giovedì 18 ottobre 2012

L'Uruguay approva l'aborto libero

Il Senato uruguayano ha dato il via libera alla legalizzazione dell'aborto, che si potrà praticare, per sola decisione della donna, fino alla dodicesima settimana di gravidanza. Prima dell'operazione, però, la donna dovrà parlare con una commissione di esperti composta da psicologi e ginecologi, che le spiegheranno le possibili alternative; avrà poi cinque giorni di riflessione, dopo i quali, se continuerà a voler abortire, potrà avviare tutte le pratiche per l'operazione.
La legge è stata approvata con 17 voti a favore e 14 contrari; hanno votato a favore il Frente Amplio, che è al Governo, e Jorge Saravia, del Partido Nacional, contrari il Partido Colorado e gli altri senatori del Partido Nacionalista.
E' la seconda volta che l'Uruguay cerca di legalizzare l'aborto; nel 2008, approvata dagli organi legislativi, la legge fu bloccata dal presidente socialista Tabaré Vázquez, che, essendo medico e personalmente contrario all'aborto, mise il veto. L'attuale presidente José Mujica ha già annunciato che promulgherà la nuova legge, senza ostacolarla.
L'Uruguay si aggiunge così a Cuba, Guyana e Portorico, gli unici Paesi dell'America centro-meridionale che consentono l'aborto libero alle donne. Negli altri Paesi si può abortire solo in determinati casi, come, ad esempio, il pericolo di vita per la madre, la malformazione del feto o una gravidanza prodotto di una violenza sessuale. Nel Cile e nel Nicaragua è proibito in tutti i casi.
Nell'Uruguay ci sono circa 30mila aborti clandestini all'anno, una cifra che, secondo alcune ONG, andrebbe raddoppiata. L'approvazione di questa legge era una promessa elettorale del Frente Amplio.