Magari il prossimo anno l'attenzione mediatica internazionale sarà tutta concentrata sull'11 marzo madrileno e magari ci saranno incontri e atti ufficiali che in questi nove anni di dolore non si è riusciti a realizzare, a causa delle violente separazioni tra i familiari delle vittime, le formazioni politiche, i mezzi di comunicazione, ancora impegnati a sostenere che tutto fu una congiura del PSOE per tornare al potere, dopo gli anni di Governo di José Maria Aznar.
Sono passati nove anni da quella mattina in cui i treni, che dalla grande
periferia dei Comuni satelliti correvano verso Atocha, la principale stazione
di Madrid, con il loro carico di studenti, lavoratori e varia umanità, furono
fermati dalle bombe.
Un pensiero per chi non c'è più e per chi resta, ricordando le emozioni in
quello spazio della Stazione trasformato dalla spontaneità popolare in una
sorta di cappella laica per gli assassinati, con pensieri, foto, bandiere
nazionali, gagliardetti delle squadre di calcio, candele. Uno dei posti più
emozionanti e dolorosi visti nella vita.
Que
descansen en paz, los 191 de Atocha.