giovedì 26 luglio 2012

Giallo sulla salute del subcomandante Marcos, forse malato di cancro

E' giallo sulle condizioni di salute del subcomandante Marcos. Ieri il quotidiano messicano Milenio ha choccato l'opinione pubblica internazionale anticipando un passaggio del libro di Luis H. Álvarez, ex coordinatore per il dialogo e il negoziato nel Chiapas, intitolato Corazón indígena. Lucha y esperanza de los pueblos originarios de México, in cui l'autore rivela che Marcos è malato di cancro ai polmoni e lo stato di avanzamento della malattia è così grave da averlo spinto a chiedere l'aiuto dello Stato.
"In questa opera, stampata dal Fondo de Cultura Económica, e di cui Milenio possiede un frammento" scrive il quotidiano "il politico panista narra come una mattina del 2010, nell'aeroporto Ángel Albino Corzo, Jaime Martínez Veloz, allora rappresentante del governo chiapaneco nella Comisión de Concordia y Pacificación en Chiapas (Cocopa), gli ha rivelato la malattia del subcomandante. "Il suo amico Marcos è molto malato, ha un cancro e ha bisogno del suo aiuto" gli avrebbe detto a bassa voce e giorni dopo, glielo avrebbe confermato in un nuovo incontro a Città del Messico. Nella sua opera riflette sul fatto che non è difficile che nelle condizioni di vita implicite nell'auto-imposta clandestinità, la salute di Marcos si sia deteriorata, perché è conosciuta la sua passione per il tabacco, che "è un potente nemico"".
Nel libro il 93enne Álvarez, una delle figure più importanti del Partido Acción Nacional (PAN), per il quale è stato candidato presidenziale nel 1958 e sindaco di Chihuahua dal 1983 al 1986, insiste sulla malattia di Marcos, ricordando l'incontro con Martínez Veloz: "Jaime mi ha confermato che Marcos era in gravi condizioni, che aveva un cancro ai polmoni e aveva bisogno di risorse per la sua cura, ma che in queste circostanze, al di là della sua persona, lo colpiva, nella coscienza, credo , vedere che le comunità indigenas integrate nell'Esercito Zapatista di Liberazione (EZLN) soffrivano ancora emarginazione e povertà, per la "resistenza" a cui le aveva spinte, e che, pertanto chiedeva che io potessi visitarle, per conoscere le loro necessità e vedere che fossero sostenute".
Milenio riporta poi alcune riflessioni di Álvarez sulla lenta sparizione di Marcos dalla scena politica messicana, dopo aver suscitato enormi aspettative ed entusiasmi negli anni '90, portando la causa indigena e campesina al centro del dibattito politico del Paese. Questo declino dell'immagine del subcomandante è dovuto, sostiene Álvarez, "alla mancanza di risorse per l'esercizio reale della governabilità e a una lenta diminuzione di appoggio, che ha spinto le comunità zapatiste, istruite dalla dirigenza, a una "resistenza", che ha significato la non accettazione, almeno pubblica, di appoggio governativo". "Il dramma personale di Marcos" continua l'autore del libro "vissuto da allora, segnato da lunghi periodi di silenzio, lo conosce realmente solo lui. Sul palcoscenico mediatico e politico, anche l'EZLN ha visto diminuire l'interesse di molti, ma non di chi pensa alla piena validità della sua domanda di giustizia per i popoli indigenas".
La versione di Álvarez è stata smentita poche ore dopo la pubblicazione dell'articolo di Milenio da Jaime Martínez Veloz, l'uomo che gli avrebbe rivelato la malattia del subcomandante.
In un comunicato Martínez Veloz riconosce le conversazioni con Álvarez, ma lamenta "molto che una comunicazione privata, di un tema così delicato, in cui non esistono le certezze che merita l'argomento, sia narrata in modo pubblico, dando luogo a molteplici quantità di interpretazioni che si potrebbero fare sul tema". Nella smentita Martínez Veloz aggiunge di non aver "mai saputo di sollecitudini o richieste realizzate dall'EZLN a nessuno, per la cura della supposta malattia del Subcomandante Marcos".
Rimane il mistero sul reale stato di salute del 55enne subcomandante Marcos, al secolo Rafael Sebastián Guillén.