sabato 14 novembre 2009

I leoni dell'Alhambra non sono tutti uguali: le scoperte dei restauri

Da febbraio 2007 il Patio de Leones, uno dei più famosi patios dell'Alhambra, è privo dei dodici leoni che sostengono la sua fontana. Da allora li stanno restaurando nei laboratori del palazzo nazari e si calcola torneranno al loro posto il prossimo anno. In questi mesi di restauro i leoni stanno svelando i loro segreti e stanno sorprendendo ricercatori ed esperti. "Non sono opera di un solo autore e nessuno è uguale all'altro" ha rivelato ieri la direttrice del Patronato dell'Alhambra Maria del Mar Villafranca durante la I Feria Internacional de Conservación y Restauración del Patrimonio de Granada "Abbiamo sempre pensato che i leoni fossero uguali o almeno simili due a due, si era persino parlato di leoni e leonesse. Ma oggi possiamo dire che sono tutti diversi. E' possibile che uno di loro sia stato usato come modello, molto probabilmente il più grande e il più decorato, ma non possiamo neanche escludere che il modello non sia uno dei dodici leoni della fonte". Se però fosse vera la prima ipotesi, quella di uno dei 12 leoni utilizzato come modello, per gli esperti sarebbe la scultura numero 10, che ha la decorazione più raffinata e ricca, con baffi molto più elaborati e impronte a forma di lacrima "in tutta la testa, ha anche un simbolo, come una piccola voluta e specie di baffi molto arricciati che sono probabilmente una delle grandi sorprese del restauro".
"Anche le code non sono mai uguali, così come le dimensioni, il profilo o il peso delle sculture, che varia tra i 250 e i 300 kg. Tutto fa pensare che furono scolpiti da diverse mani e che in ogni esemplare ci fosse il desiderio di esprimere diversi dettagli, come, ad esempio, le unghie delle zampe, che sono perfettamente tracciate in alcune sculture, la bocca o il trattamento formale delle facce" ha spiegato Villafranca. Differenti anche le orecchie, sebbene in questo caso influisca anche il restauro del XVII secolo, durante il quale si decise di sostituirle a causa del deterioramento a cui erano state sottoposte. Non dimentichiamo che i leoni sono esposti a tutti gli agenti atmosferici e che l'umido e il gelo creano gravissimi danni, il primo perché apre fessure nel marmo, il secondo perché le amplia. "Le orecchie sono una delle parti più sensibili dei nostri leoni e in quel restauro si decise la sostituzione. Però siamo riusciti a individuare in tre sculture le tracce delle orecchie originali"
Il Patio de Leones fu realizzato nel XIV secolo e i leoni furono scolpiti tra il 1362 e il 1391 in un laboratorio granadino con marmo di Macael e su ordine di Mohammad V.
Il restauro si trova adesso nella sua fase finale. Terminato il lavoro sulle sculture degli animali, si passerà a completare quello sulla fontana, che prevede la riparazione del circuito idraulico, in modo da ristabilire il flusso dell'acqua non solo per razionalizzare le risorse idriche, ma anche per evitare quelle perdite che, unite agli agenti atmosferici, danneggiano il marmo dei leoni.
Maria del Mar Villafranca ha confermato che i leoni torneranno nel Patio nel 2010, ma ha preferito non indicare date precise.