giovedì 12 gennaio 2012

Foto e storie dai magnifici paesaggi del Delta dell'Ebro

Nella parte più meridionale della Catalogna, quasi ai confini con la Comunitat Valenciana, in provincia di Tarragona, sfocia il più importante fiume spagnolo, l'Ebro; nella penisola iberica è secondo solo al Tago, che attraversa sia Spagna che Portogallo, ma in Spagna non è secondo a nessuno, sia per lunghezza, oltre 900 km, che per portata. Il suo nome latino, iberus, a sua volta derivato dal basco iber, ha dato il nome all'intera penisola iberica e ai suoi abitanti, da Roma a oggi.
Prima di arrivare al Mediterraneo attraversa tutta la Spagna nord-orientale e la sua storia; nasce sulla Cordigliera Cantabrica, nella Cantabria, passa quindi in Castiglia-León, Paesi Baschi, Navarra, La Rioja, Aragona e Catalogna; bagna città storiche come Logroño, capoluogo di La Rioja, e Saragozza, capoluogo dell'Aragona; il suo bacino idrico, il più importante della Spagna, garantisce l'attività agricola ed economica  delle Comunidades che attraversa; solo l'Ebro, con i bacini artificiali che sono stati realizzati sul suo percorso, garantisce il 50% dell'elettricità usata in Spagna.
Da anni le sue acque abbondanti sono oggetto di profonde polemiche tra le Comunidades di Aragona e Catalogna,da un lato e la Comunitat Valenciana e Murcia dall'altro, essendo colpite queste ultime sempre da siccità o comunque scarsità di acque.
Il governo conservatore di José Maria Aznar aveva ridisegnato la distribuzione delle acque nel Mediterraneo prevedendo il trasvase del Ebro, una colossale opera che avrebbe portato le acque del fiume fino a Murcia, suscitando la protesta dei coltivatori aragonesi e catalani, preoccupati per la portata del loro Ebro nelle loro terre. Le acque del fiume prima a chi vive sulle sue sponde, era diventato il motto di Aragona e Catalogna, davanti alla minaccia del Trasvase. Poi è arrivato il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero, che ha cancellato l'intero progetto del PP, proponendo la desalinizzazione delle acque e un uso più razionale delle risorse idriche di Murcia e Valencia. Adesso, con i conservatori di nuovo al potere e con Murcia di nuovo sul piede di guerra per assicurarsi le acque del grande fiume settentrionale, chissà come andrà a finire.
La portata delle sue acque garantisce non solo la vita alle terre che attraversa, ma anche uno dei più bei paesaggi naturali del Mediterraneo spagnolo alla sua foce, il delta più grande del Mediterraneo dopo quelli del Nilo e del Rodano (il Delta del Nilo ha una superficie di 24mila kmq, quello del Rodano di 500 kmq; l'Ebro arriva a 320 kmq). Il Delta del Ebro è oggi una penisola che si addentra per oltre 20 km nel mare, grazie ai detriti che il fiume ha trasportato durante i millenni dai Pirenei e dalla Cantabria; il paesaggio è piatto e l'attività umana si confonde con quella naturale, con canneti e giuncheti che convivono con grandi risaie (producono quasi il 100% del riso catalano), estese saline e spiagge incontaminate e deserte, con grandi dune. In questo paesaggio piano e insolito, che offre habitats naturali preziosi, si trovano centinaia di specie animali, si sono contati oltre 400 specie di uccelli che usano le lagune e i silenzi del delta per la loro riproduzione; le risaie custodiscono insetti e crostacei di grande interesse per i ricercatori.
E la splendida ricchezza dei suoi paesaggi è intuibile grazie a queste magnifiche foto della galleria fotografica di Joan Astor, su lavanguardia.com, di cui mi sono innamorata.