i porteños sfogliano i libri nelle sale di lettura o bevendo qualcosa nel caffé, mentre tutto intorno suona una musica leggera e soft che invita alla calma e al relax.
Ecco come il giornalista spagnolo Hernán Zin commenta dal suo bel blog la passione porteña per le librerie: "Se c'è qualcosa che mi affascina di questa città sono le sue librerie. A differenza di quelle di Madrid, qui la maggior parte continua ad essere gestita da uomini e donne che amano i libri e che sono sempre disponibili a dare un buon consiglio o con cui puoi conversare di letteratura. Il libro come mero prodotto commerciale, paragonato a  forza di mercato a un accappatoio in offerta da Carrefour, non ha ancora messo da parte il libro come opera creativa, artistica e prezioso veicolo per rimanere nel tempo, per condividere esperienze, per imparare. Chissà arrivi tutto e in poco tempo anche qui l'impiegata che prende il libro e lo mette sotto il lettore del codice a barre sia la stessa che il mese scorso distribuiva camicette nel Settore jeans del Piano Giovani. Però la cosa più affascinante delle molte librerie di Buenos Aires è che compiono una funzione sociale e aggregatrice, che va a di là della vendita di opere letterarie. Organizzano recital di musica, letture di poesie. Nei loro locali si può prendere il caffé, cenare. Un'idea fantastica: il libro come epicentro della cultura, come asse intorno al quale gira la vita sociale..."