mercoledì 16 maggio 2012

In morte di Carlos Fuentes

Ieri è morto a Città del Messico, a 83 anni, Carlos Fuentes, Premio Nobel per la Letteratura e uno dei più importanti intellettuali di lingua spagnola. Soffriva da tempo di problemi cardiaci, ma non ha mai mancato di far ascoltare la sua voce, al Messico, a Latinoamérica e a chiunque volesse ascoltare le sue denunce, i suoi dubbi, la sua rabbia. E' stato tra i primi a denunciare l'errore del presidente Felipe Calderón al portare l'Esercito nelle strade, contro il narcotraffico, a sostenere che la legalizzazione delle droghe poteva essere la miglior soluzione contro il narcotraffico, a manifestare la sua contrarietà all'elezione del fatuo Enrique Peña Nieto, favorito dai sondaggi, alla presidenza del Messico. Se ne è andato ed è probabile che tra sei mesi, il Messico continuerà a essere scosso dalla violenza del narcotraffico,  la legalizzazione delle droghe continuerà a essere un dibattito tra intellettuali, Enrique Peña Nieto sarà il nuovo presidente del Messico.
Twitter lo ha salutato ricordando alcune sue frasi; mi piace che per lui la cosa più importante non sia tanto il raggiungimento dell'obiettivo quanto la sua ricerca, perché è quello che sto iniziando a credere anch'io
- Non esiste la libertà, ma la ricerca della libertà, ed è questa ricerca che ci rende liberi
- Dev'esserci qualcosa oltre la strage e la barbarie, per sostenere l'esistenza del genere umano, e tutti dobbiamo partecipare alla ricerca
- La morte raggiunge tutti… sappiamo che un giorno arriverà, ma non sappiamo com'è
- Uno a uno, i miei amici se ne vanno e io qui, continuo ad aspettare.. Addio (Chavela Vargas, ieri, su Twitter)