Che il delicato ecosistema delle isole Galápagos sia in pericolo lo sappiamo da
sempre e sappiamo pure che buona parte della responsabilità è dell'intervento
umano. Così l'Ecuador ha deciso che le infrastrutture necessarie alle isole
interferiscano il meno possibile con flora e fauna locali, che, non
dimentichiamolo, sono unici al mondo. Come? Nell'isola di Baltra verà
realizzato nei prossimi anni il primo aeroporto ecologico del mondo. L'annuncio
lo hanno dato il Ministro ai Trasporti María de los Ángeles Duarte e il
Sottosegretario all'Aviazione Civile Guillermo Bernal durante una Conferenza
sull'ambiente in corso nella più importante isola dell'arcipelago, quella di San
Cristóbal.
Il nuovo aeroporto costerà intorno ai 21 milioni di dollari e richiederà tre anni di lavori; consumerà meno energia di quello attuale, anche perché tutte le strutture funzioneranno grazie all'energia solare e/ eolica. A questo risparmio si aggiungerà quello garantito dai materiali che verranno impiegati, "tutti naturali per non spezzare l'intorno in cui si trovano, ma anche il più possibile rispettosi dell'ambiente". I tetti verranno realizzati con materiale refrattario e riflettente, in modo da mantenere temperature gradevoli negli spazi interni, le pareti e le pitture saranno in grado di collaborare all'illuminazione naturale, l'acqua utilizzata sarà riciclata; l'aria condizionata sarà inoltre fornita dall'energia solare.
In questo modo, sottolineano le autorità ecuadoriane, tutte le infrastrutture e i processi che un aeroporto genera saranno "soggetti agli standard ambientali". Insomma, le isole Galápagos, famose per la loro biodiversità unica, saranno le prime a godere di un aeroporto che rispetti il più possibile la natura che lo circonda.
I lavori per la costruzione di questa infrastruttura saranno realizzati in tre fasi; la prima prevede la realizzazione del terminal, la seconda quella della piattaforma dei servizi, quasi il doppio dell'attuale e, infine, l'ultima la costruzione della pista, che sarà di cemento (ma questo si suppone sia inevitabile).
Le Isole Galápagos. Costituite da 13 isole vulcaniche e 107 isolotti e rocce, sono dal 1978 un Bene Naturale dell'Umanità dell'UNESCO e, secondo questa stessa organizzazione sono con Machu Picchu nel Perù e le rovine maya di Copán, nell'Honduras, i luoghi del patrimonio culturale e naturale latinoamericano più esposti al pericolo causato dal turismo incontrollato. Di qui la preoccupazione delle autorità locali per nuove costruzioni il più possibile rispettose dei delicati equilibri di un ecosistema senza uguali.
Il nuovo aeroporto costerà intorno ai 21 milioni di dollari e richiederà tre anni di lavori; consumerà meno energia di quello attuale, anche perché tutte le strutture funzioneranno grazie all'energia solare e/ eolica. A questo risparmio si aggiungerà quello garantito dai materiali che verranno impiegati, "tutti naturali per non spezzare l'intorno in cui si trovano, ma anche il più possibile rispettosi dell'ambiente". I tetti verranno realizzati con materiale refrattario e riflettente, in modo da mantenere temperature gradevoli negli spazi interni, le pareti e le pitture saranno in grado di collaborare all'illuminazione naturale, l'acqua utilizzata sarà riciclata; l'aria condizionata sarà inoltre fornita dall'energia solare.
In questo modo, sottolineano le autorità ecuadoriane, tutte le infrastrutture e i processi che un aeroporto genera saranno "soggetti agli standard ambientali". Insomma, le isole Galápagos, famose per la loro biodiversità unica, saranno le prime a godere di un aeroporto che rispetti il più possibile la natura che lo circonda.
I lavori per la costruzione di questa infrastruttura saranno realizzati in tre fasi; la prima prevede la realizzazione del terminal, la seconda quella della piattaforma dei servizi, quasi il doppio dell'attuale e, infine, l'ultima la costruzione della pista, che sarà di cemento (ma questo si suppone sia inevitabile).
Le Isole Galápagos. Costituite da 13 isole vulcaniche e 107 isolotti e rocce, sono dal 1978 un Bene Naturale dell'Umanità dell'UNESCO e, secondo questa stessa organizzazione sono con Machu Picchu nel Perù e le rovine maya di Copán, nell'Honduras, i luoghi del patrimonio culturale e naturale latinoamericano più esposti al pericolo causato dal turismo incontrollato. Di qui la preoccupazione delle autorità locali per nuove costruzioni il più possibile rispettose dei delicati equilibri di un ecosistema senza uguali.