C'è un libro, Historia y leyenda de las calles de Sevilla
(Storia e leggenda delle strade di Siviglia), scritto da Jaime Passolas, che
sarà presentato nei prossimi giorni nella città andalusa e che racconta, come
dice lo stesso titolo, segreti e miti delle strade sivigliane. El correo de
Andalucia sostiene che lo scrittore ha per Siviglia "l'amore immenso
dei forestieri", essendo nato a Jaén, e gli si può credere, conoscendo da
vicino l'amore intenso che uno straniero può arrivare a sentire per questa
magnifica città. Ma la cosa più bella, a prescidere dal libro, che sarà
sicuramente imperdibile per gli amanti della sevillanidad, è il ritratto
della città che Passolas traccia per il quotidiano, attraverso poche frasi
dedicate alle sue vie, in questa primavera che stenta ad aprirsi ma regala lo
stesso luci, colori e profumi di fiori d'arancio e gelsomini (come suonano più
dolci azahar e jazmin, fiore d'arancio e gelsomino, con questa
radice araba che il castigliano, e non solo, ha fatto propria alla faccia di
chi non considera l'Islam parte delle radici europee).
Può essere un'idea di itinerario per chi ha in mente di passare qualche giorno
di primavera a Siviglia. Ecco i sugerimenti di Passolas.
- Se dovesse scegliere una strada per la sua luce. "Alemanes. Sia nelle
mattinate, piena di luce, come al tramonto, con lo sprazzo di luce che sale per
García de Vinuesa, e anche con la sua deliziosa illuminazione notturna. Questa calle
ha una luminosità speciale"
- E per il suo odore? "La plaza de Santa Cruz. In generale tutto il Barrio
de Santa Cruz, ma in questa piazza l'azahar e gli aranci danno
un'atmosfera con molta personalità"
- Quale calle ha il suono più bello di Siviglia? "Caballerizas.
Nelle ore della Messa e del culto si sentono da lì le campane di San Ildefonso,
San Leandro e Santa María de Jesús."
- Una strada da visitare adesso, in primavera: "Mateos Gago. Per la sua
bellezza, le sue ombre, i suoi aranci; per il profilo della giralda al fondo…
Ci sono molte ragioni per visitarla sempre, e ancora di più in primavera"
(sì, sì e sì! Non si può dire di aver respirato aria sivigliana se non ci si
è voltati almeno una volta a guardare la Giralda da Mateos Gago!)
- La sua calle preferita? "Due: Águilas, per la sua storia; e Santa
Chiara, per tutto, per la sua monumentalità, per i conventi di San Clemente, di
Santa clara, per la Casa dei Bucarelli, per sfociare nella plaza de San
Lorenzo, che è meravigliosa…" (again, sì, sì e sì! Santa Clara, il
Barrio de San Lorenzo, la magnifica plaza de San Lorenzo, così sivigliana…)
- Questa domanda non è poetica: Siviglia ha magia? Ce l'ha letteralmente?
"Senza alcun dubbio. Realmente ce l'ha. E ce l'ha, effettivamente, non in
questo modo poetico in cui si può dire di un posto che ha magia, ma come
fenomeno reale. Ha qualcosa che fluisce in ogni angolo, un'attrazione che la fa
sembrare irreale, anche stando lì. Granada, per esempio, è diversa. Granada ha embrujo,
un'aria moresca, ti affascina, ti estasia. Ma quello che ha Siviglia è
magia".
- La cosa più triste? "Che i sivigliani non danno valore alla propria città.
Domani lo vedrò, domani mi informerò, dicono. Come se non gli importasse"