La Famiglia Reale spagnola ispira sempre numerosi libri. Confesso di
non sapere che successo editoriale abbiano, non ho mai visto folle davanti agi
stand che li offrono al Corte Inglés o nelle librerie di Siviglia, Cadice o
Madrid, però è indubbio che la stampa presta sempre loro molta attenzione. Anche
perché ultimamente sono scritti quasi sempre da colleghi giornalisti. Dopo il
libro di Pilar Urbano sulla Regina Sofia, uscito per i suoi 70 anni, e dopo il
pubblicizzato libro abortito sulla Principessa delle Asturie, ed essendo già da
tempo uscite le biografie autorizzate e monumentali di Juan Carlos e di Felipe,
l'ultima che rimaneva da analizzare e raccontare era l'Infanta Elena. Sì, esiste
anche l'Infanta Cristina, è vero, ma la sua figura non è interessante quanto
quella della primogenita dei sovrani. Elena è l'unica donna per cui la
discriminazione sessuale è costituzionale e legale, l'unica donna che non è
uguale davanti alla legge: sui suoi diritti dinastici prevalgono quelli del
fratello maschio per Costituzione. E infatti il libro uscito su di lei, scritto
dalle giornaliste Carmen Duerto e Cecilia Crego, si intitola La Infanta
Elena, La reina que pudo ser (la regina che sarebbe potuta essere).
Ha
sofferto Elena per questa discriminazione? Pare proprio di no. Secondo le
autrici del libro non ha mai invidiato il fratello né avuto rancore nei suoi
confronti, anzi,come tutte le primogenite ha sempre avuto un atteggiamento
teneramente protettore nei suoi confronti. Una delle chicche del libro è che
semmai l'Infanta ha sempre temuto l'idea di poter salire sul trono. Quando
Felipe era innamoratissimo della modella norvegese Eva Sannum, a cui è stato
legato per cinque anni, c'era la possibilità che, essendo lei plebea e
abbastanza malvista in Spagna, lui rinunciasse ai diritti al trono.
L'eventualità era stata presa seriamente dai circoli monarchici, quasi quanto
l'horrorosa ipotesi di avere una futura regina plebea e in biancheria
intima per i cataloghi di moda (poi se la sono beccata plebea, divorziata e in
topless sulla copertina di un CD dei Maná, ma sono cose che capitano). La più
preoccupata di tutti era però Elena. Secondo il libro l'Infanta ha parlato più
volte con il fratello, esprimendogli i propri timori: non si sentiva preparata
per diventare Principessa delle Asturie (e probabilmente non aveva nessuna
voglia). Uno degli errori della Casa Reale è stato infatti che Elena non è stata
preparata per poter eventualmente succedere al trono, nel caso Felipe ne fosse
stato impossibilitato (cosa sarebbe successo in quel caso?).
Il libro
racconta la vita dell'Infanta sin dalla sua nascita. "Inizia nel 1963, che è
l'anno in cui è nata, in una clinica, Neustria Señora de Loreto e non a Palazzo
Reale, come era la tradizione" ha detto Carmen Duerto in una delle tante
interviste di questi giorni "In qualche modo già questo è un annuncio della vita
atipica di una donna che, nonostante sia stata cresciuta in un palazzo, ha
finito con il vivere in un appartamento, con vicini sopra e sotto. C'è anche il
fatto che sia stata discriminata per essere donna, nella successione della
Corona o che sia stata la prima della sua famiglia ad iscriversi alla Seguridad
Social. Questo, e molti altri capitoli della sua vita, come il divorzio da Jaime
de Marichalar, fanno di lei una donna che, nonostante sarà sempre Infanta, sia
anche molto reale, di carne e ossa".
Affronta anche una delle leggende che
hanno sempre perseguitato la primogenita del re, la peggiore delle quali è che
sia "ritardata mentale". Niente di più falso: durante l'adolescenza Elena ha
peccato di ingenuità, ma semplicemente perché, raccontano Duerto e Crego, era
sempre stata molto protetta dalla famiglia, cresciuta in quella che noi
definiremmo la bambagia, e dunque, uscita da questo suo mondo di frutta candita,
al contatto con i coetanei, l'Infanta era come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Ingenua, appunto, ma non stupida.
L'altro punto importante che il libro
racconta è la separazione da Jaime de Marichalar. L'Infanta si è sposata muy
enamorada, come Jaime, tanto che alla Zarzuela aveva un ufficio privato
"che non ha mai utilizzato, però, quando stava per sposarsi era così
ilusionada che passava ore lì, aprendo regali e rispondendo agli auguri
che le pervenivano". Il matrimonio non è naufragato solo per l'ictus che ha
colpito il Duca di Lugo, cambiandogli il carattere e rendendolo più cupo e
irritabile, ma soprattutto perché avevano interessi e abitudini diverse e se lei
di tanto in tanto lo accompagnava. Lei amava stare a casa, andare a dormire
presto e condurre una vita discreta in compagnia degli amici di sempre, lui
amava cenare nei ristoranti alla moda, frequentare le celebrities che
lo adulavano, e che sono sparite con la separazione, e fare tardi; non
nascondeva la noia alle riunioni degli amici fantini che entusiasmavano Elena,
appassionata cavallerizza. Secondo Duerto, inoltre, il duca "non ha mai
sopportato il protagonismo dell'Infanta e il dover stare sempre in secondo
piano, nonostante, come lui ha manifestato in varie occasioni, vivessero del suo
stipendio". La separazione è stata inevitabile ed Elena ha continuato lo stile
di vita che aveva scelto.
Tra le cose curiose dell'Infanta scoperte dalla
giornalista in dieci anni di indagini, documenti e interviste ("il mio non è un
libro di pettegolezzi, voglio che perduri nel tempo"), c'è da segnalare che ha
un carattere fortissimo e un terrible mal genio (ma dei suoi momenti di
ira e dei suoi modi spicci già si sapeva), è molto cattolica e conservatrice,
adora la cioccolata e i frutti di mare.