mercoledì 17 settembre 2008

Il giardino sospeso della Torre Repsol YPF di César Pelli, a Buenos Aires

Sarà inaugurato a fine anno, ma a Buenos Aires ne parlano già tutti. Con i suoi 160 metri e i suoi 36 piani, la torre della casa petrolifera spagnola Repsol YPF sarà la costruzione più alta della capitale argentina e svetterà da Puerto Madero, il quartiere più trendy e a più forte sviluppo immobiliare della città. Disegnato dall'82enne César Pelli, nato a Tucumán e tutta una carriera negli Stati Uniti fino a diventare uno degli architetti più famosi del mondo (sue le Petronas Towers di Kuala Lumpur, in Malesia), l'edificio si propone con due volumi giustapposti, uno a base triangolare e l'altro con base quadrata, girata di 45°; nella loro intersezione, nel nucleo centrale dell'edificio, si trovano i servizi del grattacielo, dagli ascensori ai condotti. La parte a base triangolare guarda verso Est, verso il Rio de la Plata, e ha un aspetto quasi uniforme, con pannelli di alluminio chiaro e di cristallo che enfatizzano lo slancio verticale e che garantiscono "grandi panoramiche orizzontali", secondo Pelli; la parte verso Ovest guarda a Buenos Aires e ha una trama più spessa, con pannelli di acciaio inossidabile che incontrano superfici di vetro, giocando con gli effetti pieno-vuoto. Un gioco di volumi che, secondo l'autore, intende riflettere "l'ubicazione bipolare dell'edificio, che da una parte guarda al fiume e dall'altra alla città".
L'elemento caratterizzante del nuovo grattacielo porteño è però il grande giardino sospeso al 26° piano. Tutta una sfida per architettura e botanica. Il giardino, visibile a occhio nudo, come una grande finestra verde sull'edificio, occupa 5 piani, dal 26° al 31°. Per realizzarlo si sono utilizzate tecnologie avanzatissime, sia da un punto di vista architettonico che botanico. La trasparenza necessaria al passaggio della luce si è ottenuta disponendo solo 17 colonne perimetrali, il cui diametro diminuisce mano a mano che si sale in altezza; per garantire al giardino cinque piani di altezza libera sono state rinforzate le colonne e le solette dei piani inferiori, che reggono anche il peso delle piante e della terra; la parte esterna del giardino è completamente trasparente, per favorire l'ingresso della luce naturale, ed è stata realizzata utilizzando un curtain wall la cui ermeticità si ottiene non con i tradizionali sigilli, ma con un sistema industrializzato di incastri meccanici che evitano i problemi dell'invecchiamento chimico dei sigilli e annullano la possibilità di errori umani in fase di montaggio; questi pannelli sono stati progettati come battenti per permettere la sistemazione degli alberi e una loro eventuale sostituzione, ma saranno poi chiusi in modo permanente: la sopravvivenza degli alberi sarà affidata a un complesso sistema di microclimatizzazione. Gli alberi si trovano infatti in grandissimi vasi di acciaio inossidabile di 2,30 metri di diametro e 1,85 di altezza, dotati di un sistema che regola l'adattamento delle radici agli spazi limitati; l'umidificazione conta su un sistema speciale per microaspersione.
Questa parte verde è stata curata dall'architetto e paesaggista Diana Balmori, che ha scelto soprattutto piante autoctone, la giacarande e le canne de tacuara; "Quando fioriranno sarà una bellezza, soprattutto di notte, con il giardino illuminato" ha commentato Pelli ai media argentini.
Una sfida tecnologica che sarà un punto di riferimento dello skyline porteño, ma non solo: secondo Pelli, infatti, "il giardino simbolizza la preoccupazione della YPF per l'ecologia". Associare il petrolio all'ecologia non è cosa così automatica e per questo la casa spagnola ha investito nel progetto 134 milioni di dollari.