mercoledì 7 novembre 2012

#amaresconstitucional, la Spagna ritrova l'orgoglio con il matrimonio gay

Mi piacerebbe, un giorno, leggere una cosa del genere su un quotidiano e/o sito web italiano:
"Tra pochissimo tempo, sta già succedendo, le dichiarazioni degli omofobi contro il diritto delle coppie omosessuali di sposarsi, suoneranno così estremamente antiquate, irritanti, stupide ed estemporanee come oggi lo sono quelle frasi che si ascoltavano decenni fa, circa la legalizzazione del divorzio, la vendita degli anticoncezionali, il matrimonio civile o la libertà di culto. "E' la fine della famiglia" (o della civiltà o dell'Occidente)" dicevano alcuni politici, alcuni vescovi e alcuni magistrati, impegnati a decidere dai loro pulpiti sull'amore degli altri. Sul loro sesso, la loro fede o la loro vita".
E' Ignacio Escolar, direttore di eldiario.es e uno dei giornalisti più influenti di Spagna, che dal suo blog saluta la sentenza del Tribunal Constitucional sulla costituzionalità del matrimonio omosessuale. Ieri, in serata, la Spagna è tornata per qualche ora a essere orgogliosa di se stessa e delle proprie conquiste. #Amaresconstitucional, amare è costituzionale, è stato in testa ai Trending Topic di Twitter per ore e leggere i tweets spagnoli carichi di orgoglio è stata un'iniezione di fiducia e di buonumore, è stato il ritorno della socialdemocrazia scandinava sulle rive del Mediterraneo, che per otto anni ha fatto sentire il Paese come un avamposto del progressismo e dei diritti nei domini della Chiesa Cattolica.
La cosa più bella, di quei tweets, è che la maggior parte degli eterosessuali scriventi, parlava di una vittoria non della comunità omosessuale, ma "nostra", "di tutti". Perché è la Spagna intera a essere un Paese migliore, più giusto, al riconoscere il diritto di legalizzare il proprio amore anche alle coppie omosessuali (lo capirà la sinistra italiana e inizierà questa battaglia con convinzione e determinazione, per fare dell'Italia un Paese più giusto?).
Poi ci sono stati i tweets indignati, perché il Tribunal Constitucional ha impiegato ben sette anni a emettere la sentenza: cosa sarebbe stato di tutte le coppie sposatesi nel frattempo? E dei bambini arrivati ad allietare i loro matrimoni? E non si sono contate le prese in giro ad Ana Botella de Aznar, il sindaco di Madrid, moglie dell'ex premier José Maria Aznar, che per esemplificare la propria opposizione al matrimonio omosessuale, aveva parlato di mele e pere, dicendo che l'unione di due mele da una mela, ma l'unione di una mela e una pera cosa può dare? Ieri sera Twitter era un trionfo di mele e pere, che sembrava di essere in un frutteto.
Ci sono stati anche riconoscimenti a José Luis Rodriguez Zapatero, finalmente ricordato come il leader che ha permesso alla Spagna enormi progressi sociali, di quelli entrati nel comune sentire e nell'immaginario collettivo, tanto che è difficile pensare di privarsene. Non voglio immaginarmi la Puerta del Sol oggi o qualunque piazza di Spagna, se il Tribunal Constitucional avesse emesso una sentenza negativa: il matrimonio omosessuale non è patrimonio della comunità gay, è patrimonio della Spagna, delle sue conquiste sociali. Non c'è niente di più emozionante, credetemi, che vedere un Paese che difende come proprie le conquiste di libertà di una sua minoranza. E' stato bello, per una sera, tornare a invidiare la Spagna. Invidia de la buena, ovviamente.
"Dire che matrimonio viene da madre, e che non c'è nelle coppie gay (ma nelle coppie lesbiche ce n'è addirittura due!), per negare questo diritto, è così stupido come argomentare che patrimonio viene da padre e che, pertanto, le donne non dovrebbero poter aprire un conto corrente. Argomentare che dare diritti ad alcune coppie equivaleva a ridurre quelli delle altre è una falsità assurda: le libertà non funzionano come le torte. Ricorrere al Costituzionale per abolire una legge e più tardi pregare affinché il ricorso non abbia successo, come ha fatto il PP, è profondamente irresponsabile" scrive ancora Ignacio Escolar.
Sono tutte argomentazioni che sarebbe ora che la sinistra italiana inizi a usare per difendere il diritto dei cittadini italiani omosessuali di vedere riconosciuto il proprio amore davanti alla legge. Potrebbe sorprendersi allo scoprire quanti cittadini eterosessuali sarebbero disposta a seguirla, per fare dell'Italia un Paese migliore e più giusto, con tutti i suoi figli.