venerdì 12 aprile 2013

Il duro attacco di elmundo.es alla regina Sofia: che contributo ha dato alla Spagna?

In questo momentaccio della monarchia spagnola l'unico punto fermo sembrava la Regina. Re Juan Carlos con i suoi viaggi di lusso, i suoi rapporti discutibili con sceicchi e finanzieri e le sue infedeltà coniugali. L'Infanta Elena con il suo matrimonio finito in un divorzio. L'Infanta Cristina con la prima imputazione (anche se adesso sospesa) di un membro diretto della Famiglia Reale. Il Principe Felipe che ha sbagliato l'unica scelta che doveva fare in autonomia, quella della sposa. Insomma, negli ultimi anni non si è salvato nessuno. A parte la regina Sofia: madre amantissima, tanto da apparire accanto alla figlia Cristina e al genero Iñaki sulla copertina di Hola quando lo scandalo era già scoppiato (è l'unico errore che le viene rimproverato), moglie stoica, dato che è ancora al fianco di un uomo che le mette le corna con qualunque cosa si muova, nonna affettuosissima, che cerca disperatamente di far sì che i nipotini continuino a frequentarsi, nonostante i genitori si odino o poco meno, regina irreprensibile, dato che non le si conosce una caduta di gusto, un gesto scortese, un comportamento scorretto.
Toccate qualunque membro della Famiglia Reale, ma non la regina Sofia.
Poi.
Chissà se davvero alla Zarzuela è in corso una guerra di tutti contro tutti, per salvare quello che si può e per garantirsi quello che rimane. Chissà se è vero che quando qualcuno grida che il Re è nudo, non esistono più simboli sacri che lo riguardino. Così, in questa fase da fine Impero che la Spagna sta vivendo in tutti i suoi settori, non risulta intoccabile neanche più la regina Sofia. Tanto che stamattina Guantanamo, blog di elmundo.es ha pubblicato un articolo piuttosto duro sulla sovrana. Il titolo è semplicemente La Reina, uno lo pronuncia con tutta la solennità che queste due parole esprimono e poi si trova davanti a uno degli attacchi più violenti che siano mai apparsi contro Sofia sulla grande stampa spagnola.
"La regina Sofia gode di un prestigio completamente immeritato e la sua 'professionalità' è più che discutibile" scrive l'autore del blog, Salvador Sostres, tirando fuori argomenti che si leggono nei forum anti-monarchici, anch'essi spesso critici sulla professionalità della Regina. "Sofia non ha alcun radicamento nella vita pubblica spagnola, non ha amiche né nella nobiltà né nell'alta società né, ovviamente, in quella media e bassa. Parla con il marito e i figli in inglese, il suo spagnolo è penoso". La conseguenza dello scarso attaccamento della Regina alla Spagna? Che non ha avuto il controllo sulle amicizie dei figli. Non essendoci amici di famiglia, i piccoli Borboni non hanno avuto amichetti con cui giocare, scelti dai genitori. Dunque, se i tre figli hanno fatto le scelte che hanno fatto è colpa di una madre "completamente lontana dalla realtà del Paese", che "non ha presentato loro mai qualcuno mediamente interessante".
L'idea è un po' machista: dov'era Juan Carlos, allora? Perché è la madre la responsabile dell'educazione dei figli e non, per esempio, entrambi i genitori? L'insuccesso della regina come madre si vede anche dai matrimoni dei figli: "Non li ha sposati bene". Essendosi sposati tutti e tre ben oltre i 30 anni, si suppone che non li abbia fatti sposare la madre, a cui non dovevano neanche chiedere il permesso: istituzionalmente hanno dovuto chiederlo al Capo del Casato, cioè Re Juan Carlos. "Quando il Principe si è ossessionato con Eva Sannum, sua madre non ha saputo come frenarlo ed è stato il Re, che, per dissuaderlo, ha avuto l'idea di mandarlo a vedere José Maria Aznar, allora presidente del Governo, per chiedergli 'permesso' per sposarsi".
E se ha fallito come madre, non è stata migliore come sovrana, perché "la Regina vive fondamentalmente a Londra e appare in Spagna solo quando è strettamente necessario". Sostres accusa Sofia di non conoscere la realtà spagnola e il crescente impoverimento degli spagnoli, perché visita paesi e città "particolarmente castigati", "però sono frequenti i suoi viaggi in Africa e in altri posti lontani ugualmente disgraziati".
Il Re si comporta diversamente, "anche se i paragoni sono odiosi". "Con tutti gli errori e i difetti", almeno Juan Carlos "ha vissuto sempre nel suo Paese e accanto al suo popolo". A lui la Spagna deve il successo democratico nel tentativo di Colpo di Stato, gli imprenditori spagnoli hanno beneficiato delle sue mediazioni e si può dire che "ha dato al'economia nazionale molto più denaro di quanto ci costi mantenere la sua Casa".
Insomma, che la Regina sia una vittima è "falso e ridicolo" perché "ha vissuto come ha voluto, senza implicarsi nella realtà spagnola e fallendo clamorosamente nell'educare e sposare i figli". 
Se proprio bisogna dirla tutta, "il Re, con le sue imprecisioni, c'è sempre stato, ha dato il suo contributo, e, anche se il linciaggio è il principale hobby dei socialdemocratici (stendiamo un velo pietoso… la monarchia è stata trattata sempre meglio dai Governi del PSOE che da quelli del PP, basta vedere i silenzi attuali di Mariano Rajoy), quando scenderà la marea, rimarrà la sua opera e nessuno potrà discuterla. Juan Carlos I, grazie". E invece, guardando alla regina, "qual è stato il suo contributo? Qual è stata la sua opera? So rispondere solo con il silenzio". 
Nei commenti che seguono l'articolo il dibattito infuria, tra stereotipi e ammissioni: in fondo, pur se con toni duri, Sostres dice molte cose vere e dolorose.