sabato 24 aprile 2010

Tre metri sopra il cielo spagnolo con Mario Casas e Maria Valverde

Federico Moccia è un autore che gode di buona popolarità in Spagna. I suoi libri finiscono sempre in vista nelle vetrine delle librerie e hanno sempre un posto speciale negli stand di El Corte Inglés, compreso l'ultimo, Perdona, pero quiero casarme contigo (Scusa, ma ti voglio sposare), uscito da poco e ancora in bella mostra a El Corte Inglés. A Siviglia, sul puente de Triana ci sono persino centinaia dei nefasti lucchetti che hanno già fatto scempio del Ponte Milvio a Roma. Il culto è tale che, se cercate su Internet, trovate il film di Tre metri sopra il cielo con i sottotitoli in spagnolo.
E proprio Tre metri sopra il cielo è tornato d'attualità al Festival di Málaga, dove il cinema spagnolo presenta le produzioni attuali e future. Il 7 maggio inizieranno le riprese della sua versione spagnola, in uscita poi a dicembre, giusto in tempo per le feste natalizie. Di questo film, prodotto da Globomedia, che ha firmato serial di successo come Aida o Los hombres de Paco e campioni di incassi come Fuga de cerebros, si sente parlare da tempo, anche perché il protagonista maschile, Mario Casas, è uno dei volti televisivi più popolari del momento.
Si leggevano i primi articoli sull'argomento, alla fine del 2009, e si pensava, Mario Casas è il Riccardo Scamarcio spagnolo? No, stiamo calmi. Decisamente viene difficile immaginarlo al centro di scene di fanatismo come quelle toccate all'attore pugliese pochi anni fa. Anche perché Mario, 24enne di A Coruña, ha già una solida fama televisiva grazie a Los hombres de Paco, in cui interpreta Aitor, lo sfigato terzo incomodo della storia d'amore principale della serie, quella tra Lucas e Sara, alias Hugo Silva e Michelle Jenner. E' un ruolo che, soprattutto nelle ultime stagioni, quando Silva ha abbandonato il suo personaggio e gli sceneggiatori hanno deciso di sviluppare la trama tra Aitor e Sara, con tanto di tradimento di lei e indignazione dei telespettatori, gli è costato moltissime simpatie. E se c'è qualcuno che potrebbe essere lo Scamarcio spagnolo, non solo per fanatismo che suscita e scene di isteria collettiva di cui è stato suo malgrado protagonista, ma anche per il tentativo di costruirsi una carriera non basata sul fascino personale, è proprio il rivale di Casas, Hugo Silva (quando mi chiedono, grazie al curioso interesse di cui gode nel web italiano, spiego sempre che la sua popolarità in Spagna è tipo quella di Scamarcio tra le adolescenti, ma tracimata a tutte le età femminili, tipo Raul Bova).
Quindi per Mario Casas non sono prevedibili fenomeni improvvisi di isteria collettiva. Per lui Tres metros sobre el cielo potrebbe essere uno scalino importante in una carriera finora caratterizzata da commerciali commedie scacciapensieri (Fuga de cerebros, Mentiras y gordas), il cui principale merito è mostrare i corpi delle attrici e degli attori più desiderati della tv. Con Tres metros sobre el cielo non abbandonerebbe le commedie giovanilistiche, ma avrebbe una trama un po' più complessa da proporre, per conquistare, finalmente, anche chi non gli perdona il tradimento di Aitor e Sara ai danni di Lucas. Difficile da credere, ma c'è chi boicotta le produzioni di Casas o di Silva proprio a causa della trama di Los hombres de Paco.
Accanto a Mario Casas, nel ruolo che fu di Katy Saunders in Italia, Maria Valverde, una "vecchia" conoscenza del cinema italiano, essendo stata la Melissa P. dell'omonimo film. A 23 anni Maria è una delle poche attrici spagnole che non ha dovuto pagare il pedaggio televisivo. Da La flaqueza del bolchevique, il film con cui ha esordito nel 2003 a soli 17 anni, guadagnandosi il Goya come Miglior attrice rivelazione, ha già fatto rapide puntate nel cinema internazionale con Melissa P e il più recente Cracks. Anche per lei Tres metros sobre el cielo rappresenta un nuovo scalino, in una carriera fino ad ora dedicata ai piccoli film indipendenti, in ruoli quasi sempre drammatici o trasgressivi, da niña mala. Sarebbe in fondo l'esordio nella commedia giovanilistica, diretta per la prima volta ai suoi coetanei.
A Málaga Mario e Maria sono arrivati insieme, già perfettamente affiatati e sorridenti. Lui ha fatto una toccata e fuga perché in questi giorni sta girando le ultime scene dell'ultima stagione di Los hombres de Paco e ha ammesso anche qualche lacrima di emozione sul set. Lei invece è rimasta un po' di più per godersi il Festival. Per l'attore di A Coruña Tres metros sobre el cielo è "un Romeo e Giulietta di questo secolo. Molte persone si sentiranno identificate con i pilastri del film, che sono Baby e Hache (così è stato tradotto in spagnolo Step, il nome del protagonista), con le cose che succedono nel film, momenti romantici, sentimentali, erotici… A tre metri è quando non controlli i sentimenti e non hai barriere. A quest'età si vivono sentimenti reali e veri, è qualcosa di viscerale". Maria sintetizza così la trama: "Ragazza buona conosce ragazzo cattivo e si innamorano" e poi assicura che le piacciono le commedie romantiche, "a cinema vuoi vedere sempre qualcosa che ti riempia di emozioni e la verità è che mi piacerebbe vedere questo film per godermelo e perdere la nozione del tempo".
Adesso, potremmo chiederci perché invece di farsi una versione locale di un film tratto da un autore popolare, sapendo che su Internet gira la versione originale con i sottotitoli, in Spagna non abbiano pensato di distribuire il film con Scamarcio. Ma arriveremmo alla solita conclusione dell'incomunicabilità culturale tra Italia e Spagna, per cui noi dobbiamo vedere mediocri versioni locali delle loro produzioni televisive e loro hanno addirittura iniziato a farsi remake dei nostri film. E pure nel web spagnolo la perplessità circa l'utilità di una versione locale pare piuttosto diffusa: non sono solo i dubbi sulle capacità recitative di Mario Casas, ma pure la convinzione che Riccardo Scamarcio sia insostituibile e che il film originale è quello italiano e quello va comprato e distribuito. E' che i produttori hanno ragioni che la ragione del pubblico italiano e spagnolo evidentemente non sempre non comprende.