Uno dei primi pensieri, ieri, quando dal balcone di Sa
Pietro è stato annunciato che il nuovo Papa era il cardinale Jorge Mario
Bergoglio, è stato, con Máxima reina de Holanda e Bergoglio Papa, vediamo come sopravviviamo
in queste settimane all'orgullo argentino. E gli argentini non hanno deluso le
attese, scatenandosi su Twitter con battute tipo: Tutti noi argentini andremo in
cielo: abbiamo D10s, MESSIa e adesso il Papa.
C'è voluta qualche ora perché anche a Buenos Aires e dintorni si riprendessero
dalla sorpresa e dall'entusiasmo e iniziassero ad analizzare il senso di questo
primo Papa non europeo che "sarà per sempre argentino". Gli
editoriali porteños sottolineano adesso l'austerità e l'umiltà del loro Cardinale
diventato Papa, il suo sostegno agli ultimi, la sua estraneità ai giochi
politici, il cattivo rapporto con i Kirchner.
Clarin parla di milagro, miracolo. Un miracolo che fa sì che Bergoglio,
"cognome tanto italiano come Pavarotti", faccia sentire agli italiani
di avere un Papa proprio, in fondo, perché "di sangue italiano".
"Ma è argentino di puro ceppo. E' nato a Flores, figlio di un immigrante
ferroviario, educato in una scuola tecnica statale, tifoso del San Lorenzo e
peronista". Ma al di là dei nazionalismi e degli equilibri geografici che
i cardinali non possono ignorare, "Bergoglio è diventato Papa per quello
che è e rappresenta: un uomo della Chiesa intelligente e austero, e che ha
fatto voto di povertà. E' il primo Papa gesuita, che, all'adottare il nome di
Francesco si associa alla povertà francescana. Un messaggio e una speranza dopo
le lotte interne e gli scandali che hanno scosso la gestione di
Ratzinger".
Se Bergoglio ha colpito i romani e i pellegrini in piazza san Pietro per il sorriso
sereno e la serenità del suo discorso, bisogna adesso vedere quale storia
scriverà nella Chiesa e in Argentina. In Patria il Papa lascia rapporti molto
difficili con la Presidente, iniziati sin dalla presidenza di suo marito
Néstor. Insomma "Bergoglio fu scelto come nemico dai Kirchner". Il giornalista Alberto Amato spiega perché: "Bergoglio divenne prete nel 1969, in un
Paese che si preparava a entrare nei violenti anni 70. Poco dopo, come
neo-sacerdote, si interessò al gruppo peronista di destra Guardia de Hierro, con
cui ha sempre mantenuto un legame, almeno spirituale. Guardia de Hierro, che
prese il nome dal suo simile fascista, ultranazionalista e antisemita romeno,
si oppose in quegli anni, o almeno si presentò come alternativa, alla
guerriglia peronista Montoneros (a cui appartenevano i Kirchner). La
discrezione di Bergoglio, che è un'altra delle sue virtù teologali, ha impedito
sempre ratificare questi vincoli; ma alcuni anni fa, quando era ancora vivo
Néstor ed era ex presidente, due giornalisti di questo quotidiano hanno sentito
un funzionario e legislatore, molto vicino alla coppia presidenziale,
esclamare:"A me non dà ordini un Guardia de Hierro!" Il che potrebbe
spiegare la principale ragione dei difficili rapporti tra il Cardinale e la
Presidente.
Per anni tra la Casa Rosada e il Cardinale c'è stato il gelo:
"I Kirchner non andavano in Cattedrale e non lo ricevevano. Hanno anche
favorito denunce per una sua presunta complicità con la dittatura nel sequestro
di due seminaristi". Bergoglio non si fidava dei Kirchner, tanto da alzare
"il volume della radio quando conversava, perché temeva lo stessero
ascoltando e registrando". E adesso il 'nemico' è Papa, un momento
imbarazzante per la presidente, che per di più, sottolinea Clarin è arrivato il
13 marzo, giorno di Santa Cristina. Il Cielo, se vuole, sa essere più ironico
di un argentino.
