domenica 10 aprile 2011

Il PP usa l'ETA contro il Governo spagnolo

Mai, dall'instaurazione della democrazia, l'ETA è stata così debole e così vicina alla sua fine, isolata dalla sua stessa base sociale. Durante la tregua unilaterale proclamata dall'ETA nel 2005, le forze di sicurezza dello Stato non hanno smesso di indagare sulla banda, di scoprire arsenali clandestini e di perseguire i suoi membri. Negli ultimi anni il lavoro comune delle polizie spagnola e francese ha decapitato continuamente i vertici militari dell'ETA, causando danni irreversibili alle capacità logistiche e strategiche del gruppo terrorista. Il 22 maggio 2011 i baschi e i navarri voteranno alle elezioni locali senza avere tra i loro candidati rappresentanti legati all'ETA o al suo braccio politico, Herri Batasuna.
Sono risultati che inorgoglirebbero qualunque Paese alle prese con il terrorismo. Sono risultati che sono stati ottenuti dalla Spagna sotto il governo di José Luis Rodriguez Zapatero. E probabilmente questo è il vero problema.
Nella prima legislatura del leader socialista, quando l'ETA ha proclamato l'ennesima tregua e il Governo ha iniziato, come tutti i precedenti governi della democrazia, il negoziato per la pace, il PP ha usato la politica anti-terroristica per cercare di indebolire Zapatero, Ci sono state numerose manifestazioni dell'aggressiva Associazione delle Vittime del Terrorismo, affine al PP, contro il PSOE e contro Zapatero, ci sono stati infuocati interventi di Mariano Rajoy e dei vertici del PP, José Maria Aznar e Jaime Mayor Oreja in testa, contro Zapatero, quasi fosse un collaboratore o un infiltrato dell'ETA nelle istituzioni. Mai si è visto un partito d'opposizione fare un uso così becero della lotta al terrorismo e mancare così tanto di senso dello Stato in una moderna democrazia alle prese con un fenomeno così drammatico come è l'ETA. Un fenomeno che, piaccia o meno al PP, ha bisogno non solo della repressione giudiziale, ma anche di risposte politiche. Perché il 30-40% dei baschi vota per i partiti nazionalisti e il 10-15% dei baschi simpatizza per le formazioni indipendentiste radicali.
Nella seconda legislatura di Zapatero, con la rottura della tregua e la decisione del Governo di chiudere ogni canale possibile per il negoziato, senza una rinuncia previa e definitiva della violenza da parte dell'ETA, il tema del terrorismo è passato in secondo piano. La crisi economica e la disoccupazione sono passate a essere la principale preoccupazione degli spagnoli e del Governo; dell'ETA ci si ricorda solo quando la Polizia compie arresti eccellenti in Francia o in Spagna. L'ultima proclamazione della tregua da parte della banda basca è passata del tutto inosservata, il tentativo di partecipare alle elezioni di Sortu, la nuova formazione della izquierda abertzale è fallito con il rifiuto del Tribunal Supremo di legalizzare la sua fondazione. E probabilmente è stato proprio l'attivismo della izquierda abertzale, ormai divorziata dall'ETA, a risvegliare l'aggressività del PP sui temi del terrorismo. Non appena la izquierda abertzale ha fondato Sortu, il PP ha dichiarato che questa nuova fondazione non poteva essere legalizzata perché, se è vero che nel suo Statuto rifiutava la violenza, non condannava la violenza del passato (il PP ha mai condannato il franchismo, dalle cui ceneri è sorto? No). I suoi potenti media si sono messi immediatamente in moto e da El Mundo, l'ABC, La Razón, i siti d'opinione del web, l'inguardabile, ma aggressivo canale televisivo Intereconomia sono iniziati gli attacchi al Governo: se ammette la legalizzazione di Sortu, allora vuole negoziare con l'ETA. E nella Spagna manipolata di oggi, la cosa peggiore non è la sopravvivenza del terrorismo, ma il negoziato con un'ETA indebolita, per accordare il suo finale e il reinserimento dei suoi militanti. Per la prima volta, in queste circostanze, il Tribunal Supremo non ha emesso una sentenza unanime, ma a maggioranza. I sette giudici che hanno votato a favore della legalizzazione hanno spiegato in un documento che "nei limiti marcati dalla Ley de Partidos, secondo l'interpretazione realizzata dal Tribunal Constitucional, si stabilisce che si illegalizza un Partito sulla base delle sue attività e condotte e, pertanto, solo quando queste si sono prodotte, quindi non rientra l'illegalizzazione preventiva".
Le acque sembravano calmarsi, quando sono stati resi noti gli atti completi dell'ETA del negoziato di pace con il governo sottratti al terrorista Thierry dopo il suo arresto. In questi atti non c'è niente che non sia stato già pubblicato un anno fa, quando sono starti scoperti. Si ripete che il governo ha avvertito i terroristi di una retata, con una telefonata al Bar Faisán dal Ministero degli Interni, che l'ETA lamentava che durante il negoziato non fossero stati sospesi arresti e retate, che dopo l'attentato di Barajas, con cui alla fine del 2007 l'ETA metteva la pietra tombale sulla tregua, i contatti con il Governo sono continuati ancora per qualche mese, che alla fine l'ETA si sia sentita ingannata da un Governo che non aveva mantenuto nessuna delle promesse fatte durante il negoziato. Insomma, sono atti con cui l'ETA testimonia soprattutto la propria impotenza e la propria delusione, per essersi trovata davanti un interlocutore duro e poco propenso a cedere su numerosi punti considerati chiave dai terroristi (il negoziato è fallito per il rifiuto del Governo di legare la Navarra ai Paesi Baschi).
