Il 14 settembre uscirà Luis Miguel, il nuovo CD di Luis Miguel. Inutile dire che, dopo un paio di anni di silenzio e i deliri mediatici seguiti alla presunta malattia del messicano, è uno dei dischi più attesi dell'autunno ispanico (e dell'estate del Cono Sur, dove Cile, Argentina e pare persino il Perù, dopo anni di attesa, sono già in fibrillazione per le date del prossimo tour). Il primo single, Labios de miel, non ha fatto presagire niente di buono: testo banale, trito e ritrito, su musica ascoltata già mille altre volte; hanno cercato di convincermi che sarebbe stata la canzone più ascoltata nell'estate ispanica e magari lo è stata pure (ma non in Spagna), io l'ho ascoltata 4 volte e l'ho salutata (e Luis Miguel, che deve averci creduto molto, non ha neanche fatto un video per sostenerne il lancio). Anche i 30 secondi per canzone anticipati da amazon.com non spingevano all'ottimismo. Ma, nonostante questo, Luis Miguel è già re di iTune e delle prenotazioni ispaniche; pare che tra Argentina e Messico sia già disco d'oro, a quattro giorni dall'uscita.
E a quattro giorni dall'uscita ci sono fans che lo hanno già ascoltato, grazie ad amici degli amici, alla pirateria o a Internet. E, sincermente, bisogna ringraziare gli amici degli amici, la pirateria e Internet, che mettono a disposizione di noi, che viviamo in altri emisferi, musiche che altrimenti ci rimarrebbero sconosciute. Nei forum è già ripartito il dibattito e c'è la solita divisione tra i fans. Tra quelli che considerano eccellente qualunque cosa il messicano faccia, entusiasti, probabilmente, anche il giorno in cui deciderà di musicare le pagine gialle perché tanto sa che ci sarà chi gli comprerà il disco, e quelli che si chiedono perché Luismi continua con más de lo mismo, la stessa cosa di sempre. E' la più bella voce di Latinoamérica ed è probabilmente l'interprete più intenso che il subcontinente abbia saputo esprimere negli ultimi decenni; con la riscoperta del bolero e la nuova vita regalata ai romances e ai capolavori del mariachi e del tango si è guadagnato la stima e il rispetto degli artisti delle generazioni più anziane. Eppure.
Eppure Luis Miguel, il CD che uscirà tra quattro giorni, è un passo indietro nella sua carriera, una delusione, dopo il lampo che è stato Cómplices, uscito due anni fa con nuovi ritmi e testi che parlavano di nuove inquietudini e nuove maturità. Con Luis Miguel torniamo a canzoni che le ascolti e ti chiedi dove le hai già sentite; se uno non sapesse che sono canzoni del suo nuovo disco potrebbe chiedersi se arrivano da qualche suo disco del passato, preferibilmente Amarte es un placer o 33, che non sono proprio le sue produzioni più eccelse.
Nei forum i fans cercano di rassicurarsi, che questo disco è eccellente, curato nei dettagli, impeccabile nell'interpretazione e nell'esecuzione e non c'è dubbio che sia così: nessuno come Luis Miguel nella cura dei dettagli e nel perfezionismo delle esecuzioni e non parliamo della voce e dell'interpretazione. Ma poi sono loro stessi a notare che il disco ha sonorità degli anni 70, che si riprendono strumenti già sentiti nei dischi precedenti, che gli arrangiamenti ricordano i primi dischi di Luis Miguel. E insomma, anche se è cosa che odiano sentirsi dire, siamo alle prese con más de lo mismo. Ma perché di Luis Miguel si dice sempre che es más de lo mismo e non si dice lo stesso di altri artisti? si chiedono con rabbia, lamentando che ad altri artisti non si chiede quell'evoluzione musicale che la stampa specializzata e non si sta stancando di chiedere al messicano. Forse di Luis Miguel si dice sempre che è más de lo mismo (e purtroppo lo è) perché sono 15 anni che fa un uso smodato dei violini nelle ballate, perché sono 15 anni che il suo pop non lascia da parte il funky, perché sono 15 anni che i suoi testi hanno una banalità imbarazzante. Non è possibile che non sappia uscire dalla logica della lluvia de abril: ma possibile che in questo mese piova sempre nell'universo luismigueliano?! che ci siano sempre suaves murmullos nei suoi testi, siano di chi siano: esiste un altro aggettivo per i murmullos e ne dobbiamo parlare proprio tutte le volte, se non riusciamo a trovarlo?! che sensualidad continui a fare rima con humedad. Ma la cosa curiosa è il testo di Es por ti, che in sé non sarebbe neanche una brutta canzone, anche se la si è già ascoltata mille volte e ricorda pericolosamente le canzoni di Amarte es un placer: il nostro Luis ci dice che es por ti que puedo ir donde nace el sol. E lasciamo la cursileria, la melensaggine, di un'affermazione del genere, che a 40 anni è anche imbarazzante, il fatto è che fa il paio con una delle canzoni più inascoltabili di Luis Miguel, Un te amo, da 33, in cui cantava che quando lei gli diceva che lo amava, "la sua anima correva alla stella più lontana per ripetersi in segreto che lei lo ama". Cioè, questo a lasciare in pace gli astri e a restare quieto in terra, magari a cercare testi meno cursi per esprimere i suoi sentimenti d'amore, a quanto pare mai.
