domenica 10 marzo 2013

A Città del Messico ci sono 250mila donne vittime della tratta di persone

A Città del Messico ci sono 250mila donne vittime della tratta delle persone, che le costringe a prostituirsi. L'89% è stato costretto alla prostituzione a 12 anni e il 99% è sfruttato dalle reti criminali. I numeri, drammatici e indignanti, sono stati forniti dal Diagnóstico de Causas Estructurales y Sociales de la Trata de Personas a Città del Messico, realizzato dalla Coalizione contro il Traffico di Donne dell'America Latina e dei Caraibi e sono stati riportati dal quotidiano messicano La Jornada. "Lo studio segnala che ogni anno si aggiungono circa 60mila vittime della tratta, solo nella capitale. Città del Messico è luogo d'origine, transito e destinazione, con alta incidenza di delitti legati alla tratta delle persone. Nel Distretto Federale la presenza delle reti di delinquenza, operanti in modo aperto o coperto, significa un alto fattore di rischio per le donne e l'infanzia della città" scrive il quotidiano.
Teresa Ulloa Ziáurriz, che dirige la Coalizione contro il Traffico di Donne, sostiene che la tratta delle donne sia uno dei reati con maggiore redditività della capitale messicana, dati gli alti indici di violenza, impunità, corruzione e femminicidio: "Le reti criminali e i cárteles della droga approfittano della mancanza di opportunità e delle necessità delle persone, per indurle, ingannarle, obbligarle e sedurle a realizzare un qualche movimento dal loro luogo d'origine, con false promesse o con la forza" spiega.
Nella capitale messicana si sfruttano donne messicane, latinoamericane ed europee, molte delle ragazze riscattate hanno svelato di aver vissuto in appartamenti con giovani donne che non parlavano spagnolo: "Non sappiamo se sono indigene, russe o ungheresi" dicono dalle ONG in lotta per la difesa dei diritti delle donne. Ma non è solo la schiavitù sessuale.
La riduzione in schiavitù comporta anche altre manifestazioni come "altre forme di abuso sessuale, lavori o servizi forzati, reclutamento per entrare nella lotta tra i cárteles della droga, il commercio illegale di organi, il trasporto della droga, per debiti o tossicodipendenza"
Città del Messico è uno specchio del Paese e dei suoi rapporti con le donne, spiega Alicia Leal, fondatrice della ONG Alternativas Pacíficas, che ha vari rifugi per donne maltrattate o vittime della tratta. E anche il Diagnóstico de Causas Estructurales y Sociales de la Trata de Personas segnala le cause socioculturali, economiche e politiche che permettono il fenomeno.
Alicia Leal sottolinea a La Jornada che i posti "in cui c'è la tratta sono pienamente identificati dalle autorità: il problema è l'impunità. Il fatto che i governi non vogliono applicare le leggi perché si toccherebbero interessi di gente molto potente". Tra i consumatori di prostituzione e pornografia di donne, bambine e bambini, "ci sono uomini del potere politico e imprenditoriale: Denunciamo, segnaliamo e le autorità si voltano dall'altra parte. Non è che non sappiano dove sono le vittime della tratta. Non è che non sappiano dove siano i mandanti. E' che li coprono. I legami tra le autorità e le reti della tratta rendono più difficile la persecuzione dei reati".
Leal sottolinea ancor come i grandi guadagni della tratta aiutino a corrompere poliziotti e funzionari. "Fino a quando le agenzie che indagano sulla tratta non seguono i movimenti del denaro, il problema continuerà ad aumentare".
Il quotidiano messicano termina l'articolo con una nota drammatica: "Nei rifugi delle donne riscattate, il lavoro è complesso: Abbiamo ricevuto vittime a cui diciamo che possiamo aiutarle e che escano allo scoperto. E loro non vogliono perché hanno avuto compagne di sventura che sono scappate, sono tornate dopo un paio di mesi e le hanno uccise davanti a loro"