E cosa fanno i media della destra spagnola? Immediatamente attaccano il Governo: lo accusano di aver mentito, di essere responsabile della soffiata al Faisán (i terroristi che si salvarono dalla retata furono arrestati tre mesi dopo), di essere collaboratore dell'ETA. José Maria Aznar, l'anima nera del PP, il politico più detestabile d'Europa (dopo Silvio Berlusconi), è arrivato a dire: "Zapatero è stato disponibile a fare ogni tipo di concessione all'ETA". A una persona di media intelligenza basterebbe guardare i fatti: Zapatero non ha mai fatto alcuna concessione all'ETA, è per questo che il negoziato è fallito. Ma ad Aznar, offuscato dal suo ego e dal rancore, evidentemente non è sufficiente. E allora bisogna ricordargli i fatti, così come fa il giornalista Juan Carlos Escudier nel suo blog: "Se c'è stato peccato da parte del governo socialista durante il negoziato non è essere stato blando, ma essere stato duro. Zapatero si è appena spostato: non ha derogato la Ley de Partidos per legalizzare Batasuna, non ha smesso di arrestare etarras, non ha avvicinato alcun etarra carcerato a Euskadi e molto meno ha consegnato la Navarra. E sì che c'erano precedenti: durante il penultimo negoziato, quello di Aznar con questa ETA da lui definita come "Movimento di Liberazione Nazionale Basco", nel 1999, il Governo scarcerò 180 etarras, 135 prigionieri furono avvicinati ai Paesi Baschi, diminuirono gli arresti e si invitarono 304 profughi a tornare. Uno di questi etarras liberati dal Governo di Aznar durante qel negoziato, Iñaki Bilbao, torno a uccidere: poco dopo assasinò il consigliere socialista Juan Priede. E a nessuno passò per la testa di accusare Aznar di essere un collaboratore dell'ETA". Ecco, se Zapatero, che non ha ceduto all'ETA su nessun punto, e però la sta sconfiggendo, è collaboratore dell'ETA ed era disposto a qualunque cosa, come definisce Aznar  se stesso?!
Telemadrid, la tv pubblica della Comunidad de Madrid, saldamente controllata dalla leader popolare Esperanza Aguirre e i cui dipendenti hanno già scioperato varie volte per denunciare le manipolazioni informative a cui sono costretti, ha mandato in onda un servizio in cui si vedono il presidente Zapatero e il Ministro degli Interni Rubalcaba e sovraimpresso ai loro volti, il simbolo dell'ETA, come se fossero suoi collaboratori. Una manipolazione, quest'ultima, che ha scandalizzato e ha causato numerose polemiche, ma che non ha spinto Telemadrid a ritrattare.
Ieri a Madrid c'è stata una grande manifestazione dell'Associazione delle Vittime del Terrorismo, per chiedere al Governo di evitare che il 22 maggio l'ETA possa entrare nelle istituzioni basche e navarre, attraverso qualche escamotage della izquierda abertzale. Erano presenti i principali dirigenti del PP, meno Mariano Rajoy e José Maria Aznar (c'era però sua moglie Ana Botella, vicesindaco di Madrid), e decine di migliaia di persone arrivate da tutta la Spagna. Sin dai primi minuti sono stati gridati slogan simpatici come Zapatero Dimisión, Rubalcaba a prisión ed è stato chiaro che la solidarietà alle vittime del terrorismo era strumentale. La cosa importante era identificare il Governo che più risultati ha ottenuto contro il terrorismo, a base di arresti e indagini, come un amico degli etarras. La cosa importante era gridare slogan contro Zapatero e, soprattutto, contro quello che può essere il grande rivale di Mariano Rajoy nelle elezioni del 2012, Alfredo Pérez Rubalcaba, alla guida del Ministero degli Interni che ha realizzato le più brillanti operazioni contro l'ETA e che il PP si ostina a identificare solo come l'autore della soffiata del Bar Faisán. Proprio stamattina elmundo.es presenta un nuovo sondaggio in cui il PSOE senza Zapatero dimezza a 7 punti lo svantaggio dal PP nelle intenzioni di voto e ha in Rubalcaba uno dei leaders in grado di mettere in difficoltà Rajoy.
Non sia mai che José Luis Rodriguez Zapatero possa vantarsi davanti alla Storia di essere il presidente che ha battuto definitivamente l'ETA (dev'essere il presidente della crisi economica e basta). Non sia mai che Alfredo Pérez Rubalcaba possa essere il Ministro degli Interni che vince l'ETA, rischiando di togliere a Mariano Rajoy quella Moncloa che conquisterà non con programma e proposte (qualcuno li conosce?), ma solo grazie alla fine del ciclo socialista. Questo è quanto il PP e l'Associazione delle Vittime del Terrorismo sono interessati alla sconfitta dell'ETA.
A volte non è necessario guardare all'Italia per trovarsi alle prese con una destra becera, mediocre e rivoltante. La Spagna è sufficiente.