Si capisce che mi sento molto delusa da Luis Miguel, dopo aver pensato che Cómplices iniziasse finalmente il nuovo corso che la voce di Luis Miguel si merita? Il CD presenta gli stessi problemi che aveva già 33: la maggior parte delle canzoni, prese da sole, non sarebbero neanche brutte (Siento è gradevole e probabilmente la migliore, Es por ti, voli solari a parte, incuriosisce, De quien es usted sprizza romanticismo da ogni poro; Lo que queda de mi, No existen limites e Tres palabras, invece, non si possono ascoltare per eccesso di violino), ma sono le stesse che lui canta da 15 anni, con gli stessi suoni e gli stessi testi. Le ballate, firmate quasi tutte da Armando Manzanero, contano su uno stile retro che i fans si intestardiscono a definire elegante, ma che le rende inascoltabili per le generazioni più giovani: Luis Miguel ha appena compiuto 40 anni e suona come il nonno del 46enne Eros Ramazzotti e del 46enne Ricardo Arjona, suoi concorrenti naturali tra il pubblico ispanico, e non parliamo del 42enne Chayanne o del 39enne Ricky Martin, la cui freschezza d'immagine e di musica li fa sembrare suoi figli. Manzanero si ostina a firmare testi melensi, in cui non si raccontano storie, ma si parla dell'amore astratto: come sono felice perché sei qui, come sono infelice perché te ne sei andata e mi hai spezzato il cuore. Ok, tutti i cantanti romantici seguono questa logica, ma il suo guaio è che non sa aggiungere immagini, situazioni, luoghi in cui riconoscersi (a parte le benedette stelle e il benedetto sole a cui Luis Miguel vola continuamente); sono tutti concetti astratti, non c'è niente di intimo o intimista, non ci sono riflessioni, come in Cómplices (Amor de hecho, Bravo, amor bravo); non ci sono pensieri e inquietudini in cui il pubblico 40enne, che è il pubblico naturale di Luis Miguel, possa riconoscersi. Sarà un caso che Cómplices, il miglior disco di Luis Miguel negli ultimi anni, non abbia alcuna canzone firmata dal compositore messicano? Si ascolta Luis Miguel e si pensa tutto quello che si è perso lungo il cammino da Cómplices a qui e verrebbe da lanciare un appello: per favore, liberate la carriera di Lusi Miguel da Armando Manzanero e dai suoi violini!
PS Il 14 settembre Luis Miguel presenterà il suo nuovo disco a Las Vegas, speriamo che la misteriosa malattia e il ritrovato amore per Daisy Fuentes permettano anche qualche domanda sulla sua musica e che possiamo avere qualche sua dichiarazione anche su questa sua nuova produzione.
Luis Miguel è in vendita su amazon.it, lo trovate a questo link
E a quattro giorni dall'uscita ci sono fans che lo hanno già ascoltato, grazie ad amici degli amici, alla pirateria o a Internet. E, sincermente, bisogna ringraziare gli amici degli amici, la pirateria e Internet, che mettono a disposizione di noi, che viviamo in altri emisferi, musiche che altrimenti ci rimarrebbero sconosciute. Nei forum è già ripartito il dibattito e c'è la solita divisione tra i fans. Tra quelli che considerano eccellente qualunque cosa il messicano faccia, entusiasti, probabilmente, anche il giorno in cui deciderà di musicare le pagine gialle perché tanto sa che ci sarà chi gli comprerà il disco, e quelli che si chiedono perché Luismi continua con más de lo mismo, la stessa cosa di sempre. E' la più bella voce di Latinoamérica ed è probabilmente l'interprete più intenso che il subcontinente abbia saputo esprimere negli ultimi decenni; con la riscoperta del bolero e la nuova vita regalata ai romances e ai capolavori del mariachi e del tango si è guadagnato la stima e il rispetto degli artisti delle generazioni più anziane. Eppure.
Eppure Luis Miguel, il CD che uscirà tra quattro giorni, è un passo indietro nella sua carriera, una delusione, dopo il lampo che è stato Cómplices, uscito due anni fa con nuovi ritmi e testi che parlavano di nuove inquietudini e nuove maturità. Con Luis Miguel torniamo a canzoni che le ascolti e ti chiedi dove le hai già sentite; se uno non sapesse che sono canzoni del suo nuovo disco potrebbe chiedersi se arrivano da qualche suo disco del passato, preferibilmente Amarte es un placer o 33, che non sono proprio le sue produzioni più eccelse.
