martedì 24 luglio 2012

La scelta della Spagna: il rescate o l'uscita dall'euro? Si richiede un dibattito

La Spagna davanti alla grande scelta: chiedere il salvataggio all'Europa o uscire dall'euro? Il dibattito online è incandescente, si susseguono tesi e proposte e a queste prime due se ne aggiunge un'altra, che inizia a farsi spazio nei siti web alternativi: il rifiuto del pagamento del debito, che bisogna dichiarare "odioso", così come invita a fare il vicepresidente del Consiglio Consultivo dei Diritti Umani dell'ONU Jean Ziegler.
Oggi su Zona Critica di eldiario.es S. Horse analizza le due possibilità che ha la Spagna davanti a sé. E la scelta che il Paese deve compiere non è semplice: si capisce perché l'autore dell'articolo chieda un ampio dibattito nazionale. Come non lo hanno avuto in Grecia, Portogallo e Irlanda (ma come sì lo hanno imposto gli islandesi). E al leggere i commenti si vede come l'influenza islandese sia presente: sia quale sia la decisione che verrà adottata, che nessuno, sia politico, banchiere o giudice, che nessuno la passi liscia e che i responsabili della rovina del Paese paghino. Solo così gli spagnoli sono disponibili ai sacrifici che sanno che li attenderanno. Si può dare loro torto? Io, ovviamente non glielo dò.
Da Zona Critica di eldiario.es

E' arrivata l'ora della verità. In assenza di un intervento deciso della BCE, che tutti consideriamo la scelta migliore, alla Spagna rimangono poche alternative... E tutte complicate. Una è chiedere il salvataggio sovrano, o rescate total, alla portoghese, all'irlandese o alla greca (nella sua seconda parte). L'altra è uscire dall'euro. Uscita che può avere diverse forme, tutte traumatiche, anche se alcune più traumatiche di altre. Il governo spagnolo dovrà decidere una delle due. Ed entrambe sono terribili.
Se chiediamo ai cittadini quale delle due alternative sia la meno peggio, direbbero la prima (io non sono così convinta NdRSO). E io, in linea di principio, sarei d'accordo, ma con un importante precisazione: che il salvataggio sovrano oggi non garantisce che non dobbiamo uscire dall'euro in un futuro prossimo. E questa sarebbe, per me, la peggiore scelta, per cui adesso bisognerebbe decidere con molta attenzione. A continuazione spiego per quale ragione il rescate oggi, seguito da un'uscita dell'euro domani, sia la peggior opzione.
Supponiamo che il rescate sia di 300 miliardi di euro (circa 100 miliardi all'anno per tre anni). A questo bisogna aggiungere i 100 miliardi del salvataggio delle banche. In totale 400 miliardi di euro, il 40% del PIL. Questo sarebbe l'aumento del nostro indebitamento pubblico per i salvataggi. Al conosciuto e temuto "condizionamento macroeconomico", e alla perdita di sovranità nazionale per il rescate, si unirà il sentimento di frustrazione collettiva per tutti gli sforzi realizzati dal 2010 per cercare di evitarlo. Ma a tutto questo si unisce, inoltre, il fatto che questo aumento dell'indebitamento, è, per dirlo in qualche modo, "irreversibile in euro". Cioè, che bisognerà pagarlo integralmente e in euro. Detto in altro modo, non potrà esserci una sua ristrutturazione né tanto meno una rinuncia da parte dei creditori e tanto meno un default. E bisognerà pagarlo in euro, sia quale sia la nostra moneta. Così, se la nostra moneta sarà la nuova peseta, inizialmente con un cambio di uno a uno con l'euro, ma che rapidamente si svaluterà fino al 50%, in modo che un euro valga due pesetas, allora il valore dell'indebitamento del rescate nella moneta nazionale, raddoppierà. Seguendo con l'esempio, passerà a supporre l'80% del PIL. E, insisto, senza possibilità di rinuncia o di default.
Pertanto, è da pensarlo bene. E molto. Meglio il rescate che l'uscita dall'euro, eccetto che il rescate finisca con un'uscita dalla moneta unica. In questo caso sarebbe meglio uscire senza chiedere il salvataggio.
Sembra che la Germania, la CE e la BCE vogliano che chiediamo il rescate. E che lo facciamo presto.
Noi, la Spagna, dobbiamo prendere la grande decisione. Probabilmente la più importante decisione economica degli ultimi 80 anni. E, sia anche solo per questo motivo, non la può prendere un governo da solo. Per quanta maggioranza assoluta abbia. Tutti noi spagnoli abbiamo il diritto di capire e valutare la perdita di ricchezza che dovremo sopportare in qualunque scenario. Non è accettabile che si valuti nel parlamento tedesco od olandese e non lo facciano i cittadini spagnoli, come è successo con il MoU del rescate delle banche. O che all'estero abbiamo maggiori informazioni sul nostro futuro di noi stessi.
Esigiamo il dibattito, prima della "grande decisione".