martedì 28 dicembre 2010

Leggende da conoscere, lungo il Camino de Santiago

Che il Camino de Santiago raccolga nel suo percorso non solo eredità spirituali e varia umanità, ma anche leggende non sempre legate alla sua vocazione religiosa, è chiaro a tutti. Se avete dubbi, leggete Jacobus, il bel libro di Matilde Asensi, che sotto le spoglie del giallo storico è un vero e proprio inno al Camino e alla sua millenaria cultura. In questi ultimi giorni del Xacobeo 2010, ocholeguas.com ha raccolto alcune delle leggende più famose che avvolgono il Cammino per Compostela.
Si inizia a Roncisvalle, che i liceali ricordano soprattutto per la celebre sconfitta di Carlo Magno contro i Mori e per la morte di Rolando, il più eroico dei suoi cavalieri. E infatti è Rolando il protagonista della prima leggenda del Cammino. Roncisvalle respira ancora di quella battaglia, la prima che ha opposto l'Europa ai Mori, i riferimenti sono continui e il più importante è la cappella di Sancti Spiritus, in cui furono sepolti gli eroi caduti; la leggenda vuole anche che intorno a Roncisvalle ci siano 53.066 alberi, tanti quante le spade conficcate nel terreno dalle donzelle inviate da Carlo Magno a battere i Mori.
A Estella, nella Navarra, conservano una reliquia di Sant'Andrea, la sua scapola. L'aveva portata con sé un vescovo greco, che la voleva donare a  Compostela; solo che morì a Estella, poco dopo aver iniziato il Camino; gli abitanti lo seppellirono nel cimitero di San Pedro de la Rúa, insieme alla sua preziosa reliquia, di cui non avevano idea. E al tramonto la tomba iniziò ad emettere una luce soprannaturale, che spinse gli abitanti a riaprirla: così scoprirono la scapola di Sant'Andrea, che iniziarono a venerare nella loro chiesa e che alcuni secoli dopo è diventato patrono della città.
Siamo ancora in Navarra per quest'altra leggenda del Camino: nel Monastero di Leyre, dieci secoli fa, c'era il monaco Virila, che dubitava delle bontà dell'eternità; un giorno fu affascinato dal canto di un uccello e lo seguì nel bosco, fino a una sorgente; qui rimase per un paio d'ore ad ascoltare il canto speciale dell'animale. Quando tornò indietro nessuno lo riconosceva né lui riconosceva alcuno: le poche ore che credeva di aver trascorso nella foresta erano stati in realtà trent'anni. L'eternità ha evidentemente il suo fascino e se fate il Cammino e arrivate a Leyre, attenti al canto degli uccelli alla fonte di San Virila!
A La Rioja la Cattedrale di Santo Domingo de la Calzada conserva un pollaio gotico, abitato da un gallo e una gallina; è una tradizione che arriva da una leggenda del XV secolo, quando una famiglia di pellegrini tedeschi si fermò in una locanda della località. Una delle inservienti si innamorò del figlio dei pellegrini e, non ricambiata, gli mise una coppa d'argento nei bagagli e lo accusò di furto. Il ragazzo venne condannato alla forca, i genitori completarono il Cammino per pregare per lui davanti a Santiago e al ritorno lo trovarono con la corda al collo ma vivo. Raccontarono al giudice l'accaduto e questi, che stava mangiando un gallo e una gallina, disse che era tanto possibile quanto che i volatili che stava mangiando fossero vivi. E all'improvviso il gallo e la gallina si misero a cantare.
Lungo il Cammino di Santiago ci sono numerose immagini del Cristo, che hanno storie più o meno leggendarie. ocholeguas.com segnala il Cristo di Burgos, conservato e venerato nella Cattedrale della città castigliana. Si dice che arrivò a Burgos tramite mare, trovato da un mercante di ritorno dalle Fiandre: protetto in un contenitore di vetro, galleggiava sull'acqua e aveva un'iscrizione che attrasse l'attenzione del mercante e che assicurava fosse opera di Nicodemo, l'ebreo che partecipò alla sepoltura di Gesù. Dunque era l'unico Cristo scolpito avendo come modello il vero corpo di Gesù. Nel corso dei secoli sono sorte intorno alla statua numerose leggente, ampliate e tramandate dai pellegrini al loro ritorno nelle loro terre. Una delle più curiose dice che fu fatto da vera pelle umana, poi si dice che se fosse liberato dai chiodi le sue braccia ricadrebbero naturalmente e, addirittura, che Isabella la Cattolica cercò di verificare questa leggenda togliendo un chiodo e svenne all'avere la prova che raccontava la verità.
Il Cammino di Santiago non termina proprio a Compostela, continua per alcuni km, fino all'Oceano che segna la sua inevitabile fine. Ed è proprio in questa parte dell'occidente galiziano che, secondo ocholeguas, si trovano alcune delle leggende più belle.Questa riguarda la chiesa parrocchiale di Padrón: sotto il suo altare c'è una pietra che assomiglia a uno degli ormeggi dei porti, che servono a fermare le barche. La tradizione vuole che fosse utilizzato per l'imbarcazione che portò il corpo dell'Apostolo Giacomo in terra galiziana, secoli prima dell'inizio del suo culto e del pellegrinaggio europeo più importante. In realtà, spiega ocholeguas.com, demolendo la leggenda e il mito, la pietra era un altare romano, usato per rendere onore a Mercurio.