Nei forum i fans cercano di rassicurarsi, che questo disco è eccellente, curato nei dettagli, impeccabile nell'interpretazione e nell'esecuzione e non c'è dubbio che sia così: nessuno come Luis Miguel nella cura dei dettagli e nel perfezionismo delle esecuzioni e non parliamo della voce e dell'interpretazione. Ma poi sono loro stessi a notare che il disco ha sonorità degli anni 70, che si riprendono strumenti già sentiti nei dischi precedenti, che gli arrangiamenti ricordano i primi dischi di Luis Miguel. E insomma, anche se è cosa che odiano sentirsi dire, siamo alle prese con más de lo mismo. Ma perché di Luis Miguel si dice sempre che es más de lo mismo e non si dice lo stesso di altri artisti? si chiedono con rabbia, lamentando che ad altri artisti non si chiede quell'evoluzione musicale che la stampa specializzata e non si sta stancando di chiedere al messicano. Forse di Luis Miguel si dice sempre che è más de lo mismo (e purtroppo lo è) perché sono 15 anni che fa un uso smodato dei violini nelle ballate, perché sono 15 anni che il suo pop non lascia da parte il funky, perché sono 15 anni che i suoi testi hanno una banalità imbarazzante. Non è possibile che non sappia uscire dalla logica della lluvia de abril: ma possibile che in questo mese piova sempre nell'universo luismigueliano?! che ci siano sempre suaves murmullos nei suoi testi, siano di chi siano: esiste un altro aggettivo per i murmullos e ne dobbiamo parlare proprio tutte le volte, se non riusciamo a trovarlo?! che sensualidad continui a fare rima con humedad. Ma la cosa curiosa è il testo di Es por ti, che in sé non sarebbe neanche una brutta canzone, anche se la si è già ascoltata mille volte e ricorda pericolosamente le canzoni di Amarte es un placer: il nostro Luis ci dice che es por ti que puedo ir donde nace el sol. E lasciamo la cursileria, la melensaggine, di un'affermazione del genere, che a 40 anni è anche imbarazzante, il fatto è che fa il paio con una delle canzoni più inascoltabili di Luis Miguel, Un te amo, da 33, in cui cantava che quando lei gli diceva che lo amava, "la sua anima correva alla stella più lontana per ripetersi in segreto che lei lo ama". Cioè, questo a lasciare in pace gli astri e a restare quieto in terra, magari a cercare testi meno cursi per esprimere i suoi sentimenti d'amore, a quanto pare mai.
Si capisce che mi sento molto delusa da Luis Miguel, dopo aver pensato che Cómplices iniziasse finalmente il nuovo corso che la voce di Luis Miguel si merita? Il CD presenta gli stessi problemi che aveva già 33: la maggior parte delle canzoni, prese da sole, non sarebbero neanche brutte (Siento è gradevole e probabilmente la migliore, Es por ti, voli solari a parte, incuriosisce, De quien es usted sprizza romanticismo da ogni poro; Lo que queda de mi, No existen limites e Tres palabras, invece, non si possono ascoltare per eccesso di violino), ma sono le stesse che lui canta da 15 anni, con gli stessi suoni e gli stessi testi. Le ballate, firmate quasi tutte da Armando Manzanero, contano su uno stile retro che i fans si intestardiscono a definire elegante, ma che le rende inascoltabili per le generazioni più giovani: Luis Miguel ha appena compiuto 40 anni e suona come il nonno del 46enne Eros Ramazzotti e del 46enne Ricardo Arjona, suoi concorrenti naturali tra il pubblico ispanico, e non parliamo del 42enne Chayanne o del 39enne Ricky Martin, la cui freschezza d'immagine e di musica li fa sembrare suoi figli. Manzanero si ostina a firmare testi melensi, in cui non si raccontano storie, ma si parla dell'amore astratto: come sono felice perché sei qui, come sono infelice perché te ne sei andata e mi hai spezzato il cuore. Ok, tutti i cantanti romantici seguono questa logica, ma il suo guaio è che non sa aggiungere immagini, situazioni, luoghi in cui riconoscersi (a parte le benedette stelle e il benedetto sole a cui Luis Miguel vola continuamente); sono tutti concetti astratti, non c'è niente di intimo o intimista, non ci sono riflessioni, come in Cómplices (Amor de hecho, Bravo, amor bravo); non ci sono pensieri e inquietudini in cui il pubblico 40enne, che è il pubblico naturale di Luis Miguel, possa riconoscersi. Sarà un caso che Cómplices, il miglior disco di Luis Miguel negli ultimi anni, non abbia alcuna canzone firmata dal compositore messicano? Si ascolta Luis Miguel e si pensa tutto quello che si è perso lungo il cammino da Cómplices a qui e verrebbe da lanciare un appello: per favore, liberate la carriera di Lusi Miguel da Armando Manzanero e dai suoi violini!
PS Il 14 settembre Luis Miguel presenterà il suo nuovo disco a Las Vegas, speriamo che la misteriosa malattia e il ritrovato amore per Daisy Fuentes permettano anche qualche domanda sulla sua musica e che possiamo avere qualche sua dichiarazione anche su questa sua nuova produzione.
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