Anche Página 12, il quotidiano più vicino ai Kirchner, analizza
l'elezione di Bergoglio, cercando le conseguenze per l'Argentina. In uno dei suoi editoriali, però, spezza prima una lancia in favore dei Kirchner, perché il
neo-Papa ha fama di "uomo di dialogo", ma a patto che il dialogo
avvenga "nel suo territorio (inteso anche come luogo fisico: il suo
ufficio in Curia) e secondo le condizioni che lui impone. Questa è stata una
delle ragioni che hanno reso impossibile il dialogo con Néstor Kirchner".
Il presidente voleva "costruire uno spazio di incontro che permettesse
discutere sulle differenze e cercare un avvicinamento, Bergoglio ha sempre
preteso di stabilire il luogo, i modi e le condizioni".
Secondo Página 12, Bergoglio è un abile "stratega politico, che misura
ognuno dei suoi passi e delle sue azioni. Alcuni, che lo conoscono bene, lo
descrivono come un abile giocatore di scacchi, per cui ogni movimento è parte di
una strategia di medio e lungo termine. Bergoglio non fa niente per impulso o
casualità. Calcola e premedita tutto. Sicuramente porterà questo modo di agire
anche nel Vaticano e nella Chiesa".
L'elezione di Bergoglio è una sconfitta per gli ultraconservatori argentini: il
nuovo Papa, nonostante i durissimi scontri con i Kirchner per l'introduzione
dell'aborto e del matrimonio omosessuale nella legislazione argentina e
nonostante le critiche alla Presidente sul modello economico, è considerato un
moderato, soprattutto se il paragone è l'Opus Dei.
"Per il suo profilo, Bergoglio cercherà di non privilegiare i vescovi argentini solo perché tali. Ma è evidente che adesso avranno un accesso prima impensabile nel Vaticano e a tutti i livelli della Chiesa" scrive un altro editoriale del quotidiano di Buenos Aires. Data la sua condizione di Papa, "Bergoglio è nelle condizioni di disegnare un Vescovado argentino a suo piacere e d'accordo alle sue preferenze". Questo vuol dire che ci sarà meno spazio per gli ultraconservatori e più spazio per i più giovani, con i quali ha sempre avuto una relazione di "rispetto e riconoscimento dell'autorità". La cosa più interessante, però, sembra essere il nuovo rapporto che si instaurerà con il Governo argentino: "Tutto quello che faranno o diranno i vescovi avrà adesso la presunzione, vera o falsa, del sostegno papale.Tutto quello che dirà Francesco sarà letto anche "in chiave argentina" e, a favore o contro, sarà interpretato in funzione della congiuntura locale" conclude Página 12.
"Per il suo profilo, Bergoglio cercherà di non privilegiare i vescovi argentini solo perché tali. Ma è evidente che adesso avranno un accesso prima impensabile nel Vaticano e a tutti i livelli della Chiesa" scrive un altro editoriale del quotidiano di Buenos Aires. Data la sua condizione di Papa, "Bergoglio è nelle condizioni di disegnare un Vescovado argentino a suo piacere e d'accordo alle sue preferenze". Questo vuol dire che ci sarà meno spazio per gli ultraconservatori e più spazio per i più giovani, con i quali ha sempre avuto una relazione di "rispetto e riconoscimento dell'autorità". La cosa più interessante, però, sembra essere il nuovo rapporto che si instaurerà con il Governo argentino: "Tutto quello che faranno o diranno i vescovi avrà adesso la presunzione, vera o falsa, del sostegno papale.Tutto quello che dirà Francesco sarà letto anche "in chiave argentina" e, a favore o contro, sarà interpretato in funzione della congiuntura locale" conclude Página 12.