giovedì 14 marzo 2013

Eufrosina Cruz, deputata indigena del Messico: se sei donna, indigena e povera, sei fregata

Di Eufrosina Cruz si era parlato su Rotta a Sud Ovest qualche anno fa. Aveva colpito la sua lotta tenace di donna per veder riconosciuto il suo diritto di essere soggetto politico, con capacità di voto e di essere votata, nella società indigena e machista del Messico meridionale. Lei viveva in un piccolo paesino dello Stato di Oaxaca, di quelli che, secondo gli accordi raggiunti dalla Repubblica Messicana con i popoli indigenas, hanno diritto di governarsi secondo le proprie tradizioni, nel rispetto della Costituzione messicana. Ed Eufrosina voleva superare la tradizione del suo popolo, che la voleva sposa bambina e quasi analfabeta, dedicata alla famiglia e senza diritti politici perché "le donne non lavorano".
Era il 2008 e cinque anni dopo Eufrosina Cruz ne ha fatta di strada. Non solo è riuscita a entrare in politica, ma nel 2010 è stata la prima donna e la prima indigena a insediarsi alla presidenza del Parlamento di Oaxaca e adesso è una delle deputate del Parlamento messicano. E' anche protagonista del documentario Las sufragistas di Ana Cruz, che racconta la sua lotta per difendere i diritti delle donne anche nelle comunità indigenas.
L'ha intervistata El Pais e ritrovare il suo nome, così inusuale, è stato tornare a quel vecchio post di Rotta a Sud Ovest (quanti ce ne sono, dimenticati, nel suo archivio). Le sue parole di oggi aiutano a riflettere sulle donne di tutte le latitudini e sulle istanze di giustizia e uguaglianza in tutte le società. "Ci sono 428 Comuni, nello Stato di Oaxaca, che vengono governati secondo gli usi e le tradizioni locali" dice Eufrosina al quotidiano spagnolo "e in quasi 100 le donne non hanno diritto di partecipare ai processi democratici, ma possiamo cambiare. Gli usi e i costumi sono la lingua e i vestiti… non la violazione dello sviluppo". La mancanza di diritti per le donne (ma non solo per loro), come violazione dello sviluppo. Ricordiamolo anche a latitudini europee.
Eufrosina è deputata per il Partido de Acción Nacional, il PAN degli ex presidenti Vicente Fox e Felipe Calderón; è una formazione politica di tinte conservatrici, legata alle elites, ma è anche, l'unica che ha dato un'opportunità a Eufrosina, che ha "bussato a molte porte, ma pochi partiti generano spazi per ascoltare la tua voce". Fare politica, ha scoperto presto la giovane indigena, richiede compromessi e a volte è frustrante, ma per cambiare le cose, ne è convinta, è necessario far parte del sistema: "Dalla società è più facile mettere le cose in discussione, ma i cambi sono più lenti. Quando sei nel sistema, ne diventi parte e sopporti le critiche. Molte volte non sei d'accordo con quello che si vota, ti senti frustrata, ma se non stessi lì si farebbe di mano per i diritti dei settori vulnerabili" assicura al quotidiano spagnolo. 
La deputata indigena è adesso incinta e spera per il suo bambino "un Paese in cui ci sia spazio per tutti, senza differenze e con parità di opportunità". Per inseguire questo suo sogno, ha subito due attentati, anche se, scrive El Pais, "non si è mai considerata una vittima". Si considera, però, una persona discriminata, per essere indigena e donna. "Su 500 deputati ci sono 5 indigenas, che rappresentano il 16% della popolazione messicana" sottolinea Eufrosina, a marcare la sottorappresentazione di una parte importante e storica del Messico. E ricorda anche che "se sei indigena, donna e povera, sei fregata".
Una frase che chissà perché fa pensare alle bionde eroine dagli occhi azzurri delle telenovelas di Televisa, di bellezza così europea da essere imbarazzanti: si incontreranno mai il Messico di lotta di Eufrosina e quello di plastica delle eroine di Televisa?
E viene in mente un articolo letto ieri su un blog cileno, che, al riportare la storia di Montserrat Flores, bionda, alta e bellissima, che ha dato lavoro, e dunque una chance di futuro, ai carcerati, attraverso la produzione di bigiotteria da lei inventata con materiale riciclato, si chiedeva perché i media non parlano di eroine come lei, che costruiscono il Paese con progetti importanti, e si dedicano invece a giovanotte spesso svestite che vivono sulle riviste della propria spregiudicata (e poco interessante) vita sentimental-sessuale, piuttosto che fare qualcosa di utile per la società. Chi lo sa.