venerdì 12 aprile 2013

Sfratti in Spagna: l'Andalusia espropria le case vuote alle banche. Il successo degli escraches

La parola del momento è escrache. C'è stato il momento in cui si sapeva tutto della prima de riesgo, lo spread tra il bono spagnolo e il bund tedesco. Poi è stata la volta del rescate, il temuto salvataggio dell'economia spagnola da parte di UE-BCE-FMI, limitato poi al prestito per finanziare il sistema bancario. Adesso è il momento dell'escrache. Da alcune settimane centinaia di persone, che simpatizzano per la causa degli sfrattati, si riuniscono sotto la casa di un alto dirigente del PP, sia di potere nazionale che locale, la assediano gridando slogan in difesa del diritto alla casa, distribuiscono volantini ai passanti e se ne vanno. E' un sistema di protesta pacifico, che inchioda i politici davanti alle loro responsabilità, segnalando le loro residenze private, ed è molto mediatico, diventando per questo decisamente efficace. Tanto che il Partito Popolare, dopo la prima, dovuta, comprensione per gli sfrattati e i loro simpatizzanti, ha iniziato a criticare questa manifestazione dal nome e dall'ispirazione argentini, ha iniziato ad aumentare le misure di sicurezza intorno alle case dei politici sotto cui sarebbero arrivati i manifestanti (gli escraches sono organizzati nelle reti sociali, per cui si sa sempre da chi e a che ora si va) e ha cercato di limitarne la portata arrivando a stabilire la distanza dalle case da cui si poteva manifestare.
Il clou degli escraches c'è stato quando i manifestanti si sono riuniti sotto la casa della vicepresidente del Governo Soraya Sáenz de Santamaria. Immediatamente i colleghi di partito le hanno manifestato solidarietà e un paio di giorni fa Felipe González si è sentito in dovere di chiedersi, dalle pagine di El Mundo, perché "un bambino dev'essere sottoposto a questo assedio"? Ah, Felipe, se dicessi qualcosa di sinistra, in questi tempi in cui c'è tanto bisogno di una sinistra capace di ridare speranza e valori per cui combattere. All'ex leader del PSOE è stato facile rispondere: perché un bambino dev'essere sottoposto a uno sfratto e deve rimanere senza casa?
Gli sfratti, si è detto molte volte, sono la conseguenza più drammatica dello scoppio della bolla immobiliare spagnola e si è arrivati a un paradosso che il Governo non sa e non vuole, per ragioni ideologiche, controllare: in Spagna ci sono attualmente 4 milioni di alloggi vuoti e 500 sfratti al giorno. La legge che regola gli sfratti è molto dura con gli sfrattati ed è stata duramente criticata anche dal Tribunale di Lussemburgo, che ha chiesto alla Spagna di rivederla. Il deputato di Iniciativa por Catalunya  Joan Coscubiela così spiega su elperiodico.com le "aberrazioni" dell'attuale legge spagnola, che non sono piaciute ai giudici europei: "I nostri legislatori hanno costruito un intorno legale profondamente squilibrato in favore del creditore. (…) La discriminazione non è solo tra debitore e creditore ipotecario, si produce anche in funzione del tipo di debitore. Se si tratta di una società mercantile il debitore ha una seconda opportunità, offerta dalla legge di fallimento, che gli permette di ristrutturare il debito, con tagli, more o anche cancellazione, attraverso la consegna del bene ipotecato. Invece se il debitore è un privato cittadino non dispone di queste seconda opportunità. Anzi, il processo ipotecario lo mette in uno stato di assoluta indifesa. Questa è la ragione per cui le cedole ipotecarie hanno come garanzia e materia prima i mutui dei privati e non delle società mercantili. (…) Come se fosse poco, il comportamento delle entità finanziarie moltiplica l'aberrazione. La scadenza anticipata di tutto il debito, anche quando la parte non pagata sia di poca entità, il calcolo dell'interesse di mora sul totale del mutuo e non solo su quello che si deve. La tassazione elevata quando si tratta di concedere un mutuo e bassissima quando si mette all'asta il bene ipotecato".
All'insensibilità del Governo su questi temi, favorita anche dall'ampia maggioranza assoluta in Parlamento, che lo rende indifferente alle altre proposte e istanze, fa da contraltare un decreto-legge della Junta de Andalucia, che, annunciato un paio di giornni fa, mette nel punto di mira le banche, con espropriazioni e multe per gli alloggi che rimangono vuoti. In Andalusia una delle regioni più colpite dallo scoppio della bolla immobiliare, ci sono 45 fratti al giorno, oltre 86mila dal 2007 e ci sono circa 1 milione di appartamenti vuoti.
Il decreto legge prevede multe di 9mila euro per ogni alloggio vuoto appartenente a banche, società immobiliari o di gestione, mentre i proprietari di  appartamenti vuoti, che in ogni caso non saranno mai multati, riceveranno incentivi per affittarle. La Junta potrà inoltre espropriare temporaneamente, per tre anni, gli alloggi su cui pende una richiesta di sfratto, se in essi vivono famiglie a rischio di esclusione sociale, i cui membri non possiedono altri alloggi in proprietà, e in particolari circostanze come "minacce per la salute fisica o psichica delle persone". Il Correo de Andalucia spiega inoltre che "la Junta pagherà annualmente alla banca, a cui è stato espropriato l'alloggio, il 2% del prezzo che sarebbe pagato in un'asta. Quindi, se un appartamento fosse stato aggiudicato per 50mila euro in un'asta pubblica, la Junta pagherebbe 1000 euro all'anno. La famiglia aiutata dovrà pagare alla Junta un affitto equivalente al 25% delle sue entrate totali".
E' la prima volta che viene introdotta in Spagna una legge che cerca di favorire i privati citadini sulle banche e infatti la decisione andalusa viene guardata con sospetto e con perplessità e a Madrid la lobby finanziaria è già in azione. Il Ministro della Giustizia Alberto Ruiz Gallardón ha espresso dubbi sulla costituzionalità del decreto-legge, perché l'Andalusia potrebbe non avere le competenze per legiferare in materia; mentre dal PP andaluso i dubbi riguardano la sicurezza giuridica, messa in discussione da "un decreto che vuole convertire l'Andalusia in un Venezuela spagnolo" e che "farà sì che nessuno voglia più investire qui un euro". Il PSOE nazionale, intanto, ha annunciato un'analoga proposta di espropriazioni temporanea degli alloggi alle banche in determinate circostanze: "I beneficiati saranno coloro che hanno la propria residenza abituale nell'alloggio oggetto di sfratto, a patto che in famiglia nessuno abbia la proprietà di un altro alloggio". La proposta socialista intende ammettere anche, in particolari casi, la dación de pago, la consegna cioè del bene ipotecato, che mette fine al pagamento del mutuo.
In Andalusia, è notizia di poche ore fa, 200 famiglie hanno già chiesto alla Junta l'espropriazione temporanea della propria casa alle banche.
Lo scoppio della bolla immobiliare cambia lentamente leggi e consuetudini vecchie di un secolo.