domenica 15 gennaio 2012

E' morto Manuel Fraga, il grande vecchio della destra spagnola

La notizia della morte di Manuel Fraga Iribarne l'ho letta ieri sera, allo spegnere il computer, ed è stato naturale un triste "Noo!" di reazione. Aveva 89 anni, era uno dei grandi vecchi della politica spagnola e da tempo aveva seri problemi di salute che lo avevano costretto sulla sedia a rotelle.
Parlare di Manuel Fraga è parlare di 60 anni di politica spagnola. Era l'ultimo Ministro di Francisco Franco ancora in vita, è stato uno dei protagonisti della Transición alla democrazia, uno dei padri della Costituzione, uno dei fondatori di Alianza Popular prima e del Partido Popular poi, uno dei grandi presidenti delle Comunidades Autonomas, la Galizia, e, nel caso non si sia ancora capito, uno dei politici imprescindibili della destra spagnola degli ultimi decenni.
E' morto nella sua casa madrilena, circondato dai figli, a causa di un arresto cardiaco, dopo essere stato perseguitato per mesi da problemi respiratori e dopo una caduta in casa, alcuni mesi fa, da cui non si è mai completamente ripreso, come capita a molti anziani.
Nato nel 1922 a Villalba, in provincia di Lugo, da un padre campesino costretto all'emigrazione a Cuba, dove avrebbe conosciuto la moglie, fu allevato praticamente da due zie. Grazie ai risparmi dei genitori, studiò Diritto e Politica e a 26 anni aveva già una cattedra universitaria. Nel 1951, l'ingresso in politica, come Segretario Generale dell'Instituto de Cultura Hispánica, a 40 anni, nel 1962, la nomina a Ministro dell'Informazione e del Turismo. Sebbene avesse aderito sempre al franchismo e non lo avesse mai rinnegato, neanche in democrazia, Fraga fu un politico sui generis già allora, con fama di modernizzatore e consapevole dell'importanza dei media: fu lui ad attrarre il turismo nordico negli anni del primo boom economico spagnolo, fu lui a nuotare nel mare di Palomares, con l'ambasciatore statunitense, per dimostrare che non c'era alcun pericolo radioattivo, dopo un incidente in cui un aereo aveva perso il proprio carico nucleare (le foto di quella leggendaria nuotata sono tra le più famose degli anni 60 spagnoli). Con fama di modernizzatore e di riformatore del regime, nonostante, come Ministro dell'Informazione, organizzasse campagne di propaganda e di difesa anche delle condanne a morte, nel 1969 venne allontanato dal Governo e divenne uno dei critici del regime, senza abiurarne ideologia e valori; la morte di Franco lo colse ambasciatore a Londra, dove era stato mandato nel 1971 e dove aveva stretto contatti con molti spagnoli espatriati. Tornato in patria, fu Ministro degli Interni del primo Governo di Arias Navarro, subito dopo la morte del dittatore.
Fraga sperava di poter guidare la Transizione verso la democrazia, nel ruolo che re Juan Carlos assegnò poi al più moderato Adolfo Suarez. "Il progetto di Fraga era indubbiamente aperturista, ma più che liquidare il regime, si proponeva rimodellarlo, senza alterare le sue basi" scrive El Pais. Se il politico galiziano si sentiva come predestinato al ruolo di Premier, è anche vero che il suo passato franchista, mai rinnegato, non poteva permetterlo. Fedele alle proprie idee conservatrici e autoritarie, si oppose alla legalizzazione del Partito Comunista, ma fu, da destra, uno dei padri della Costituzione spagnola. Negli stessi anni fondò Alianza Popular, con l'ambizione di trasformarlo nel grande partito conservatore e democratico spagnolo, cosa che non gli riuscì per anni, essendo AP guidato da dirigenti franchisti; è stato solo nel 1989, quando ancora una volta grazie alla sua intuizione, è nato il Partido Popular, che la destra spagnola ha trovato un partito democratico come punto di riferimento. E del PP Fraga è stato sempre presidente onorario.
Lasciato il PP nelle mani di José Maria Aznar, Fraga tornò in Galizia, presidente della Comunidad Autónoma per ben 16 anni, dal 1989 al 2005. Ed è stato in questo ruolo di eterno presidente galiziano che lo hanno conosciuto le generazioni più giovani. Anche dal suo ritiro nella terra della fine del mondo, Fraga è riuscito a suscitare polemiche, con il suo stile politicamente scorretto. "Il loro non è un matrimonio, lo dice già la parola, Mater Anubis" ha detto a proposito delle nozze gay "ma non ho niente contro gli omosessuali, sia chiaro, hanno già sufficiente disgrazia". E ai più giovani ha dedicato battute tipo "in Galizia chi non vuole studiare è perché preferisce il botellón". Per non parlare della volta in cui si è vantato di non aver mai fatto sesso con il preservativo.
"Dal suo ruolo di presidente della Xunta, Manuel Fraga ha dato contributi interessanti in diversi settori e diretti a tutto il Paese" scrive El Mundo "La Riforma del Senato per trasformarlo in una Camera di rappresentazione territoriale, l'amministrazione unica per risparmiare tramiti ai cittadini, la rappresentazione permanente delle Comunidades Autónomas all'Unione Europea".
Il naufragio della petroliera Prestige, che ha causato il peggior inquinamento sulle coste galiziane, è stato una delle cause della sua sconfitta, nel 2005. Lasciata la Xunta, Fraga è tornato a Madrid, come senatore. Essendo il parlamentare più anziano ha presieduto la Tavola dell'Età e con Santiago Carrillo, l'altro grande vecchio della politica spagnola, da cui lo hanno separato ideali e lotte, ma non stima e rispetto, durante la Transizione e in democrazia, è stato uno degli uomini politici che si ascoltavano più volentieri, per tutto quello che la loro intensa vita aveva da insegnare ai più giovani.
La sua morte, per quanto non sia stata sorprendente, ha suscitato il cordoglio dell'intero Paese. El Mundo parla di lui come dell'ultimo dinosauro: "Lasciando da parte i suoi libri e i suoi saggi, che danno prova della sua densità intellettuale, il vero modo di riconoscere Manuel Fraga è attraverso i suoi gesti, le sue azioni e la sua prassi politica. La sua ideologia, nonostante le sfumature aggiunte in funzione delle circostanze che gli è toccato vivere, è stata conservatrice. Ammiratore di don Antonio Cánovas del Castillo o di politici regionalisti come Alfredo Brañas, ha saputo adattarsi alle circostanze del suo tempo, ma sempre senza perdere i riferimenti".
Il miglior ritratto dell'animale politico che è stato, glielo regala El Pais: "Con Fraga dice addio anche un certo tipo di dirigente pubblico che non tornerà più. L'antitesi del politicamente corretto e dei discorsi prefabbricati. Un uomo capace di sfidare alla lite i manifestanti, di sgridare un collaboratore davanti ai giornalisti o di dire a una deputata che "l'unica cosa interessante che ha mostrato questa signorina è stata la sua scollatura". Un tipo vulcanico, che ha pubblicato 90 libri e che era felice tanto mostrando la sua erudizione quanto alimentando i titoli dei quotidiani con le frasi più grossolane. Un animale del potere, a cui ha dedicato tutta la sua vita, "fino all'ultimo respiro", come aveva sempre promesso, senza che nessun'altra motivazione personale potesse allontanarlo da questa meta".