domenica 8 marzo 2009

Un libro sull'Infanta Elena di Spagna, la regina che sarebbe potuta essere

elena.jpg (15671 byte)
La Famiglia Reale spagnola ispira sempre numerosi libri. Confesso di non sapere che successo editoriale abbiano, non ho mai visto folle davanti agi stand che li offrono al Corte Inglés o nelle librerie di Siviglia, Cadice o Madrid, però è indubbio che la stampa presta sempre loro molta attenzione. Anche perché ultimamente sono scritti quasi sempre da colleghi giornalisti. Dopo il libro di Pilar Urbano sulla Regina Sofia, uscito per i suoi 70 anni, e dopo il pubblicizzato libro abortito sulla Principessa delle Asturie, ed essendo già da tempo uscite le biografie autorizzate e monumentali di Juan Carlos e di Felipe, l'ultima che rimaneva da analizzare e raccontare era l'Infanta Elena. Sì, esiste anche l'Infanta Cristina, è vero, ma la sua figura non è interessante quanto quella della primogenita dei sovrani. Elena è l'unica donna per cui la discriminazione sessuale è costituzionale e legale, l'unica donna che non è uguale davanti alla legge: sui suoi diritti dinastici prevalgono quelli del fratello maschio per Costituzione. E infatti il libro uscito su di lei, scritto dalle giornaliste Carmen Duerto e Cecilia Crego, si intitola La Infanta Elena, La reina que pudo ser (la regina che sarebbe potuta essere).

Ha sofferto Elena per questa discriminazione? Pare proprio di no. Secondo le autrici del libro non ha mai invidiato il fratello né avuto rancore nei suoi confronti, anzi,come tutte le primogenite ha sempre avuto un atteggiamento teneramente protettore nei suoi confronti. Una delle chicche del libro è che semmai l'Infanta ha sempre temuto l'idea di poter salire sul trono. Quando Felipe era innamoratissimo della modella norvegese Eva Sannum, a cui è stato legato per cinque anni, c'era la possibilità che, essendo lei plebea e abbastanza malvista in Spagna, lui rinunciasse ai diritti al trono. L'eventualità era stata presa seriamente dai circoli monarchici, quasi quanto l'horrorosa ipotesi di avere una futura regina plebea e in biancheria intima per i cataloghi di moda (poi se la sono beccata plebea, divorziata e in topless sulla copertina di un CD dei Maná, ma sono cose che capitano). La più preoccupata di tutti era però Elena. Secondo il libro l'Infanta ha parlato più volte con il fratello, esprimendogli i propri timori: non si sentiva preparata per diventare Principessa delle Asturie (e probabilmente non aveva nessuna voglia). Uno degli errori della Casa Reale è stato infatti che Elena non è stata preparata per poter eventualmente succedere al trono, nel caso Felipe ne fosse stato impossibilitato (cosa sarebbe successo in quel caso?).
Il libro racconta la vita dell'Infanta sin dalla sua nascita. "Inizia nel 1963, che è l'anno in cui è nata, in una clinica, Neustria Señora de Loreto e non a Palazzo Reale, come era la tradizione" ha detto Carmen Duerto in una delle tante interviste di questi giorni "In qualche modo già questo è un annuncio della vita atipica di una donna che, nonostante sia stata cresciuta in un palazzo, ha finito con il vivere in un appartamento, con vicini sopra e sotto. C'è anche il fatto che sia stata discriminata per essere donna, nella successione della Corona o che sia stata la prima della sua famiglia ad iscriversi alla Seguridad Social. Questo, e molti altri capitoli della sua vita, come il divorzio da Jaime de Marichalar, fanno di lei una donna che, nonostante sarà sempre Infanta, sia anche molto reale, di carne e ossa".
Affronta anche una delle leggende che hanno sempre perseguitato la primogenita del re, la peggiore delle quali è che sia "ritardata mentale". Niente di più falso: durante l'adolescenza Elena ha peccato di ingenuità, ma semplicemente perché, raccontano Duerto e Crego, era sempre stata molto protetta dalla famiglia, cresciuta in quella che noi definiremmo la bambagia, e dunque, uscita da questo suo mondo di frutta candita, al contatto con i coetanei, l'Infanta era come Alice nel Paese delle Meraviglie. Ingenua, appunto, ma non stupida.
L'altro punto importante che il libro racconta è la separazione da Jaime de Marichalar. L'Infanta si è sposata muy enamorada, come Jaime, tanto che alla Zarzuela aveva un ufficio privato "che non ha mai utilizzato, però, quando stava per sposarsi era così ilusionada che passava ore lì, aprendo regali e rispondendo agli auguri che le pervenivano". Il matrimonio non è naufragato solo per l'ictus che ha colpito il Duca di Lugo, cambiandogli il carattere e rendendolo più cupo e irritabile, ma soprattutto perché avevano interessi e abitudini diverse e se lei di tanto in tanto lo accompagnava. Lei amava stare a casa, andare a dormire presto e condurre  una vita discreta in compagnia degli amici di sempre, lui amava cenare nei ristoranti alla moda, frequentare le celebrities che lo adulavano, e che sono sparite con la separazione, e fare tardi; non nascondeva la noia alle riunioni degli amici fantini che entusiasmavano Elena, appassionata cavallerizza. Secondo Duerto, inoltre, il duca "non ha mai sopportato il protagonismo dell'Infanta e il dover stare sempre in secondo piano, nonostante, come lui ha manifestato in varie occasioni, vivessero del suo stipendio". La separazione è stata inevitabile ed Elena ha continuato lo stile di vita che aveva scelto.
Tra le cose curiose dell'Infanta scoperte dalla giornalista in dieci anni di indagini, documenti e interviste ("il mio non è un libro di pettegolezzi, voglio che perduri nel tempo"), c'è da segnalare che ha un carattere fortissimo e un terrible mal genio (ma dei suoi momenti di ira e dei suoi modi spicci già si sapeva), è molto cattolica e conservatrice, adora la cioccolata e i frutti di mare.