lunedì 23 gennaio 2012

Hugo Chávez rifiuta chemioterapie intense: meno di un anno di vita

Potrebbe avere meno di un anno di vita, Hugo Chávez, se continuasse a rifiutarsi di sottoporsi a cure più intensive e drastiche per il suo tumore alla prostata, adesso con metastasi alle ossa e al colon. Lo sostiene un rapporto realizzato da alcuni informatori con accesso all'equipe medica del presidente venezuelano e che è stato letto dal quotidiano spagnolo ABC.
Secondo gli esami realizzati a Chávez lo scorso 30 dicembre, risulta che il peggioramento della sua salute abbia subito un'accelerazione negli ultimi mesi. Il tumore si è evoluto con mestasi alle ossa e alla spina dorsale ed è stato localizzato un "nuovo focolaio cancerogeno di circa 2x1,5 mm nel segmento superiore del colon". Nelle ultime settimane, rivela un rapporto scritto il 12 gennaio, il presidente ha ricevuto forti dosi di calmanti e stimolanti, in modo da poter sostenere quell'attività pubblica con cui sta cercando di dimostrare ai venezuelani di aver superato la malattia.
In realtà, rivela il rapporto, le speranze di vita del presidente si sono ridotte a un periodo di tempo compreso tra i nove e i dodici mesi; le previsioni più pessimistiche sostengono che potrebbe morire prima delle elezioni del 7 ottobre; o potrebbe arrivare a quella data in condizioni tali da richiedere un forte uso di morfina e, dunque, da non consentirgli di esercitare cariche pubbliche.
"Il Governo venezuelano mantiene la tesi ufficiale della vittoria sul cancro, ma i dettagli offerti dai rapporti confidenziali indicano il contrario" scrive l'ABC "The Wall Street Journal aveva già citato questi dati alcuni mesi fa, adesso ABC è in condizione di ampliarli".
Così il quotidiano di Madrid spiega che il cancro è stato diagnosticato a Chávez a gennaio 2011, che a giugno è stato sottoposto a due operazioni, la cui diagnosi è stata: "Cancro alla prostata complicata da metastasi al colon e alle ossa". La speranza di vita stimata è stata di "cinque anni, probabilmente di più con buone cure". I medici hanno estirpato la prostata al presidente, ma non hanno toccato il colon, che viene curato con chemioterapia; però i risultati del primo ciclo non sono quelli sperati; a settembre, nel Venezuela, il presidente viene sottoposto a un nuovo ciclo di chemioterapie e sviene due volte; a ottobre un nuovo ciclo di chemioterapie, ma si parla già di un "tumore aggressivo nella regione pelvica, complicato da metastasi alle ossa e alla spina dorsale", con speranze di vita di "non più di tre anni, se il tumore non si può estirpare".
Se il paziente fosse più docile, le cose sarebbero anche più semplici. Hugo Chávez non vuole sentir parlare di trattamenti più aggressivi, per non dover lasciare la presidenza per il periodo richiesto da chemioterapie più intense. A fine ottobre i medici denunciano una "chiara e significativa crescita delle cellule cancerogene nel midollo osseo" e prendono atto del fatto che "la malattia sta accelerando il suo decorso". Un nuovo ciclo di chemioterapia a novembre e una nuova diminuzione delle speranze di vita: "Circa dodici mesi, accettando il fatto che continua a rifiutare i trattamenti più intensi raccomandati".
Si arriva a dicembre, con un peggioramento della malattia ancora più drammatico: "Il numero delle cellule cancerogene nelle sue ossa è il più alto registrato da quando è iniziata l'osservazione" E alla fine del mese, gli esami già citati segnalano "metastasi nelle ossa e nella spina dorsale e un nuovo focolaio cancerogeno nel segmento superiore del colon". La speranza di vita di Hugo Chávez scende a un periodo compreso tra i nove e i dodici mesi. Sempre se continua a rifiutare i trattamenti più adeguati.